Lettera dei credenti omosessuali di Dignity sulla cura pastorale degli omosessuali
Documento approvato da DignityUsa nel 2007, liberamente tradotto da Fabio
“Ministry to persons with a homosexual inclination: Guidelines for pastoral care”, è il titolo di un documento approvato dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti nel novembre 2006 che segna un netto passo indietro rispetto al precedente “Always our Children” (1997) dove i vescovi statunitensi si sono occupati di omosessualità con una apertura e una sollecitudine ben diversa.
Questa lettera di Dignity, il più grande movimento americano formato da lesbiche e gay cattolici e dalle loro famiglie, da voce alle preoccupazioni dei cattolici omosessuali e richiama i Vescovi degli Stati Uniti a porre fine al pregiudizio e alla discriminazione contro le persone omosessuali nella chiesa ed esprime la speranza, l’aspettativa e la domanda che i cattolici omosessuali possano essere davvero partecipi alla vita della loro chiesa cattolica, com’è nel loro diritto di battezzati.
Prefazione
Nel novembre 2006, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha prodotto un documento intitolato Ministry to persons with a homosexual inclination: Guidelines for pastoral care.
Sebbene sia stato accolto dalla comunità delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e transessuali (LGBT) come un riconoscimento delle particolari necessità spirituali dei cattolici LGBT, il documento non riesce a toccare molte importanti preoccupazioni delle persone a cui cerca di portare assistenza.
Particolarmente doloroso, secondo quanto ammesso dagli stessi vescovi, è stato il non aver consultato o cercato spunti dalla comunità LGBT durante la stesura della lettera. In aggiunta, piuttosto che accogliere le persone LGBT affinché partecipino pienamente nella vita della chiesa, i vescovi [sembrano ancora una volta] volerle fare sprofondare nella vergogna dell’invisibilità e del silenzio, perpetuando così i vecchi pregiudizi e la discriminazione nella chiesa e nella società.
La seguente Lettera 2007 di Dignity sulla cura pastorale per le lesbiche, i gay, i bisessuali e i transessuali (LGBT) cerca di cogliere alcune delle necessità pastorali critiche della comunità LGBT di oggi. La lettera dà voce alle preoccupazioni dei cattolici LGBT relativamente al loro ruolo nella chiesa; richiama i vescovi degli Stati Uniti a porre fine al pregiudizio e alla discriminazione contro le persone LGBT nella chiesa; ed esprime la speranza, l’aspettativa e la semplice domanda dei cattolici LGBT di essere partecipanti a pieno titolo nella loro chiesa, com’è nel loro diritto di battezzati.
“Per grazia di Dio io sono quello che sono. E la sua grazia non è stata inefficace” (1Cor 15,10)
“Noi crediamo che, come gay, lesbiche, bisessuali e transessuali cattolici, nella nostra diversità siamo membri del mistico corpo di Cristo, e facciamo parte del Popolo di Dio. Noi abbiamo una intrinseca dignità perché Dio ci ha creati, Cristo è morto per noi, e siamo stati battezzati, facendoci tempio dello Spirito Santo, e canali attraverso cui l’amore di Dio diventa visibile. Per questi motivi, è nostro diritto, nostro privilegio e nostro dovere vivere la vita sacramentale della Chiesa, così che possiamo diventare più potenti strumenti dell’amore di Dio per tutte le genti”.
– Premessa alla Dichiarazione di posizione e scopo di Dignity
Le lesbiche, i gay, i bisessuali e i transessuali (LGBT) cattolici e le loro famiglie, come tutti i cattolici, necessitano e meritano una cura pastorale da parte dei sacerdoti e dei membri della chiesa che sia rispettosa, incoraggiante, sfidante e diretta ad aiutarli a maturare e approfondire il loro impegno evangelico.
Dignity fa ricorso a quasi 40 anni di servizio per le persone LGBT, e sull’esperienza vissuta da migliaia di fedeli LGBT cattolici, per presentare la seguente dichiarazione relativa a ciò che la cura pastorale dovrebbe comprendere:
1. La cura pastorale per i cattolici LGBT deve veramente incarnare e riflettere la verità che noi siano uguali in valore e dignità a tutti gli altri. Come figli di Dio, noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, come tutte le altre persone.
