Lettera ai genitori che rifiutano i loro figli perché sono gay o lesbiche
Testo tratto dal blog L’ecrit qui gratte (Francia) del 1 marzo 2006, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Avete appena appreso l’omosessualità di vostro figlio, di vostra figlia. Lui/lei è omosessuale, lo sa da molto più tempo di voi. Gli ci è voluto, la maggior parte del tempo senza alcun sostegno, un lungo cammino per riconoscere quello che è, poi tentare di accettarsi come tale.
Ha vissuto nell’ansia del giorno in cui voi ne sareste stati al corrente, non sapendo quella che sarebbe stata la vostra reazione. Ci si deve amare come si è, non su una menzogna, giusto?
In un modo o in un altro, e anche se il tutto si è svolto in un clima di tensione, si è infine aperto a voi e SPETTA A VOI ORMAI non rompere la dinamica di fiducia che si è instaurata. Se trovate che l’immagine che vi facevate di vostro figlio si è modificata, addirittura scossa dalla notizia, la sua personalità intima non è cambiata.
Rimane esattamente lo stesso/la stessa che conoscevate, con le sue qualità e i suoi difetti. Non ha scelto di essere quello che è, ma lo resterà verosimilmente per tutta la vita. Se si accetta bene potrà vivere altrettanto felice di chiunque altro.
Sappiate bene che:
1. Non avete nessuna colpa.
2. Non siete stati preparati a questo, lo dovrete imparare.
3. Nello stato attuale delle conoscenze ignoriamo totalmente le origini dell’omosessualità. “Non c’è niente da capire. Bisogna amare il proprio figlio e accettarlo.”
4. Troppo spesso ridotta a un’immagine stereotipata, l’omosessualità può esprimersi ed essere vissuta in modi molto differenti, sia per quanto riguarda i sentimenti che i comportamenti o le pratiche sessuali. Il termine si riferisce a una grande varietà di situazioni.
5. L’omosessualità non concerne solamente la vita sessuale, ma la vita affettiva nel suo insieme… e le grandi storie d’amore non sono appannaggio degli eterosessuali, tanto meno la stabilità e le fedeltà di coppia.
6. Conviene lasciare tempo al tempo. A forza di dialogare e ascoltare è possibile comprendere e accettare progressivamente il proprio figlio nella sua differenza.
7. Non dimenticate tuttavia che è una delle maggiori cause di suicidio presso i giovani allorché si sentono negati o addirittura rifiutati: un figlio omosessuale è molto meglio di un figlio morto, no?
8. Però dovrete uccidere il figlio/la figlia che avevate in testa per accettarne un altro/un’altra. Voi avevate imbastito un copione per la vita… tanto peggio, vi toccherà mettervi in lutto per il figlio ideale, per la figlia ideale.
9. Le rappresentazioni sociali e culturali dell’omosessualità vi rinviano a delle immagini caricaturali. Messi di fronte a questi clichés voi genitori vi sentite profondamente disorientati o anche scioccati.
Ma queste rappresentazioni sono largamente riduttive e non tolgono nulla alle qualità di equilibrio, di generosità e di ascolto di numerosi omosessuali.
10. I luoghi di incontro appaiono, nell’immaginario collettivo, come dei veri simboli di depravazione. In realtà, per gli omosessuali che li frequentano, questi luoghi sono talvolta il solo rifugio possibile per esprimere la loro differenza al riparo dagli sguardi riprovatori.
I bar e le discoteche sono, per molti, essenzialmente dei luoghi di franca convivialità e divertimento. Non tutte le persone omosessuali li frequentano che oltretutto non esistono ovunque. Nemmeno tutti gli etero frequentano le discoteche…
11. La società, i media, le religioni confondono volentieri omosessualità e pedofilia. Ora l’omosessualità presuppone una relazione egualitaria tra due persone consenzienti. Non è il caso della pedofilia: il bambino è in uno stato di dipendenza e sottomissione rispetto all’adulto, che costituisce per lui un modello di sapere, di legge e di morale. L’omosessualità è un atto libero e legale. Non potrebbe in alcun caso essere assimilata alla pedofilia, che costituisce molto chiaramente un abuso sessuale e può essere di natura tanto eterosessuale che omosessuale.
12. L’associazione, spesso sistematica, di omosessualità maschile e AIDS resta assai tenace nella coscienza collettiva. Essa proviene dai discorsi dei media che parlavano di “cancro gay” all’inizio degli anni ’80. Questo timore dei genitori di fronte al rischio di vedere il loro figlio omosessuale colpito da questo virus è legittimo, ma come per ogni genitore di un figlio in età di avere una vita sessualmente attiva.
I clichés riduttivi non rendono conto della realtà. Il pericolo non viene dai “gruppi a rischio” ma piuttosto dalle “pratiche a rischio”. Questo deve invitare a tenere molto presto ai propri figli un discorso informativo di prevenzione, precisando loro, senza tabù, le modalità di trasmissione e, di fatto, i mezzi di protezione.
13. L’esclusione sociale o familiare può causare condotte suicidarie. Sentirsi rifiutato dalla società, dalle persone vicine o dall’ambiente familiare può indurre degli atteggiamenti a rischio nella logica del “non avere più niente da perdere”.
14. L’immagine sociale degli omosessuali è in costante evoluzione in Francia. Questa evoluzione della mentalità è stata accompagnata da un arretramento costante delle disposizioni legislative discriminatorie.
15. Eppure l’omosessuale è ancora troppo sovente percepito come un essere anormale, non frequentabile, oggetto di derisione. L’omofobia esiste ancora, come esiste la xenofobia e senza dubbio per le stesse ragioni irrazionali. Ecco perché bisogna restare molto vigili, una regressione è sempre possibile.
16. I vostri figli hanno bisogno di voi. Potete, anche voi, rifiutarvi di mentire sulla loro vita e agire per fare in modo che non venga disprezzata in ragione del loro orientamento sessuale e testimoniare che vostro figlio è rimasto lo stesso e che avete conservato la vostra fiducia e il vostro amore per lui.
Sì, preferireste senza dubbio che vostro figlio/vostra figlia sia diverso/a ma cercare di “guarirlo/a” non serve a nulla, poiché non c’è nulla da guarire. Se cercate di forzare vostro figlio a cambiare, rischia di rifiutarvi o di rendersi infelice cercando di piacervi. Al contrario, è indispensabile che rispettiate il suo modo di vivere, che cerchiate di comprenderlo e che lo aiutiate ad accettarsi com’è, circondandolo di tutto il vostro amore.
Questo cammino non è facile e ci vuole tempo per percorrerlo, ma solo questo approccio, fondato sull’ascolto, il dialogo e l’assenza di giudizio può essere costruttivo. Ciò che vi augurate per vostro figlio è che sia felice, non è vero?
Testo originale: Lettre ouverte aux parents d’homos tentes par une attitude homophobe ou lesbophobe