Lo sguardo di Santa Lucia in un venerdì 13. Un nuovo cammino per i cristiani LGBT e i loro genitori in Puglia
Riflessioni Bibliche di Fabio Trimigno del Gruppo Zaccheo, cristiani LGBT di Puglia
Ieri è stata una giornata difficile per me e per chi mi era vicino. Appena usciti dal casello autostradale per raggiungere Maranello con la mia compagnia di Teatro e Musica , mentre cerchiamo di resistere a una bufera di neve, un automezzo perde il controllo sulla strada innevata urtando violentemente nella parte posteriore di un furgone, carico di strumenti musicali e materiale audio/luci.
Io ero alla guida della mia auto e, per un ritardo fatto al casello, fortunatamente, non ci siamo trovati in coda al furgone, altrimenti il disastro sarebbe stato ancora più grave: ci saremmo ritrovati schiacciati con la mia auto tra i due automezzi. Dopo l’arrivo dell’ambulanza che ha portato in ospedale l’autista del furgone (che ora sta meglio), dopo esser stati sotto al freddo e alla bufera di neve per ore ad aspettare vigili, polizia e carabinieri (che non sono mai arrivati), abbiamo deciso di raggiungere la città di Maranello.
Ora sono le ore 6.15 e scrivo di quello che è accaduto, che non è per me solo un incidente, ma un segno forte dall’alto.
La prima cosa che faccio è aprire la custodia del mio violino per verificare che l’urto violento non gli avesse arrecato danni. Trovo il mio violino, antico di 120 anni, distrutto con 3 squarci sulla tavola superiore. Potete solo immaginare il mio stato.
Ho pensato all’omelia in cui il Vescovo della mia Diocesi diceva di preferire il suono di un violino al suono degli spari dei fucili, ma quel suono per un attimo ho pensato di non sentirlo mai più.
Dopo la mia disperazione, che ha preso forma in un pianto addolorato che il mio conpagno e il mio padre spirituale hanno accolto in una telefonata. Poi ho pensato subito a che giorno fosse: venerdì 13 Dicembre – Santa Lucia.
La prima cosa che ho pensato è che Santa Lucia, protettrice dei non vedenti, abbia fatto luce proprio su quell’incidente e abbia interceduto con il suo nome lux-lucis perché in quel momento la mia auto non si trovasse tra i due furgoni, e che il mio violino si sacrificasse per me.
Si, lo chiamo il mio violino non perché mi appartiene come un oggetto, ma perché è come se dicessi la mia mano, il mio braccio, come se nominassi una parte del mio corpo: lui non appartiene a me, lui è parte di me. Ricordo come se fosse ieri quando una domenica di novembre di tanti anni fa lo feci benedire dopo la messa, presso la presso la Sanra Famiglia: il suo nome è BRUNO, perché ha un altorilievo sulla tavola inferiore che rappresenta un castello nero che si trova sulle rive del Danubio in Germania.
Tutti i miei colleghi parlavano del venerdi 13 e della sfiga in cui ci ritrovavamo, perché poi hanno verificato altri danni riportati al nostro materiale. E mentre tutti parlavano di questa sfortuna, io pensavo invece alla benedizione che abbiamo ricevuto.
Ho contattato subito il mio liutaio di fiducia per capire se un suo intervento potesse ripristinare BRUNO, e cercherà di fare il possibile e di consegnarmelo il primo dell’anno, il giorno dedicato alla Madre di Dio: può mai essere una coincidenza? Non credo. Io non voglio un altro violino, io voglio e pretendo quel violino: è il legno sul quale io ho sudato per i miei studi, per il mio diploma in Conservatorio, il legno della mia speranza e dei miei sogni, il legno della mia croce e della mia delizia.
Nessuno può capirmi se non un altro musicista. Non è un oggetto di legno che si è rotto, ma è un prolungamento di me, che si fa servo per l’amore che provo per la musica, si fa servo e strumento della mia espressione: soffro come se quei 3 squarci fossero non su di lui ma sul mio costato.
Non può vincere il venerdi 13, non può vincere la superstizione, non può vincere il maligno.
Ecco perché il 22 dicembre c’è il primo incontro di un piccolo gruppo di cristiani LGBT della rete che è appena nata in Puglia, il primo tentativo di fraternità per le persone LGBT e i loro genitori in questo pezzo di terra Garganica, che si raccoglie per camminare assieme.
Ci siamo promessi che avremmo animato la liturgia della parrocchia che ci accoglierá, chi con l’organo, chi con il canto ed io… con il mio BRUNO che ora non c’è.
Sembra che il demonio non voglia questo, ma io so di essere più forte di lui con la fede in Cristo: canterò e loderò ugualmente, non mi piego.
Vi chiedo però una preghiera per ZACCHEO, questo gruppo fraterno del Gargano, che pian piano sta cercando di muovere i suoi primi passi. Vi abbraccio in Cristo. Fabio.