Le ultime parole di Gesù: “Nelle tue mani rimetto il mio spirito”
Riflessioni bibliche della reverenda Sandi Rice pubblicate sul blog Jesus Loves Gays (Stati Uniti) il 2 aprile 2014, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Avere fiducia che Dio si prenda cura di noi perfino nella morte è una sfida incredibile. Sarebbe in realtà più corretto dire che avere fiducia che Dio si prenda cura di noi nella vita di tutti i giorni è una sfida incredibile. Ci vuole fede per mettere la vita nelle mani di Dio perché, se lo facciamo, vuol dire che stiamo mollando il controllo della nostra vita e del nostro destino e li stiamo affidando a un Dio invisibile perché li controlli.
Le Scritture affermano che “Il fatto fondamentale dell’esistenza è che questa fiducia in Dio, questa fede, è il saldo fondamento che sta al di sotto di tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. È il nostro appiglio su ciò che non possiamo vedere”.
Questo è difficile da afferrare… è quasi come se dovessimo avere fede per avere fede. Ma è esattamente l’esempio che ci ha dato Gesù sulla croce.
Nelle sue ultime parole ci mostra che il fine ultimo e definitivo della vita è avere fiducia in Dio con tutto il nostro essere, qui e ora! Meno male che non dobbiamo aspettare di trovarci alle porte della morte per sapere questo ed esserne sicuri.
La nostra tradizione cristiana ci dice che la morte di Gesù sulla croce è accaduta perché noi avessimo la vita, e non la mera esistenza, ma vita in abbondanza. Così, nelle ore più buie della vita di Gesù, non solo ci viene mostrato come avere una fede incredibile ma ci vengono anche offerti i doni della speranza e della grazia.
Non dobbiamo affrontare la vita o la morte con le nostre sole forze. La nostra eredità di fede ci assicura che non siamo mai soli, perché Cristo ci è passato prima di noi ed è con noi sempre. Amen.
Testo originale: Seven Last Words: “Father, into your hands I commend my spirit.”