Lieti nella Speranza! Noi genitori di fronte al coming out di nostro figlio
Testimonianza di Corrado e Michela della rete 3volteGenitori tenuta alla Giornata della gioventù diocesana della diocesi di Ascoli Piceno (chiesa di Santa Maria Goretti, 2 dicembre 2023)
“Lieti nella Speranza!”. Questo era il motto assegnato da papa Francesco alla Giornata Mondiale della Gioventù di quest’anno e che don Daniele, responsabile dell’Ufficio Diocesano di Ascoli Piceno, ci ha invitato a declinare “di fronte al coming out di vostro figlio”, portando la nostra testimonianza il 2 dicembre scorso.
Sinceramente siamo rimasti un poco spaventati dalla riflessione che eravamo chiamati a fare e sorpresi di dover parlare ai tantissimi giovani e ragazze presenti dell’età dei nostri nipoti, ma i loro sguardi attenti, i sorrisi e le domande che ci hanno fatto, ci hanno ripagato ampiamente.
In effetti sono le domande che cambiano la vita e il coming out di Simone oltre 20 anni fa, ce ne ha portate tante di domande.
Cosa farà? Come si troverà? Cosa dovrà affrontare? Come potremo aiutarlo? Cosa dirà chi ci sta attorno?
E in un’ottica di fede: cosa vuoi da noi Signore in questa realtà che ci chiami a vivere?
Eravamo molto preoccupati perché era una realtà imprevista, che non conoscevamo, che non avevamo mai pensato ed attorno a noi non trovavamo risposte o spazi per un confronto senza pregiudizi… Però a lui abbiamo sempre detto: “Non preoccuparti, noi saremo sempre al tuo fianco”.
Per anni abbiamo pregato, ci siamo affidati a Dio Padre. La Parola di Dio ci è venuta incontro e noi, come dice il profeta Geremia, “l’abbiamo divorata con avidità. La tua Parola fu la gioia e la letizia del mio cuore”.
Ecco alcuni esempi di come la Parola di Dio ci ha illuminato, ci ha dato risposte, ci ha dato speranza…..
Il Vangelo di Luca al capitolo 2, quando racconta di Gesù ritrovato tra i dottori del tempio, con la frase che Gesù dice: “Perché mi cercavate? non sapevate che devo attendere alle cose del Padre mio”, ci fece capire che anche per Simone c’era un progetto ben preciso, diverso dai nostri e che anche lui era chiamato alla felicità, alla gioia di essere sé stesso.
E quando il Salmo 139 afferma: “Fin dal seno di mia madre tu Signore mi conosci. Mi hai fatto come un prodigio!”, abbiamo capito che la realtà omoaffettiva di Simone era un intreccio inestricabile, misterioso, non cercato o voluto, ma inserito in un progetto prodigioso che non andava “riparato” ma solo accolto!
E ancora quando il profeta Isaia afferma:” Ti ho reso prezioso ai miei occhi, degno di stima e per questo ti amo!”, abbiamo capito che anche questa realtà è degna di stima, è preziosa agli occhi di Dio che la ama e quindi anche noi dovevamo amarla con quegli stessi occhi del Padre, guardando al suo cuore, al cuore di ogni persona come fa Lui!
Abbiamo capito che Dio ci guarda in volto e ci chiama ognuno per nome. Siamo amati così come siamo, con le nostre bellezze e fragilità: la nostra gioia viene dal sentirci amati così dal Padre! Questa è la prima e fondamentale scoperta che l’esperienza di Simone ci ha fatto scoprire e che ci ha dato speranza.
Simone era riuscito a comunicarci qualcosa di profondo, di prezioso, di intimo; ci ha dato il dono della parte più preziosa del suo cuore; ci ha dato la possibilità di migliorarci, più capaci di ascoltare, di cambiare i nostro sguardo, il nostro cuore.
Siamo arrivati a definirci “GENITORI FORTUNATI” e abbiamo scritto con altri anche un libro in tal senso. Siamo diventati genitori migliori e cristiani più adulti nella fede.
Abbiamo anche studiato tanto: volevamo capire! Non conoscevamo, non sapevamo. Abbiamo studiato Psicologia, Sociologia, Antropologia, Sessuologia e abbiamo capito che ogni diversità è una ricchezza, che ogni persona è unicità.
