Purim e la storia di Ester. Un coming out che salvò un popolo
Articolo di Nicole Neroulias pubblicato sul sito del quotidiano Washington Post (Stati Uniti) il 24 febbraio 2007, liberamente tradotto da Maria Antonietta Giustiniani
Da bambina, Idit Klein era solita celebrare Purim indossando abiti e diademi fatti in casa, per interpretare la bellissima regina Ester. Fantasticava su come avrebbe potuto salvare i suoi parenti dall’Olocausto, proprio come l’eroina che coraggiosamente confessò la sua fede per salvare i suoi compagni ebrei nell’antica Persia.
Trent’anni dopo Idit Klein, direttrice di Keshet, un gruppo di difesa di ebrei gay, lesbiche, bisessuali e transgender con sede a Boston, paragona la spaventosa rivelazione della fede religiosa di Ester all’esperienza del coming out.
Klein, che ora ha 34 anni, afferma: “Purim è davvero la quintessenza del coming out. Quando l’ho fatto, ho subito avvertito i parallelismi tra la mia esperienza e la storia di Ester. Ce ne sono di meravigliosi, esaltanti ed evidenti, assimilabili alle storie delle persone della comunità LGBT”.
Le chiassose feste in costume associate Purim (che nel 2007 comincerà al tramonto del 3 marzo) commemorano il trionfo, avvenuto 2500 anni fa, degli ebrei su Haman, il primo ministro che aveva ordinato il loro sterminio. La salvezza arrivò solo dopo che Ester disse al re, perdutamente innamorato di lei, che anche lei era ebrea.
Molti ebrei ed ebree omosessuali considerano la storia come un’allegoria del coming out, nella sfera intima come in quella spirituale. Ad alcuni, compresa Idit, piacerebbe che Purim diventasse la “Giornata nazionale ebraica del coming out”.
Scott Gansl, ex presidente del Congresso Mondiale della comunità LGBT, ha affermato che le celebrazioni di Purim, durante le quali anche gli ebrei tradizionalisti partecipano al travestimento e alla dissolutezza, fungono da Gay Pride non ufficiali: “Purim è un Halloween ebraico gay. Molti hanno organizzato festival Purim drag, organizzazioni eterosessuali comprese. È una festa che non si piega alle aspettative di genere”.
Gansl ha inoltre affermato che se il Purim divenisse noto come “Giornata nazionale ebraica del coming out”, molte sinagoghe potrebbero cogliere l’occasione per accogliere nuovi membri omosessuali, dichiarati e non dichiarati.
Un altro fan dell’idea è Abe Rybeck, co-creatore di “Pure PolyEsther”, uno spettacolo burlesco eseguito l’ultima volta dal Theatre Offensive al Boston Center for the Arts, nel 1999; nella rappresentazione, i tutori di Ester sono una coppia gay, e la sua ribelle antesignana, Vashti, è un tipo di regina molto diverso dal solito, una sorta di drag queen.
Rybeck ha detto di aver scritto il musical al fine di creare un dialogo umoristico sull’importanza di essere fedeli a se stessi, anche qualora questo significhi essere dichiaratamente ebrei, omosessuali o entrambe le cose: “Il mio essere queer, gay, parte del potere di poterlo fare, proviene dal Libro di Ester, che aiuta realmente le persone a comprendere l’oppressione e come ci si sente a lottare per la liberazione […] dalle minacce di morte, di schiavitù, del nascondiglio”.
Sebbene il giudaismo ortodosso rimanga contrario a tutti gli aspetti dell’omosessualità, nell’ultimo decennio gli altri movimenti ebraici hanno fatto passi da gigante verso i diritti LGBT, secondo Gansl. I rabbini e le rabbine omosessuali e le cerimonie matrimoniali tra persone dello stesso sesso sono consentiti dai movimenti ricostruzionisti e riformati, e da poco tempo anche in alcuni segmenti del movimento conservatore.
Man mano che l’accettazione si diffonde, e le loro congregazioni si diversificano, alcune storiche sinagoghe gay hanno iniziato a concentrarsi su altri aspetti del Purim, andando oltre l’interpretazione del “coming out”.
La rabbina Lisa Edwards della Beth Chayim Chadashim di Los Angeles, che si definisce la prima sinagoga gay e lesbica del mondo, ha affermato che la sua congregazione non ha bisogno di una “Giornata nazionale ebraica del coming out”: la comunità, da ormai 35 anni, espleta “servizi di coming out” religiosi, così come di bar e bat mitzvah, durante tutto l’anno.
Invece nel 2007, Purim ha rappresentato per la sinagoga l’occasione per abbracciare varie culture. La Megillah – la pergamena del libro di Ester – è stato letta in diverse lingue, e un musicista ugandese ha insegnato canzoni ebraiche del suo paese.
Lisa Edwards ha detto: “Negli anni passati ci si è concentrati maggiormente sul vestirsi drag e cose del genere, ma oggi a questo si presta meno attenzione. Ora l’attenzione è sulla diversità etnica, che abbraccia le nostre identità”.
Testo originale: Gay Jews Connect Their Experience To Story of Purim