Lesbofobia. Quando le donne, e non solo loro, odiano le donne
Riflessioni di Lavinia Capogna
Le gravissime violenze omofobe avvenute questa estate a Roma e non solo mi fanno riflettere sull’omofobia mascherata di molta gente.
Persone che apparentemente accettano i gay e le lesbiche ma che in realtà non li accettano e li detestano profondamente, attaccandoli verbalmente, creando ostacoli, tentando di screditarli senza mai riferirsi in modo dichiarato al loro orientamento sentimentale.
Si tende a vedere nelle lesbiche solo questa realtà oscurando altri lati come il carattere, gli interessi, i valori di quella donna.
La parola lesbica ha ancora oggi qualcosa di infamante per molti. E’ il retaggio di una ignoranza antica che ne fa ancora una parola tabù. Molte lesbiche preferiscono il più neutro, americano e simpatico gay che crea meno problemi. Naturalmente ogni persona è libera di autodefinirsi o di non autodefinirsi.
Lesbica deriva, come è noto, da Lesbo, l’isola greca in cui visse Saffo, la più grande poetessa del mondo antico e secondo molti la più grande di tutti i tempi.
Elogiata dal poeta Alceo, suo contemporaneo, che la chiamò “dolceridente” e poi da Platone per cui fu la “Decima Musa” iniziò ad essere screditata secoli dopo per i suoi amori femminili. Ancora oggi anche se raramente si usa dire amore saffico.
Molte donne etero manifestano una lesbofobia dichiarata, altre mascherata. Quante madri, sorelle, cugine, false amiche, colleghe di lavoro hanno detto o fatto qualcosa contro le lesbiche?
La psicologia spiega bene l’omofobia. Parte della società ha ancora interiorizzato l’odio per una donna che sfugge al modello secolare di sposa e madre, da loro inteso in senso retrogrado.
Naturalmente la chiesa cattolica con i suoi contorti documenti sull’omosessualità degni del manzoniano Azzeccagarbugli e la morbosa distinzione tra omosessuali non casti (da condannare e redimere) e casti (lodevoli) alimenta l’omofobia che già sussiste in ideologie di destra e nel becero machismo nazionale.
E alimenta la lesbofobia anche se forse il Vaticano teme più l’omosessualità maschile.
Ma se idee di destra sono contro gay e lesbiche perché contro ogni libertà umana anche tra chi si proclama di sinistra si trovano donne pronte a difendere oppressi a patto che stiano dall’altra parte del pianeta e a ignorare i Gaypride ma soprattutto a disprezzare la donna dichiarata o presunta lesbica.
Si creano stereotipi che farebbero riconoscere una lesbica o si usano termini volgari come “uomo mancato”.
Ma queste donne, di solito caratteri autoritari e ipocriti, tormentano figlie, sorelle, amiche, colleghe di lavoro e più una vera lesbica si nasconderà più aumenterà la persecuzione, le frasi dette alle spalle, i pettegolezzi, gli atti che vogliono creare difficoltà.
Al contrario più una lesbica non si nasconderà più nascerà rispetto e silenzio. La visibilità è il mezzo migliore per farsi rispettare.
Naturalmente visibilità non vuol dire andare alle 2 di notte nelle zone peggiori di Roma, Milano e apoli e fare coming out a rischio! Ma vivere quotidianamente con serenità una variante dell’amore con cui si nasce e che non è un peccato, nè una virtù ma è amore e l’amore se è vero e vissuto nel pieno rispetto dell’altra è un bene.
Le donne che detestano le lesbiche in generale creano sofferenza e questo è un male. Anche le lesbiche che hanno acquisito lesbofobia dovrebbero liberarsi di questo nemico interiore per vivere bene e non danneggiare a loro volta altre lesbiche in relazioni vissute in modo disastroso e distruttivo.
L’amore non distrugge ma crea.