Verso il cambiamento. L’esperienza de La tenda di Gionata con le persone LGBT
Estratto dell’intervento di Innocenzo Pontillo, presidente de La Tenda di Gionata, tenuto al webinar “Uniti verso il cambiamento (UTC2)” tenutosi il 21 ottobre 2021
Abbiamo voluto partecipare a questo incontro “Uniti verso il cambiamento (UTC2)” per portare il nostro contributo sulle buone pratiche che si possono intraprendere nelle nostre comunità cristiane per sostenere le persone LGBT e loro famiglie.
Negli interventi precedenti abbiamo già ascoltato le tante difficoltà che spesso vivono in questi ambiti, ma ora proviamo a vedere cosa può fare una piccola associazione cristiana, La tenda di Gionata, per fare la differenza. Soprattutto grazie all’impegno di chi cerca, ogni giorno, di essere un ponte nella chiesa cattolica per queste persone che, le nostre comunità cristiane, fanno fatica ad accogliere.
La Tenda di Gionata è nata nel 2018 su impulso di un sacerdote, don Davide Esposito, un prete di campagna di un paesino sperduto nell’Italia centrale che aveva però un grande sogno: che le comunità cristiane sapessero “allargare la loro tenda” per raccogliere tutti, diventando davvero dei santuari di accoglienza e di sostegno per le persone lgbt, i loro familiari e per tutte le persone che sono colpite dalla discriminazione.
Ispirati dal sogno vivissimo di Don David è nato il cammino de La tenda di Gionata, un andare che ruota intorno a tre capisaldi: il primo è l’accoglienza, con cui puntiamo a creare momenti in cui far incontrare i genitori e i loro figli LGBT con le nostre comunità cristiane, perché incontrandosi ed ascoltandosi, vedendosi in volto, si possa andare oltre le categorie e le sigle (LGBT, queer, etc…)
Puntiamo decisamente anche sulla formazione teologica e pastorale, importantissima per combattere dal punto di vista culturale e umano la discriminazione dei cristiani lgbt e dei loro genitori, che purtroppo è ancora presente nelle nostre comunità cristiane e si alimenta di pregiudizi e del non sapere chi è davvero una persona omosessuale, o cosa significa essere una persona transessuale binaria o non binaria.
Terzo punto fondamentale per noi è l’informazione, ovvero far conoscere le storie, i vissuti e i cammini delle persone omosessuali credenti e dei loro genitori, consci che anche nelle comunità cristiane “si teme ciò che non si conosce e non si conosce ciò che ci teme”.
L’accoglienza, la formazione e l’informazione sono declinati concretamente attraverso:
– ritiri spirituali in cui gli operatori pastorali camminano con i genitori e i loro figli LGBT, che ordinariamente non trovano casa nelle nostre;
– momenti di ascolto reciproco dove poter continuare un cammino spirituale e dove ascoltare insieme una Parola inclusiva;
– incontri web, in cui affrontare temi che normalmente nelle nostre comunità cristiane sono tabù, per permettere a persone che vivono queste difficoltà di confrontarsi e di dargli un nome.
Abbiamo cercato di declinare queste tre parole anche attraverso il Progetto Giornata (www.gionata.org), il portale internet che, ormai da quattordici anni, cerca di raccontare il cammino che fanno le persone omosessuali nelle chiese e nelle comunità cristiane che decidono di aprirgli le loro porte.
Abbiamo accompagnato la nascita anche di diversi progetti, tra cui:
– il progetto TRANSizioni con cui cerchiamo di raccogliere materiali e soprattutto di mettere in rete l’esperienza delle persone trans credenti;
– il cammino di MI FIDO DI TE, il servizio di ascolto per i cristiani LGBT e i loro genitori, che stiamo realizzando insieme ai volontari del Progetto Giovani cristiani LGBT;
– la realizzazione di diverse pubblicazioni gratuite che distribuiamo a chi ce ne fa richiesta, in cui affrontiamo i temi della fede e dell’omosessualità in tutte le sue diverse declinazioni (…).
Questo è il nostro cammino, che vogliamo fare insieme a tutti coloro che vorranno essere nostri compagni di viaggio.