Libera Rugby Club, ecco la prima squadra gay friendly italiana
Articolo dell’8 luglio 2013 di Silvia Colaneri pubblicato su Di Roma
Sta per arrivare, finalmente anche in Italia, la prima squadra gay e gay friendly di Rugby ed è proprio a Roma che la comunità gay sta raccogliendo le adesione per farla nascere. Uno dei suoi cuori batte anche nel II Municipio della Capitale. L’Italia è uno dei pochissimi paesi occidentali a non avere ancora squadre di rugby gay, a differenza di nazioni europee e d’oltre oceano e di città come Parigi, Londra, Amsterdam, Berlino, Bruxelles, Lisbona, Dublino, Los Angeles, New York, Sydney, Porto.
Al momento sono 23 ragazzi fissi della formazione, uno di loro, Roberto, non è gay e non rimarrà l’unico. Sono giovani che hanno aderito perché, come ci spiega Stefano Iezzi, uno degli organizzatori, questa iniziativa serve non solo a permettere a ragazzi omosessuali di poter giocare serenamente in una squadra di rugby, uno degli sport più duri e considerato il più “macho” tra quelli maschili, ma anche un modo per combattere alcuni falsi stereotipi che vedono l’omosessuale privo delle tipiche caratteristiche maschili di forza e carattere.
“Libera Rugby Club”, federata Gaycs, dipartimento Glbt dell’Aics, l’Associazione Italiana Cultura e Sport, sarà il nome dell’associazione romana, dove quel “Libera”, volutamente al femminile, sta a sottolineare che non esiste nell’ideologia del gruppo nessun tipo di sessismo, ma pure che il rugby italiano ha bisogno di essere liberato da falsi pregiudizi, dall’omofobia ed essere davvero un gioco di squadra aperto a tutti, gay ed etero, dove fare amicizia e dare un bell’esempio di integrazione.
L’outing dell’ex rugbista britannico Gareth Thomas (nazionale del Galles), qualche anno fa, aveva senza dubbio dimostrato qualcosa di importante: «Il rugby è lo sport più duro. Io sono un giocatore di rugby. E sono gay (…) ma questo non significa che desideri ogni uomo su questo pianeta. (…) Sarei felicissimo se, nell’arco di 10 anni, questo non fosse più un argomento da affrontare nello sport, se la gente dicesse: “E allora?”». Ma sono tanti oggi i grandi sportivi appartenenti a varie discipline, compreso il Calcio e altri sport dove i telecronisti parlano spesso di “gioco maschio”, che hanno chiaramente dichiarato la loro omosessualità. Non perché sia un obbligo farlo, tutt’altro, il privato è e rimarrà sacro, ma servono come buon esempio, best practice per eliminare preconcetti, discriminazioni e come viatico per un’armonica integrazione. Alcuni esempi: il pugile canadese Mark Leduc, argento alle Olimpiadi di Barcellona o Greg Louganis, uno dei più grandi tuffatori della storia; il cavaliere Robert Dover alle Olimpiady di Sydney, il tuffatore australiano Matthew Mitcham alle Olimpiadi di Pechino, il tennista Francisco Rodriguez, il calciatore inglese Matt Jarvis, ala del West Ham, squadra che milita in Premier League o il giocatore statunitense della Nba Jason Collins (basket, grande cestista, uno dei pilastri della sua squadra, rispettatissimo e mamatissimo dai compagni di gioco). Poi la grande casa Nike, la prima a voler riportare “normalità” e a sponsorizzare con forza atleti gay mettendo in prima fila il suo marchio.
Da circa un mese sono già iniziati i primi incontri di prova e da poco gli allenamenti ufficiali della nuova squadra di Rugby romana Libera Rugby Club, come il primo della serie, il 4 luglio, che ha visto scendere in campo 25 ragazzi. La formazione ha pure scelto le divise. «Come colori il blu e il giallo nella prima maglia, nella seconda blu e rosso perché siamo gemellati con gli AllReds. Sono molto soddisfatto, perché ho visto tutti quanti felici dopo il primo allenamento ufficiale della nostra formazione» ha sottolineato Massimiliano Alari, uno dei componenti della squadra, nonché vicepresidente dell’associazione e fra i promotori dell’iniziativa insieme a Stefano Iezzi.
Adesso non resta che la presentazione ufficiale al Coni, evento che dovrebbe avvenire entro il 20 luglio 2013. Chiunque voglia condividere la passione per il rugby, contribuendo ad abbattere l’omofobia nel mondo dello sport maschile, può inviare una mail a romanrugby2013@gmail.com