L’incompetenza nella chiesa e i suoi pericoli. Alcuni vaneggiano di omofobia, mentre altri menano
Riflessioni di Massimo Battaglio
Che tra i detrattori del progetto di legge contro l’omotransfobia regni la più totale incompetenza, è un fatto. Incompetenza giuridica, con conseguente, estenuante, ripetizione dello slogan sulla “libertà di espressione”, ma prima ancora incompetenza sui temi dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
E’ esemplificativo il confronto, apparso su L’Avvenire, tra Gianni Geraci (del Guado) e il prof. D’Agostino, filosofo, antropologo eccetera eccetera, che però, in un suo contributo alla riflessione sulla legge, si era preso varie clamorose cantonate.
“Come tutti intuiscono” scriveva, “coloro che sostengono la nuova proposta di legge non vogliono, ovviamente, mandare in galera più persone di quante attualmente non ce ne siano. Vogliono affermare, per via legislativa, un principio antropologico molto complesso e controverso. Quello secondo il quale l’omosessualità e la transessualità, e forme di ‘parafilia’ (per usare un termine molto in voga oggi tra gli psicologi) quali il travestitismo, e temi a questi connessi, come la rivendicazione dell’omogenitorialità debbano ottenere un riconoscimento non solo sociale, ma giuridico, come mere ‘varianti’ delle pulsioni sessuali e identitarie umane”.
Omosessualità, transessualità e parafilie nella stessa frase? E tra queste il travestitismo? E quali sarebbero i temi connessi? La rivendicazione dell’omogenitorialità sarebbe a sua volta qualcosa di patologico? Quanta confusione! Degna solo di chi è convinto che, per affrontare i nostri temi, basti buttare tutto nel pentolone del “gender”. Orientamento sessuale e identità di genere, varianti naturali e aspetti patologici, questioni etiche, affettive o politiche, tutto nello stesso minestrone.
Gianni Geraci interviene nel dibattito con una lettera nella quale puntualizza appunto queste cose.
“Associare l’omosessualità e la transessualità a una ‘parafilia’ […] si traduce in un’offesa gratuita a milioni di omosessuali e di transessuali. Se si vuole seguire la raccomandazione della Presidenza Cei che invita a […] «scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona», si deve usare un linguaggio completamente diverso. […] E’ davvero un peccato che l’incompetenza di un vostro opinionista comprometta questo clima per motivi che faccio davvero fatica a comprendere”.
L’illustre professore prova a difendersi:
“Non intendevo offendere nessuno: ho usato questo termine a proposito di orientamenti sessuali ‘diversi’ – nel mio editoriale ‘parafilia’ era collegato al travestitismo – perché ci consente, non avendo una specifica caratterizzazione etica, di non utilizzare più l’espressione ‘perversione’ (questa sì carica di problemi)”.
Il che significa che, continuando a non capire la differenza tra orientamento sessuale, identità di genere e ruolo di genere, crede comunque di aver ragione. E ci fa sapere che ci considera dei pervertiti ma non può dirlo per non fare brutta figura.
Se i deliri di politici, preti e antichi professori fosse contenuto nei termini di un dibattito accademico, nulla ci sarebbe di male. Il problema nasce quando queste cose diventano una vulgata. Perché, mentre lorsignori sentenziano, altri cittadini, non avendo neppure la capacità di sentenziare ma volendo prendere parte al “movimento”, passano alle mani.
Un mese fa, segnalavamo che, nei giorni seguenti all’uscita della nota CEI, si erano verificati sei brutti episodi di omofobia. Ora che il dibatto è nel pieno del suo svolgimento, la saga continua.
- 2 luglio: Vernazza (SP): Un ragazzo e il suo fidanzato sono aggrediti a schiaffi da gruppo di coetanei in stazione. Erano “colpevoli” di un abbraccio.
- 3 luglio: Palermo: Roberto, 34enne, gestore di un locale, viene aggredito per aver difeso una trans da insulti omofobi. Otto punti all’arcata sopraccigliare.
- 4 luglio: Roseto degli Abruzzi (TE): Fuori da un locale, un diciassettenne è minacciato e spintonato perché gay. Sfugge ai cinque aggressori e riesce a chiamare la polizia municipale. Ma, quando gli agenti arrivano, tutti i presenti negano di aver visto l’episodio.
- 5 luglio: Sesto S. Giovanni (MI): un giovane, ripetutamente vittima di bullismo omoofobo, sale su un palazzo e minaccia di buttarsi. E’ salvato in extremis.
- 6 luglio: Rocca di Papa (Roma): in paese compaiono varie scritte omfobe contro un vigile urbano, Cofani, transgender
- 7 luglio: Caltagirone (SR): una ragazza omosessuale è insultata in pubblico. Reagisce: “Sono lesbica e me ne vanto”. E scoppia la rissa.
- 8 luglio: Bologna: Lorenzo Donnoli, leader del movimento delle sardine, è aggredito verbalmente e minacciato a causa della sua omosessualità. Si evita lo scontro grazie all’intervento di due colleghe.
- 10 luglio: Firenze: Andrea Ciulli, 43 anni, consigliere di quartiere, tabaccaio, trova scritta omofoba a lui diretta davanti al suo negozio.
- 11 luglio: Milano: Luca Paladini, leader dei Sentinelli di Milano, viene colpito dal messaggio disgustoso che riportiamo: “Ti auguro tutto il peggio che si possa augurare a un essere umano. Zecca di merda, il covid non ha fatto abbastanza il suo dovere con la tua famiglia. Che andava sterminata tutta, visto l’abominio che ha creato mettendoti al mondo”. (ndr. Paladini ha rischiato di perdere entrambi i genitori per il coronavirus).
“Godo delle tue sofferenze quotidiane. Godo all’idea che, illuso dalla marea di like che ricevi, verrai trombato alle prossime elezioni. Perché sei tutto quello che detesto. Froc*o di sinistra impegnato. Quello che vuole salvare il mondo e farebbe arrivare in Italia anche l’ultimo morto di fame del Mozambico. Quello che vorrebbe diritti solo per i pederasti. Godo nel tuo agirtarti per u nmondo a colori che è solo nella tua testa. W il covid, se stermina gente della tua razza”
Cari professori; eminenze reverendissime: questo odio non è questione di opinione. E’ frutto di incompetenza. State difendendo, e alimentando, la libertà di dileggio e di aggressione!
>PER APPROFONDIRE: OMOFOBIA.ORG – Cronache di Ordinaria Omofobia
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