Lesbofobia. Da giudice a vittima del giudizio nella mia chiesa
Testimonianza di Sanda tenuta nella preghiera online della Settimana di preghiera per le vittime dell’omofobia e della transfobia l’11 maggio 2021
A volte la vita è incredibile. Ti trovi a un bivio e non sai che fare. La mia vita, sia religiosa che quella laica hanno due aspetti importanti, ma allo stesso tempo molto tristi. Ecco il mio bivio. Ero una suora molto semplice, anche se diversa in certi aspetti, ma seguivo a volte, e anche spesso, le cose o le regole alla lettera, perché era giusto così, ci hanno insegnato che era giusto così.
Quando si parlava di omosessualità, non mi piaceva molto questa parola e questo mio giudizio si estendeva anche alle persone che ritenevo malati, indemoniati. Non me ne rendevo conto ma nella mia profondità io stessa ero omosessuale.
A chi mi veniva a parlare, dicevo le parole che avevo sempre sentito dire: “sei nel peccato, andrai all’inferno, pentiti” e così via. Ma dentro di me sapevo che non era così, che Dio è Amore, non punisce, ma ama immensamente i suoi figli. E, a dire il vero non ero felice affatto, la vita da consacrata era un inferno, perché quello che facevo o dicevo non era quello che pensavo e sentivo dentro di me.
Nonostante la mia infelicità, ancora non ero pronta a dirmi la verità. Così sono passati anni, sono uscita dal convento e da lì è cominciato il mio vero inferno, perché dopo l’uscita dal convento mi sono innamorata di una ragazza con la quale ho avuto una storia che, anche se breve, è stata la prima volta che ho avuto e in cui ho vissuto dei sentimenti verso una donna.
Per me è stato uno shock, ho cominciato vivere tutto quello che io facevo vivere agli altri, tanti si sono allontanati da me dicendo le mie stesse parole: «Sei nel peccato e contro natura, andrai all’Inferno, Dio non ti vuole, non ti ama così, è scritto nelle sacre scritture che Dio punisce» e così via.
Ho sofferto tantissimo per le parole molto omofobe nei miei riguardi. Dopo il mio coming out, cioè quando ero ormai pronta ad affrontare tutto questo, quando ero pronta a perdere tutti, mi sono finalmente liberata dai giudizi e pregiudizi.
Non mi toccavano più i commenti che ferivano, perché io sapevo chi era Dio per me e so che mi ama per quello che sono, ma soprattutto so che mi ha creata proprio così. Gli altri possono formulare giudizi e condanne ma io so chi sono e cosa voglio.
Ho fatto una esperienza di vita che mi ha insegnato molto soprattutto a non pre-giudicare le persone se non sai come sono veramente e cosa vivono nel loro percorso. Sono passata da giudice ad essere giudicata, ma questa è la bellezza del cammino, e solo così ho imparato ad amare: camminare nelle stesse scarpe degli altri e provare ciò che ognuno sperimenta nella sua vita.
TESTO VEGLIA> Veglia vittime omotransfobia del 11 maggio 2021 (Pdf)