“Mamma, Papà vi devo parlare”. Dall’incontro della diocesi di Civitavecchia sul discernimento spirituale e sessuale dei figli
Articoli tratti dalle pagine della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia su LAZIO SETTE, allegato domenicale del quotidiano Avvenire, del 17 marzo 2019
Un incontro positivo, che ha lanciato belle provocazioni e dato degli orientamenti per accompagnare le famiglie ad accogliere il discernimento umano, spirituale e sessuale dei figlio. Così don Federico Bottacci, vicario per la pastorale (della diocesi di Civitavecchia-Terquinia), ha commentato l’incontro di domenica scorsa (10 marzo 2019). «Il percorso proposto dall’Equipe di pastorale per la famiglia — ha detto il vicario — è bello e difficile, scelto seguendo lo stimolo di Papa Francesco di una Chiesa attenta alle situazioni di fragilità e di frontiera». Da cinque anni, la diocesi (di Civitavecchia-Tarquinia) è vicina alle coppie divorziate, separate e in nuova unione. Quest’anno si è aggiunta un’attenzione particolare alle famiglie con figli Lgbt. I prossimi appuntamenti saranno domenica 7 aprile, con un incontro dedicato alle coppie dal cuore ferito e il 17 maggio con una veglia di preghiera per l’accoglienza e l’inclusione.
“Essere come il Padre oltre gli schemi” di Alberto Colmacomo
Domenica scorsa (10 marzo 2019), nella parrocchia dei Santi Giovanni e Leonardo a Tarquinia, si è svolto l’incontro proposto dall’Ufficio diocesano di pastorale per la famiglia dal titolo “Mamma, Papà… vi devo parlare. La famiglia accoglie il discernimento umano, spirituale e sessuale“. Si tratta del secondo appuntamento annuale dedicato ai temi della famiglia e del rapporto con il mondo giovanile.
Al seminario, che ha visto la presenza di oltre cinquanta animatori pastorali, è intervenuto don Paolo Salvini, sacerdote romano, parroco della comunità di San Fulgenzio, che da alcuni anni segue per conto della diocesi di Roma il gruppo “Nuova proposta” che riunisce alcuni credenti omosessuali. Il parroco è ritenuto un esperto di quella che viene definita “pastorale di frontiera“.
Partendo dalla lettura biblica della chiamata di Samuele si è riflettuto sulle difficoltà che i genitori incontrano nell’accogliere le scelte di vita dei propri figli, specialmente quando queste non corrispondono alle aspettative. Don Paolo Salvini ha raccontato tre storie di giovani che hanno vissuto il contrasto con i genitori: una coppia di sposi la cui unione non era accettata dai parenti di lei; una vocazione sacerdotale contrastata dal padre e la ricerca di indipendenza di una ragazza con difficoltà mentali.
Tutte le storie hanno visto la piena realizzazione di questi ragazzi: gli sposi ormai non più giovani testimoniano ancora la bellezza e la profondità del loro amore. Una vita sacerdotale vissuta appieno e con fedeltà al servizio di Dio e una indipendenza trovata anche in mezzo a tante difficoltà. Infine, la quarta storia è la testimonianza di una mamma, la quale è anche membro dell’equipe di Pastorale per la famiglia e che riportiamo qui sotto.
La testimonianza. «Quando nostra figlia ha dato una scossa alla fede della famiglia» di Serenella Longarini
Qualche anno fa, insieme a mio marito, attraverso la consegna di un libro scritto da mia figlia dal titolo “Diario di una diversa figlia di Dio” siamo venuti a conoscenza del suo grande segreto: «Mamma, papà… sono omosessuale». Questa rivelazione per noi ha avuto l’effetto di uno tsunami, un fulmine a ciel sereno. Nonostante fossimo sconvolti, la nostra prima reazione è stata quella di aggrapparci alla fede: insieme abbiamo letto la parabola del Padre misericordioso e come quel Padre da subito abbiamo sentito di accogliere Martina che si rivolgeva a noi con una grande sofferenza e con la voglia di essere accettata da noi nella verità del suo essere.
Mentre il papà la teneva sulle ginocchia io l’ho stretta a me dicendole: «Martina eri, sei e sarai nostra figlia per sempre». Leggendo le prime pagine del suo libro, ascoltando il suo grido di aiuto, la sua sofferenza, mi sono chiesta dove fossi io, sua madre, nei momenti in cui lei aveva più bisogno di me.
Dal suo coming out, abbiamo iniziato insieme un cammino di conoscenza e di accettazione. Non è stato facile, ricordo che un giorno in preda alla disperazione andai a confessarmi. Ebbi la grazia di trovare un sacerdote laureato in psicologia il quale mi disse: «Figlia mia non uscire da questo confessionale per chiedere al Signore che tua figlia cambi, piuttosto chiedigli che cambi il tuo cuore per accettarla così com’è».
Martina è un grande dono per noi, innanzitutto perché attraverso di lei abbiamo rivisto la profondità e soprattutto l’autenticità della nostra fede. E’ stata la nostra “caduta da cavallo”, il Signore ci chiedeva di andare oltre ogni nostro schema mentale, ogni pregiudizio per assomigliare al Padre amorevole della parabola. Oggi siamo molto fieri e orgogliosi di nostra figlia, non ci vergogniamo di lei. A
bbiamo incontrato le sofferenze e le lacrime di tanti giovani che desiderano essere accolti dai genitori e noi non possiamo deluderli, proprio noi che siamo stati il tramite d’amore di Dio per generarli alla vita. Hanno bisogno di noi, facciamogli sentire che l’amore di mamma e papà c’è.