L’esperienza viva della pastorale con le persone omosessuali nella diocesi austriaca di Feldkirch
Testo di Susanne Winder* pubblicato sul sito della Diocesi cattolica di Feldkirch (Austria) il 27 gennaio 2016, liberamente tradotto da Giacomo Vitali
L’accompagnamento pastorale delle donne e degli uomini omosessuali e dei loro familiari ha trovato un suo spazio nella diocesi cattolica di Feldkirch (Austria): dopo un anno di preparazione, il gruppo di lavoro diocesano di “Pastorale per gli omosessuali” (DAHOP del Voralberg) è stato incardinato come un’istituzione diocesana. Ora fa parte, a livello organizzativo, del centro per “il Matrimonio e la famiglia”.
Nuovi sviluppi.
Nella sua prima omelia dopo l’elezione, papa Francesco ha descritto il compito dell’azione pastorale come un “custodirsi gli uni gli altri in un clima di familiarità, di rispetto reciproco e nel bene.” Ed ha sottolineato la responsabilità di ciascun uomo di “prendersi cura di tutti, di ogni singola persona, con amore,(…).”
Questa concezione della ‘cura pastorale’ e l’invito del Papa a guardare alle situazioni e alle persone in maniera sempre nuova, con lo sguardo di Gesù, aiuta la Chiesa a superare le proprie rigidità e ad aprirsi al cambiamento. L’incardinamento del gruppo di lavoro della pastorale omosessuale (DAHOP) come istituzione della diocesi di Feldkirch, dell’estate 2015, è il risultato di questa apertura. Nei prossimi giorni si svolgerà, per la prima volta, un’iniziativa sostenuta da DAHOP-Voralberg ovvero il gruppo di lavoro “Omosessualità dell’Austria” si incontrerà nel suo ritiro annuale a San Arbogast. Per la prima volta un vescovo parteciperà a questo appuntamento. Il vescovo Benno parlerà del Sinodo sulla famiglia e su come vede la pastorale per gli omosessuali nella sua diocesi.
In missione per il centro matrimonio e famiglia della diocesi
Il gruppo di lavoro di “Pastorale per gli omosessuali” (DAHOP) fa parte, sul piano organizzativo, del centro “Matrimonio e famiglia” della diocesi e i suoi membri vengono nominati previa approvazione del Consiglio direttivo dell’Centro diocesano, mentre il presidente si assume la responsabilità del lavoro del gruppo. Al momento il presidente è Edgar Ferchl-Blum.
Per lui questo gruppo è espressione di un’importante preoccupazione personale: “Crediamo che l’amore di Dio sia rivolto incondizionatamente a tutte le persone, nella concretezza della loro intera esistenza. Il modo in cui la Chiesa affronta attualmente l’argomento omosessualità ha spiazzato e spesso ha profondamente ferito molti i credenti e le persone che sentono di appartenere alla Chiesa. Vorrei che la Chiesa imparasse a trattare questo argomento in modo diverso.” Le basi di questo nuovo approccio si trovano nel documento programmatico, elaborato dal DAHOP: “contempliamo e viviamo la diversità e la pluralità delle persone – anche nel loro orientamento sessuale – come un dono prezioso.”
Fare spazio
Conoscersi, imparare a comprendersi e a stimarsi: questi sono i tre passi necessari per una convivenza feconda delle persone omosessuali con le persone eterosessuali. Gli omosessuali dovrebbero poter trovare il loro posto non solo nella società, ma anche nella Chiesa. Perciò occorre creare occasioni di incontro e di condivisione, all’insegna della reciproca stima, nelle quali le diverse posizioni sul tema possano anche permanere. Uno dei compiti più importanti dei membri del gruppo di lavoro sarà appunto quello di far spazio a queste occasioni.
Un accompagnamento fondato sul dialogo
Per il gruppo di lavoro per la pastorale con gli omosessuali è importante consigliare ed accompagnare le persone. Offre contatti a ‘madri’ e padri spirituali qualificati e a psicoterapeuti che riconoscono l’orientamento sessuale come componente essenziale della personalità. Queste proposte di confronto (con l’assistente spirituale) e di accompagnamento non sono aperti esclusivamente alle singole persone omosessuali, a donne e uomini che siano, bensì anche alle coppie di fidanzati/e dello stesso sesso e alle problematiche che queste possono incontrare quando progettano la loro vita insieme.
Il prete missionario della “Società del Verbo divino”, P. Pepp Steinmetz, che già a Innsbruck ha contribuito alla creazione del gruppo di lavoro diocesano della pastorale per gli omosessuali e che è membro del DAHOP del Voralberg, spiega: “Cuore dell’accompagnamento spirituale è per me il sostenere e promuovere relazioni umane.” Ovviamente queste proposte valgono anche per i genitori ed i parenti. Anche i nonni ed altre persone della precedente generazione troveranno un proprio interlocutore di riferimento.
Informarsi e prendere posizione
Accanto ad uno spazio protetto di accompagnamento spirituale e di confronto con il gruppo di lavoro della pastorale omosessuale, è importante anche la formazione, l’informazione e anche il prendere posizione pubblicamente su alcune questioni. Tuttora sono diffusi nella società e nella Chiesa pregiudizi contro le persone omosessuali. Se si guarda questo problema nella prospettiva della Chiesa universale, è necessaria un’opera di sensibilizzazione ancora più intensa, anche secondo quanto è emerso dal Sinodo sulla famiglia. In quell’occasione l’argomento è stato in buona parte escluso perché avrebbe generato troppa conflittualità. “Se ripercorro i vent’anni in cui mi sono impegnato su questo argomento nella diocesi di Voralberg, mi rendo conto che non c’è stata mai un’apertura così grande come in questo momento. Allo stesso tempo sono anche consapevole del fatto che ci muoviamo su un terreno scivoloso. Il fatto che questa porta possa rimanere aperta dipende ancora troppo dalle persone che guidano la Chiesa” dice il cappellano ospedaliero Johannes Heil, anch’egli membro del gruppo di lavoro.
“Il mio sogno, in questo contesto, è quello della prima lettera ai Corinzi, capitolo dodici, in cui Paolo descrive la Chiesa come un corpo con tante membra diverse tra di loro. In questo corpo ci sono tutti: omosessuali, bisessuali, eterosessuali… – tutti formano un solo corpo e ciascun membro non può stare senza l’altro: abbiamo bisogno l’uno dell’altro.” C’è ancora molta strada da fare prima di arrivare a questo obiettivo.
Molti giovani omosessuali questa consapevolezza arriva troppo tardi, quando essi hanno imparato ad ‘organizzarsi’ senza la Chiesa. Tuttavia le persone continuano a soffrire a causa dell’atteggiamento tenuto finora dalla Chiesa nei confronti degli omosessuali.
Il gruppo di lavoro saluta con favore, a beneficio di queste persone e della Chiesa nel suo insieme, ogni passo verso ciò che Gesù annuncia come la volontà di Dio ovvereo che le persone abbiano la vita e la vivano in fecondità.
Susanne Winder è membro del Consiglio direttivo del centro per ol matrimonio e la famiglia della diocesi austriaca di Voralberg e collabora all’interno del gruppo di lavoro “Pastorale per gli omosessuali” (DAHOP)
Testo originale: Auch in der Kirche die Vielfalt leben