Noi dovremmo, quindi, essere trattati con rispetto, ed essere costantemente messi alla prova nel rispettare gli altri, specialmente coloro che sono diversi da noi o non ci sono famigliari. Come persone e come comunità, meritiamo la stessa protezione legale dei diritti umani di base goduta dagli altri membri della chiesa e della società civile.
Questi includono i diritti a vivere nella sicurezza, pari opportunità nel lavoro, libertà dalla violenza fisica e verbale, migrazione e assistenza sanitaria. Questi diritti non dovrebbero essere meramente affermati, ma attivamente promossi dai leader della chiesa e dai sacerdoti nell’arena dei discorsi pubblici e della legislazione civile. Comportamenti diretti ad ostacolare il raggiungimento di questi diritti non dovrebbero mai essere difesi dal pulpito.
2. I cattolici LGBT devono essere accolti come partecipanti pienamente uguali nella vita della chiesa. Tutti i sacramenti, i ruoli ecclesiastici, la leadership e il servizio per gli altri dovrebbero essere aperti ai cattolici LGBT, come lo sono per gli altri membri della chiesa.
Gli impiegati e i volontari al servizio della chiesa devono essere liberi da ogni maltrattamento, discriminazione o recriminazione dovuta a identità di genere o orientamento sessuale, senza fare distinzioni se l’identità o l’orientamento sono stati pubblicamente rivelati o se si è venuti a conoscenza.
3. Il ministero pastorale rivolto a noi cattolici LGBT e alle nostre famiglie deve essere sensibile alla storia dell’alienazione causata da decenni di dichiarazioni negative e azioni dirette contro la nostra comunità da leader della chiesa e sacerdoti. La consapevolezza del dolore e della paura delle istituzioni religiose sofferta da molti cattolici LGBT e dalle loro famiglie e una volontà di lavorare per riguadagnare la fiducia sono qualità essenziali per tutte le persone coinvolte in questo servizio.
A noi cattolici LGBT servirà spazio e tempo per raccontare le nostre storie, ed essere ascoltati con una sincera apertura e volontà di conoscere le nostre vite, le nostre relazioni e la relazione fra le nostre vite e la nostra fede.
4. Le vite e le esperienze dei cattolici LGBT devono essere riflesse negli eventi liturgici, educativi e sociali dela chiesa. Troppo a lungo, l’invisibilità delle persone LGBT nella chiesa e nella società ha consentito che continuasse l’oppressione. Mantenere il velo del segreto conduce all’isolamento, alla confusione e al senso di vergogna. Invita coloro che non ci capiscono o che sono ostili verso di noi a deumanizzare e patologizzare le persone LGBT, e a vederci minacciosi e alieni.
Le nostre vite e le nostre esperienze devono essere annoverate come normali dimensioni della creazione di Dio. Noi dobbiamo renderci visibili – per amore di noi stessi e per amore del resto della famiglia umana. Rituali che aiutano a santificare gli aspetti delle vite delle persone LGBT sono necessari per assicurare che la chiesa sia veramente accogliente. In aggiunta, attenzione speciale deve essere data a prevenire la continua marginalizzazione ed esclusione delle donne dalla piena e significativa partecipazione nelle attività della chiesa.
5. Una teologia della sessualità revisionata deve riconoscere che molte relazioni affettive esprimono l’amore unitivo, anche in assenza di una possibile procreazione. Questo deve essere affermato come espressione dell’amore divino. La chiesa ha da tempo riconosciuto che una delle primarie funzioni della relazione sessuale all’interno del matrimonio è la funzione unitiva, che facilita lo sviluppo di un legame d’amore e l’intimità fra i partner. In più, la chiesa approva il matrimonio fra uomini e donne che non hanno possibilità di procreare, per motivi d’età o per infertilità.
Una relazione sessualmente intima nelle coppie dello stesso genere deve essere affermata come avente lo stesso potenziale di santità così come avviene nelle coppie sposate di sesso diverso. Linee guida per l’espressione etica della sessualità sono benvenute, fino al punto in cui promuovono rispetto, libertà dallo sfruttamento, onestà e amore maturo fra partner. E’ di importanza critica per i sacerdoti, confessori e professionisti credenti ricevere una formazione e un aggiornamento teologico riguardante la natura, lo scopo e lo sviluppo della relazione sessuale delle persone LBGT.
