L’Ex Sant’Uffizio ha una visione restrittiva della sessualità
Riflessioni di Giannino Piana* pubblicate sul mensile cattolico Jesus n.5, anno XLIII, Maggio 2021, pag.5
Il “no” della Pontificia Congregazione per la dottrina della fede al quesito relativo alla possibilità di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso ha suscitato (e non poteva che suscitare) vive perplessità. In realtà il tono del documento vaticano è meno freddo e burocratico del solito e riconosce a tali unioni la presenza di «elementi positivi che sono pur da apprezzare e valorizzare».
Ma, nonostante questo, non ritiene che questa presenza sia «comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiastica, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore». Le motivazioni addotte per negare la possibilità della benedizione sono essenzialmente due.
La prima è che le benedizioni, in quanto sacramentali, vanno concesse «soltanto nelle circostanze ordinate a servire ciò che è conforme al disegno divino», il quale comporta che la prassi sessuale sia legittima solo nell’ambito del matrimonio tra uomo e donna.
La seconda è il rischio di una possibile confusione tra benedizione e matrimonio sacramento. Ambedue le motivazioni risultano, a ben vedere, decisamente deboli, sia perché i sacramentali (e prima ancora i sacramenti) non sono frutto di merito personale, ma atto gratuito di Dio che viene incontro alla debolezza umana, sia perché la differenza tra benedizione e sacramento è ben nota.
Ma la ragione di fondo dell’intervento vaticano è frutto della persistenza di una visione restrittiva dell’esercizio della sessualità, che impedisce si consideri la qualità dell’amore come il criterio primario di valutazione etica del comportamento tanto nelle relazioni eterosessuali che omosessuali.
L’incapacità di uscire dallo stretto legame della sessualità con il rapporto matrimoniale uomo-donna e con la fecondità biologica costituisce ancor oggi (nonostante le aperture avvenute) la maggiore difficoltà ad accettare l’unione omosessuale, e dunque la causa del rifiuto della benedizione.
* Giannino Piana, già docente di Etica cristiana all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Libera Università di Urbino e di Etica ed economia alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino, autore di diversi saggi. Collabora a diverse riviste ed ha presieduto l’Associazione Teologica Italiana per lo studio della Morale (Atism)