Licenziato dalla diocesi perchè gay. Quando i fedeli cattolici decidono di non tacere!
Articolo di Tatiana Krisztina pubblicato sul sito New York City News Service (Stati Uniti) il 10 dicembre 2021, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Di recente, durante la Messa domenicale alla parrocchia del Corpus Christi a Woodside (Queens, New York), il parroco, nella sua omelia, ha citato alcuni passi delle Scritture che parlano di ospitalità e generosità. Forse alcuni dei presenti hanno trovato incongruo questo messaggio, visto che, alcune settimane prima, il direttore musicale della parrocchia era stato licenziato perché ama un uomo.
Il 13 ottobre scorso la diocesi cattolica di Brooklyn, che include il Queens, ha obbligato Matthew LaBanca a lasciare i suoi due posti di lavoro (direttore musicale della parrocchia del Corpus Christi e insegnante di musica all’Accademia Cattolica St. Joseph, una scuola Astoria dove insegnava dal 2015) perché ha sposato il suo compagno di vita, Rowan Meyer.
Il quarantaseienne Matthew LaBanca era in chiesa, nel primo banco, a cantare inni ad alta voce assieme ai suoi famigliari e ad altre persone, tutte con la mascherina arcobaleno a simboleggiare la fierezza LBGTQ+ e il “sostegno pacifico” contro il suo licenziamento: “Gli altri sanno sorprenderti in modi bellissimi, e propio questo mi è successo quella domenica. Se indossi quella mascherina arcobaleno, non c’è dubbio su come la pensi, e la grande maggioranza della gente la indossava”.
Fuori dalla chiesa, sulla Sessantunesima strada, un poliziotto in uniforme l’aveva avvicinato prima della Messa, dicendogli che era lì per proteggerlo. Né Matthew, né i suoi sostenitori avevano chiamato la polizia, e non è chiaro chi lo abbia fatto.
I genitori dei suoi alunni e i membri del coro sono stati subito al suo fianco: “Ci ha incoraggiati ad amare e perdonare, e vuole che ci sia un certo rispetto reciproco tra la comunità LGBT e la Chiesa Cattolica” dice Susan Grimes, membro del coro e parrocchiana molto attiva.
Regina Stavropoulos, madre di due alunni della scuola, ha creato delle mascherine personalizzate recanti un cuore arcobaleno e il sito web di Matthew.
I suoi genitori, Felicia e Frank, sono arrivati dal nord dello Stato di New York per essere in chiesa con il figlio: “Penso sia un’atrocità, al giorno d’oggi, fare una cosa simile a una persona che ha dato praticamente la sua intera vita alla Chiesa. Siamo tutti figli di Dio, e Gesù ci ha detto di amare il nostro prossimo. Questo non è mostrare amore” dice Felicia.
Perché ha voluto parlare
Matthew e Rowan, che fa l’attore, si sono sposati il 1 agosto scorso. Sei settimane dopo, Matthew è stato licenziato: “Il suo contratto è stato risolto sulla base della regola secondo cui tutte le scuole cattoliche, il personale scolastico e i ministri della Chiesa devono attenersi alla dottrina della Chiesa, in quanto hanno la responsabilità di trasmetterla agli studenti” ha dichiarato la diocesi.
Matthew afferma di non essere un ministro della Chiesa, in quanto non ha mai studiato teologia. Dice di aver rifiutato un accordo che prevedeva una buonuscita di 20.000 dollari e l’impegno di non parlare del fatto. Per tutta risposta, ha pubblicato un video su YouTube in cui spiega la sua posizione, visualizzato più di 25.000 volte, e ne ha parlato anche con il [quotidiano] New York Times. Un documentarista si è infine fatto avanti per produrre un film sulla vicenda.
Due settimane fa Matthew ha cominciato il suo nuovo lavoro di insegnante di musica in una scuola elementare pubblica del Queens, e sta scrivendo un pezzo teatrale sul suo licenziamento, intitolato “Communion”. Spera che questa storia possa aiutare la Chiesa a cambiare.
Un appello al nuovo vescovo
Matthew, attraverso due petizioni, ha raccolto più di ventimila firme da presentare al vescovo Robert Brennan, che il 30 novembre scorso ha preso il posto di Nicholas DiMarzio, sotto cui è avvenuto il licenziamento. Matthew spera che monsignor Brennan possa ascoltarlo, e nutre speranze anche nell’imminente Sinodo dei Vescovi.
Se un buon numero di parrocchiani farà sentire la sua voce, la Chiesa dovrà diventare più accogliente verso le persone LGBTQ+: “Se ogni persona prendesse una parrocchia della diocesi, o anche fuori della diocesi, e vi facesse conoscere il nostro messaggio, il mio video, penso che smuoverebbe le coscienze, e l’ago della bilancia si sposterebbe” conclude Matthew.
Testo originale: The Face of Support