6. I partner dello stesso sesso devono avere l’opportunità di formalizzare l’impegno reciproco sacramentalmente, così come nel matrimonio civile. L’uguaglianza agli occhi di Dio e di fronte alla legge deve essere affermata. Le persone LGBT devono avere lo stesso accesso delle sorelle e dei fratelli eterosessuali al sacramento del matrimonio e alle protezioni legali che sostengono e danno pubblico riconoscimento dei nostri impegni reciproci. I leader della chiesa dovrebbero essere in prima linea nel battersi per l’uguale riconoscimento degli impegni reciproci fra partner dello stesso sesso. La chiesa non dovrebbe operare attivamente contro gli sforzi di ottenere il diritto al matrimonio civile per le persone LGBT.
7. La cura pastorale per le famiglie delle persone LGBT – sia le famiglie in cui nasciamo, sia le famiglie che andiamo a formare – dovrebbe enfatizzare il rispetto, l’inclusione, l’amore e il sostegno e al tempo stesso dovrebbe fornire supporto per i particolari problemi che le persone LGBT e le loro famiglie soffrono.
Molti genitori, nonni, parenti vari e famiglie allargate trovano il loro amore per i membri LGBT della famiglia in conflitto con messaggi sociali e religiosi. Essi combattono per mantenere una relazione positiva con i membri della famiglia che si sono dichiarati, dopo aver scoperto il loro orientamento sessuale. L’esperienza del “coming out”, che può essere dolorosa o accolta con garbo, richiede supporto compassionevole.
Vescovi e sacerdoti devono esortare i membri della famiglia a mantenere i rapporti, offrire rispetto reciproco incondizionato e comunicare onestamente l’un l’altro. Vescovi e sacerdoti devono anche aiutare le famiglie LGBT a svilupparsi e a funzionare. In più, essi devono voler assistere le famiglie LGBT in momenti di stress e difficoltà, come nei casi di violenza domestica o nella fine della relazione.
8. I leader della chiesa devono sostenere e aiutare le persone LGBT e le coppie con bambini, così come devono aiutare i bambini di queste famiglie. Il numero di famiglie con bambini e genitori LGBT è considerevole e crescente. La formazione di queste famiglie, che includono sia bambini biologici sia bambini adottati, è motivato dal fondamentale desiderio umano di amare e crescere i bambini.
I leader della chiesa dovrebbero provvedere ad un uguale e libero accesso a tutti i sacramenti, dovrebbero operare per assicurare una uguale protezione legale per tutte le famiglie, e dovrebbero condurre sforzi per porre fine alle violenze verbali e fisiche sperimentate dai membri di queste famiglie.
9. La chiesa deve lavorare per assicurare che tutti i giovani, inclusi quelli che stanno facendo “coming out” o che si stanno domandando qual è la loro identità di genere o il loro orientamento sessuale, siano al sicuro da molestie verbali o fisiche e dalla violenza a scuola e negli altri contesti sociali. L’opportunità di maturare con un positivo senso di identità è vitale per tutti i giovani.
Ad essi occorre una varietà di modelli positivi, forti paletti e l’incoraggiamento di agire in modi che dimostrano rispetto per se stessi e per gli altri, anche quando si assumono rischi che li aiutano a capire le loro capacità e i loro limiti.
10. I cattolici LGBT, come tutti gli altri cattolici, dovrebbero essere messi alla prova nel vivere i valori del vangelo: servizio agli altri, compassione e vita di comunità. I cattolici LGBT devono essere coinvolti nel servire la gente che vive in povertà, che soffre a causa di malattie o che vive ai margini della società. Noi dobbiamo essere parte della condivisione di fede che costruisce la comunità spirituale. Noi dobbiamo ricordarci che amare il prossimo come se stessi è parte del grande comandamento di Gesù. Noi dobbiamo estendere a tutti gli altri il rispetto e la dignità che stiamo operando così duramente per guadagnare per noi stessi.
Testo originale
Letter on the Pastoral Care of Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender (LGBT) People 2007
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Per Approfondire (siti esterni)
Ministry to persons with homosexual inclination (in inglese)
Letter on the Pastoral Care of Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender (LGBT) People 2007 (in inglese)
Sito web di DignityUSA – Lesbian, Gay, Bisexual, Transgendered Catholics (in inglese)