Abbiamo capito che la sessualità è una cosa complessa e bellissima. Non è solo anatomia e biologia: è psicologia: sentimento, affetto, tenerezza, desiderio, trasporto erotico; è cultura (siamo immersi nella cultura che modella anche i nostri atteggiamenti sessuali); è spiritualità in una relazione d’amore che arriva a toccare l’anima e l’essenza stessa di Dio che è Amore.
Abbiamo capito che l’attrazione omoaffettiva di Simone verso persone del suo stesso sesso, il suo amore, il suo trasporto amoroso, è altrettanto bello e degno di quello degli altri nostri figli PURCHE’ sia anch’esso un dono e non possesso, sia un sostegno, sia fedele, purché sia tenero e affettuoso, purché sia capace di accogliere, di perdonare, di ricominciare.
Un’altra domanda di Simone ci ha messo il tormento nel cuore: cosa fate per quelli come me che vengono cacciati di casa o dalla loro comunità? Per quelli che sono bullizzati, picchiati, derisi?
Niente! Non facevamo niente.
Allora abbiamo capito che non potevamo tenere solo per noi la speranza che era nata: la speranza che Dio ci aveva donato con la sua Parola.
Nel 2013 nel Duomo di Parma, con tutta la chiesa di Parma riunita in una 3 giorni di riflessione e preghiera, Corrado ha preso la parola pubblicamente per chiedere perdono perché la realtà delle persone omoaffettive non veniva accolta nelle nostre comunità, perché la realtà del loro amore era disprezzata. In quegli anni non c’era nessun gruppo di genitori cristiani di persone gay o lesbiche in Italia, che vivendo nella fede questa realtà, ne parlassero apertamente.
Prendere la parola e fare coming out come genitori credenti di persona gay ha fatto sì che nascesse il primo gruppo a Parma di questi genitori, il gruppo Davide, e oggi questi gruppi sono diventati 14 con oltre 230 genitori sparsi in 9 regioni italiane e fanno Rete tra loro, si sostengono, ed è nata la Rete nazionale 3VolteGenitori.
Siamo diventati seminatori di speranza, girando per l’Italia con la profonda convinzione che Dio non ci lascia mai soli, che Dio è fedele alla sua Parola e su questo abbiamo sempre basato la nostra speranza! “Và dove io ti mostrerò…”
Non possiamo tenere la speranza per noi: è come un fiore delicatissimo e se la teniamo per noi muore, se la condividiamo cresce e si moltiplica.
La speranza cammina con le nostre gambe e in questo cammino fatto insieme, incontrando persone e genitori abbiamo visto rinascere la speranza dove sembrava impossibile. Le persone sono rinate. Le famiglie sono rinate!
Sempre Simone e tutte le persone gay e lesbiche credenti ci hanno mandato in crisi ancora una volta quando ci hanno chiesto: come si può dire di accogliere una persona se non accogliamo il suo amore? Noi che siamo cristiani come facciamo a rimanere in questa Chiesa che non ci accoglie e ci giudica? Come facciamo a scegliere tra ciò che siamo e ciò che amiamo? Come facciamo a vivere che in Chiesa ci allontanano perché siamo gay, lesbiche e trans e nei locali ci deridono perché siamo cristiani?
Come genitori e come battezzati abbiamo cominciato a parlare ai sacerdoti, ai vescovi di questa realtà, di questo amore e della bellezza che abbiamo incontrato in questi nostri figli e figlie, della loro fede incrollabile e abbiamo trovato ascolto nel Cammino sinodale.
Insieme a tanti pastori camminiamo nella Associazione La Tenda di Gionata, che raccoglie sacerdoti, genitori e persone LGBTQ+ animando tante iniziative. Inoltre attraverso il portale GIONATA.org essa favorisce una continua riflessione e scambio di esperienze su fede, omosessualità e identità di genere in Italia e oltre.
Voi sapete che la Chiesa italiana e la Chiesa universale sono impegnate nel Sinodo che significa “camminare insieme”.
TODOS, TODOS, TODOS ha detto papa Francesco a Lisbona intendendo che tutti e tutte sono accolti nella Chiesa: per questo continuiamo a coltivare la gioiosa speranza che tutti nella Chiesa e nella società sappiano scoprire, accogliere, amare la bellezza di ognuno e ognuna nella loro unicità.