L’esperienza dei cristiani LGBT deve essere giudicata “dai loro frutti” e non dai nostri pregiudizi
Articolo* pubblicato sul sito The Reformation Project (Stati Uniti), liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Messaggio negativo: I cristiani che sostengono le persone LGBTQ considerano la loro esperienza superiore all’autorità delle Scritture, perché conferma il loro punto di vista.
Messaggio positivo: L’esperienza della sana dottrina cristiana dovrebbe produrre buon frutto, non frutto cattivo.
Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. (Matteo 7:16-20)
I cristiani hanno messo in discussione le loro interpretazioni delle Scritture alla luce delle loro esperienze passate:
– I primi cristiani decisero di ammettere nella Chiesa i Gentili senza pretendere che fossero circoncisi e che obbedissero alle leggi dell’Antico Testamento: fu una decisione presa sulla base dell’esperienza. Pietro dichiarò, a proposito dei primi credenti gentili, “E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi… Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare?” (Atti 15:8,10).
– Nel XIX secolo i cristiani rimisero in discussione le venerabili interpretazioni delle Scritture che giustificavano la schiavitù. William Wilberforce, assieme a molti altri abolizionisti cristiani, descrisse l’orribile realtà della schiavitù per invitare gli altri cristiani a cambiare le proprie interpretazioni delle Scritture sul tema.
“Potete decidere di voltarvi dall’altra parte, ma non potrete mai più dire di non sapere.” (William Wilberforce, riferendosi alla tratta degli schiavi)
La necessità di una riforma: perché è fondamentale parlare di inclusione delle persone LGBTQ
1. L’orientamento sessuale non si sceglie, e non si può cambiare.
Per decenni molte Chiese hanno promosso dei “ministeri per guarire dall’omosessualità” (chiamati anche “terapie di conversione” o “ex-gay”), a loro dire una riposta coerentemente cristiana alle persone LGBTQ, basata sulla credenza che le persone avrebbero potuto in pratica scegliere di non essere omosessuali se si fossero impegnate a sufficienza, o avessero pregato abbastanza.
Nel 2013 la maggiore organizzazione ex-gay a livello mondiale, Exodus International, chiuse i battenti dopo che il suo presidente, Alan Chambers, aveva ammesso che il 99,9% delle persone che aveva “aiutato” non erano riuscite a cambiare il proprio orientamento sessuale. In un’intervista del 2019 Chambers è stato ancora più netto, affermando che “nessuno cambia il proprio orientamento, è una cosa che non accade mai”. Molti altri leader del movimento ex-gay, come Michael Bussee, John Paulk e John Smid, hanno abbandonato le loro posizioni, e oggi sostengono le persone LGBTQ.
“Nessuno cambia il proprio orientamento, è una cosa che non accade mai. Non c’è cura, né ministero, né incontro di preghiera, né nulla che tenga: non è possibile cambiare il proprio orientamento sessuale.” (Alan Chambers, ex presidente di Exodus International, organizzazione ex-gay ora chiusa)
2. I tentativi di modificare l’orientamento sessuale sono dannosi.
Gli sforzi tesi a cambiare l’orientamento sessuale di una persona non sono solo inefficaci, sono dannosi. Uno studio condotto nel 2018 sulle terapie di conversione afferma che i giovani LGBTQ i cui genitori hanno tentato di far loro modificare il loro orientamento hanno il doppio di probabilità di tentare il suicidio rispetto agli altri giovani LGBTQ. Il rischio di suicidio è tre volte più alto, invece, se la persona è stata sottoposta a terapie riparative o ministeri di preghiera.
I danni causati dalle terapie riparative sono dimostrati dal fatto che molti leader del movimento ex-gay non solo hanno rinunciato alla propria ideologia, ma hanno anche chiesto perdono alla comunità LGBTQ per i danni da loro causati.
“I potenziali rischi delle terapie riparative sono moltissimi, tra cui depressione, ansia e comportamenti autolesionisti… Perciò, l’Associazione degli Psichiatri Americani si oppone a ogni trattamento psichiatrico affine alle terapie riparative.” (Associazione degli Psichiatri Americani [American Psychiatric Association], Dichiarazione di principio sulle terapie volte a modificare l’orientamento sessuale)
3. Condannare le relazioni omosessuali e l’identità transgender porta frutti cattivi nella vita delle persone LGBTQ.
La condanna delle relazioni omosessuali ha posto terrificanti fardelli di vergogna sulle spalle di innumerevoli persone LGBTQ cristiane, e ha alimentato in loro l’alienazione da Dio, dalla Chiesa e dalla famiglia. Secondo un fondamentale studio del 2009, quando una famiglia rifiuta un figlio o una figlia LGBTQ, questi ha una probabilità 8,4 volte maggiore di tentare il suicidio, 5,9 volte maggiore di sviluppare una forte depressione, e 3,4 volte maggiore di fare uso di droghe illegali, rispetto alle persone LGBTQ sostenute dalle loro famiglie.
Uno studio del 2018 ha stabilito che, se la fede religiosa contribuisce a proteggere i giovani eterosessuali dai pensieri suicidi e dai tentativi di suicidio, per quanto riguarda i giovani gay, le giovani lesbiche e chi si trova ancora in dubbio, la fede religiosa ha l’effetto contrario. Il tasso di suicidio è altissimo tra le persone transgender: negli Stati Uniti, il 41% delle persone transgender adulte ha tentato il suicidio almeno una volta nella vita, contro l’1,6% del resto della popolazione.
Anche quando le famiglie cristiane cercano di comunicare ai loro figli LGBTQ che le relazioni omosessuali sono peccaminose nella maniera più amorevole e delicata possibile, i risultati possono essere disastrosi.
Consigliamo caldamente a tutti i genitori cristiani che stanno lottando con la notizia dell’identità del proprio figlio o figlia di leggere (il blog) Just Because He Breathes, la commovente storia dei genitori Linda e Rob Robertson e le devastanti conseguenze del rifiuto dell’identità del loro figlio Ryan, nonostante il loro impegno per amarlo e sostenerlo.
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
Testo originale: 1. Experience of sound Christian teachings should show good fruit, not bad fruit.