Lettera aperta alla Chiesa italiana sulle persone omosessuali
Il 18 novembre del 1999 è stata inviata alla stampa e al Card. Ruini, all’epoca presidente della conferenza episcopale italiana, a tutti i Vescovi italiani e alle riviste d’ispirazione cattolica questa “Lettera aperta alla Chiesa italiana” che propone a tutta la comunità dei credenti le analisi e le proposte emerse nell’incontro di Milano su “le persone omosessuali nella Chiesa”. Una lettera che, a distanza di anni, aspetta ancora una risposta concreta da parte della chiesa cattolica italiana.
Il 23 ottobre 1999 a Milano circa 200 persone, provenienti da tutta Italia, hanno partecipato, in un clima di riflessione e fraternità, al convegno “Le persone omosessuali nella Chiesa: problemi, percorsi, prospettive“, promosso dal Coordinamento di gruppi di omosessuali cristiani in Italia e dalla sezione italiana del Movimento internazionale “Noi siamo Chiesa” (IMWAC), in collaborazione con l’Associazione genitori di omosessuali (AGEDO) e la Rete evangelica Fede e Omosessualità (REFO).
Durante i lavori del Convegno sono emerse :
– l’inadeguatezza di un magistero ecclesiale che alterna i troppi silenzi a un approccio prevalentemente normativo, alimentando la solitudine e l’angoscia delle persone omosessuali;
– la necessità che la Chiesa cattolica ribadisca con chiarezza che, in Gesù Cristo, tutti gli uomini e tutte le donne, gay e lesbiche compresi, sono chiamati da Dio alla salvezza e riconosca il diritto-dovere degli omosessuali di manifestare senza ipocrisie la propria identità;
– le discriminazioni, le violenze fisiche e le pressioni psicologiche di cui le persone omosessuali sono spesso fatte oggetto, anche nella Chiesa, a causa della loro diversità;
– le testimonianze di alcune comunità ecclesiali in cui il ruolo di gay e lesbiche credenti viene pubblicamente riconosciuto e valorizzato;
– l’esemplarità con cui tante persone omosessuali vivono una vita cristianamente ispirata e la fedeltà con cui continuano a lodare Dio e servire il prossimo nelle loro parrocchie
– l’urgenza di un’assistenza pastorale e di un accompagnamento spirituale che siano rispettosi della diversità di gay e lesbiche e li aiutino a sviluppare un’affettività matura in cui integrare la loro tendenza sessuale, molto spesso “innata” – come riconosce il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2358 – Edizione tipica italiana 1992) – e quindi da accettare come dato imprescindibile per un cammino verso una fede adulta.
Ci rivolgiamo perciò alla Chiesa che è in Italia – a tutti i livelli e nelle sue diverse articolazioni – chiedendole di far udire chiaramente e con forza la propria voce per:
– difendere le persone omosessuali quando vengono aggredite e operare perchè non siano emarginate nè nella comunità ecclesiale nè nella società;
– affermare che la salvezza è alla portata di tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere;
– assumere l’impegno ad aprirsi “alle gioie e alle speranze, alle tristezze e alle angosce” (Gaudium et Spes 1) delle persone omosessuali, che, quando soffrono per la loro diversità, diventano un’immagine viva di Cristo sofferente sulla croce.
Ai nostri vescovi e alla Conferenza Episcopale Italiana domandiamo in particolare di:
– promuovere un’iniziativa per approfondire l’argomento;
– creare uno spazio di confronto tra e con le esperienze dei gruppi di gay credenti italiani;
– dar seguito, anche attingendo a esperienze straniere come l’organismo appositamente istituito (Arbeitskreis Homosexuellenpastoral) dalla diocesi di Innsbruck, alle indicazioni della lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede “Homosexualitatis problema”, che dal 1986 sollecita “lo sviluppo di forme specializzate di cura pastorale per persone omosessuali” (n. 17).
Milano 24 ottobre 1999