Le unioni gay negli Stati Uniti, dall’emarginazione alla Casa Bianca
Articolo di William Saletan tratto dal National Post (Canada), 11 maggio 2012, liberamente tradotto da Annibale Cois
Nel 1986, la Corte Suprema degli Stati Uniti affermava il diritto dello Stato di perseguire due uomini per aver fatto sesso tra loro. Oggi, 26 anni dopo, il presidente degli Stati Uniti afferma il diritto di due uomini a sposarsi. Come è potuto accadere?
Come è possibile che il matrimonio tra due persone dello stesso sesso si sia trasformato da una proposta senza nessuna possibilità di successo – un’idea così inverosimile che nessuno neppure poneva la questione – in una politica sostenuta da metà nazione?
Per rispondere alla domanda, guardate l’intervista che Barack Obama ha concesso alla ABC lo scorso mercoledì pomeriggio (ndr il 2 maggio 2012). Obama non ha risposto alla domanda sul matrimonio come un presidente. Ha risposto come una persona qualsiasi.
Nelle sue risposte si possono vedere i cambiamenti culturali che hanno mosso milioni di americani nella stessa direzione.
Obama ha detto a Robin Roberts della ABC che lui e sua moglie sono “Cristiani praticanti” e che appoggiare il matrimonio tra persone dello stesso sesso “ci mette in contrasto con le opinioni degli altri” della loro fede.
Ha detto che in precedenza non ha appoggiato il matrimonio gay perché “ero sensibile al fatto che per molte persone la parola matrimonio era qualcosa che evoca tradizioni molto radicate, credenze religiose.
[Ma] nel corso di parecchi anni, come parlavo con amici, familiari e vicini, quando penso a membri del mio stesso staff che sono coinvolti in incredibilmente impegnate relazioni monogame, relazioni omosessuali, che stanno crescendo bambini assieme…
Malia e Sasha hanno amici i cui genitori sono coppie omosessuali.
Ci sono stati tempi in cui Michelle e io siamo stati attorno al tavolo, a cena, e parlato dei loro amici e dei loro genitori, e a Malia e Sasha non veniva neppure in mente che dovessero essere trattati in modo diverso.
Non ha senso per loro, e, francamente, è questo genere di cose che spinge a cambiare la propria prospettiva”.
Quello che è cambiato non è la riflessione di Obama sull’idea del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Quello che è cambiato sono le persone con cui si identifica.
Inizialmente, era legato alla sensibilità dei confratelli Cristiani.
Ora è più sensibile ai sentimenti e aspirazioni di omosessuali: il suo staff, i genitori degli amici delle sue figlie, probabilmente gli stessi finanziatori democratici la cui conoscenza ha spinto il vicepresidente Joe Biden ad accettare il matrimonio gay.
Questo non sarebbe potuto accadere nei tempi in cui l’omosessualità era isolata, perseguita e costretta al silenzio.
In quei tempi, la maggior parte delle persone non conoscevano personalmente omosessuali, o almeno non si rendevano conto che gente che conoscevano era gay.
Una volta che il velo si è squarciato, una catena di cambiamenti ne é seguita. Le sensibilità hanno iniziato a cambiare.
Se mettete a confronto i risultati dei sondaggi sull’omosessualità andando indietro di qualche decennio, vedrete un radicale spostamento, guidato principalmente da due fattori: una crescente convinzione che l’omosessualità è innata, e una sempre più diffusa consapevolezza che alcuni dei propri amici, vicini e parenti sono gay.
Ma questo trend da solo non garantiva l’emergere del matrimonio tra persone dello stesso sesso come una praticabile opzione politica.
Per raggiungere quello stadio, qualcosa d’altro doveva accadere: le coppie omosessuali dovevano avere successo. Dovevano provare di sapere stare assieme e allevare bambini.
Questo è quello che gli americani hanno visto da quando l’omosessualità è uscita dal nascondimento.
I conservatori in campo sociale dicevano che l’omosessualità era peccato.
Dicevano che i gay erano disfunzionali. Dicevano che avere genitori gay era male per i figli.
Dicevano che l’omosessualità aperta avrebbe degradato la morale e danneggiato la società.
Questo non è accaduto. Gente come gli Obama ora conoscono troppe coppie omosessuali che vivono gli stessi valori che le chiese prescrivono per le coppie eterosessuali.
“Quando vedo amici, parenti, figli di coppie gay che stanno crescendo e prosperando, sai, questo ha un impatto sul mio pensiero su questi temi”, ha detto Obama lo scorso autunno.
Ha poi esteso questo pensiero lo scorso mercoledì, citando “membri del mio stesso staff che sono coinvolti in incredibilmente impegnate relazioni monogame, relazioni omosessuali, che stanno crescendo bambini assieme”.
L’immagine dell’omosessualità come intrinseca minaccia morale è diventata insostenibile.
Poichè Obama è un politico, una cosa ancora doveva cambiare: i sondaggi. Perchè i politici sono stati sensibili agli elettori che si oppongono al matrimonio gay?
Non è soltanto per evitare di urtare i loro sentimenti. E’ perché quegli elettori li avrebbero potuti scalzare dalle loro poltrone.
Nel 2004, l’opposizione pubblica al matrimonio gay era abbastanza chiara – 55% contro 42% nei sondaggi Gallup, e 60% contro 29% in quelli Pew – da fare di questo tema un punto di forza dei Repubblicani. Ora quei sondaggi mostrano una divisione a metà, con il matrimonio gay marginalmente favorito: 50% contro 48% per Gallup, 46% contro 44% per Pew.
Se il matrimonio tra persone dello stesso sesso fosse ancora pericoloso, Obama lo starebbe ancora evitando.
Lo sta appoggiando perché non pensa più che possa costargli la rielezione.
Vedremo a Novembre se ha ragione.
Testo originale: How gay unions went from the fringe to the White House