Lo Spirito creativo di Dio si riversa fuori di noi (Atti 2:1-21)
Riflessioni bibliche* di Norman Kansfield, Valerie Bridgeman Davis, Mona West e Linda Thomas pubblicate dal progetto Out in Scripture (Stati Uniti) nel gennaio 2008, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Atti 2:1-21 racconta il sorprendente giorno di Pentecoste. Il dono di questo testo alle comunità marginali è la frase del versetto 11: “Li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio!”. Questa non è una semplice dichiarazione sull’intolleranza di chi non vuole imparare la lingua degli altri, si riferisce piuttosto al fatto che tutti noi vogliamo conoscere le grandi opere di Dio nella nostra cultura e nel nostro contesto, sia che siamo stranieri nel paese che ci ospita o persone LGBT in situazioni di dominio eterosessuale.
In questo passo lo Spirito si posa su un gruppo particolare nella stanza superiore, ma non è confinato a quell’esperienza a porte chiuse. Chi ha avuto una prepotente e travolgente esperienza con Dio, che ha scosso i fondamenti del suo essere, deve condividerla con gli altri.
Deve anche accogliere con piacere il fatto che Dio traduca la sua esperienza in un linguaggio che funzioni per altre persone che vogliono conoscere le grandi opere di Dio nella loro vita. In risposta alla gente che voleva capire perché i discepoli si fossero riversati fuori dalla stanza superiore e il motivo della loro strana testimonianza, Pietro si alza e dice che tutto questo adempie la promessa di Dio di riversare il suo Spirito su tutte le genti (versetti 14-21).
Il riversamento dello Spirito permette a chi si schiera con Gesù (chi invoca il nome di Dio) di sperimentare una presenza di salvezza. L’esperienza dello Spirito Santo allarga sempre la nostra missione molto al di là di quello che possiamo aver intravisto in precedenza e ci invita sempre a includere nella nostra missione persone che forse in precedenza abbiamo considerate “non degne” della grazia di Dio. Ma ai suoi occhi nessuna persona può mai essere indegna.
Lo Spirito include tutti! Eric Law, nel numero di maggio/giugno 2004 della rivista The Other Side, ha scritto che “il miracolo della lingua” è solo metà del miracolo di Pentecoste; c’è anche il “miracolo dell’orecchio” e sia il parlare che l’ascoltare sono necessari perché sia Pentecoste. Perché esista un’autentica comunità animata dallo Spirito Santo dobbiamo parlare ma anche ascoltare. Dobbiamo prenderci il tempo non solo per raccontare la nostra storia di persona LGBT cristiana o di alleato/a, ma anche per creare lo spazio per ascoltare le storie degli altri. Oltre a parlare per superare le differenze, dobbiamo anche ascoltare per superare le differenze.
– In che modo il “miracolo della lingua” e il “miracolo dell’orecchio” posso trasformare le nostre interazioni con gli altri qui e ora?
Numeri 11:24-30 scuote realmente le gerarchie e le autorità religiose perché Dio dimostra che lo Spirito non deve essere rinchiuso nei limiti religiosi accettati. Proprio come i leader religiosi di oggi, i leader del passo in questione non l’avevano capito. Volevano fermare quello che stava accadendo. Forse Giosuè tenta di ribadire l’autorità del solo Mosè tra gli antichi Israeliti, ma la reazione di Mosè è istruttiva per gli alleati e i membri delle comunità LGBT.
Mosè esprime il desiderio che tutto il popolo di Dio sia profeta e che lo Spirito riposi su tutti loro. Lo scossone al conformismo e il desiderio che Dio operi in nuovi modi sembrano essere buona novella per chi lotta all’interno di strutture restrittive e tossiche. Oggi vediamo che lo Spirito irrompe nelle istituzioni e nelle strutture che esprimono il desiderio di Mosè che lo Spirito riposi su tutto il popolo di Dio. Per esempio, lo Spirito opera non solo all’interno della Chiesa ma anche al di fuori, in anticipo rispetto ai migliori sforzi di quest’ultima. Nel nostro contesto nazionale attuale ci sono stati (come il Massachusetts, New York, il New Jersey, le Hawaii, per citarne solo alcuni) che sono più avanti della Chiesa per quanto riguarda i diritti e i privilegi delle persone LGBT.
Secondo Numeri 11:4 la ragione per la quale lo Spirito di Dio viene condiviso con gli anziani è perché Mosè “non p[uò] da solo portare il peso di tutto questo popolo; è un peso troppo grave per [lui]”. Sono parole importanti per i leader LGBT. Spesso la leadership delle nostre comunità ci porta all’esaurimento per via della natura del nostro lavoro. Dobbiamo ricordarci che il dono dello Spirito di Dio ci insegna a condividere il comando.
– Dove vedete lo Spirito di Dio irrompere in maniera liberante, per esempio nelle strutture e nelle organizzazioni che operano contro l’uguaglianza delle persone LGBT e contro la giustizia di Dio?
Il Salmo 104 (103):24-34, 35b testimonia che Dio, nella sua saggezza, ha creato ogni cosa e ogni essere sulla terra – una enorme varietà, sterminata oltre misura! In questa dichiarazione il salmista asserisce una verità importante per le comunità ai ferri corti con la teologia dominante. Noi non possiamo sapere quanto sia vario e vasto l’amore creativo di Dio che si esprime nella creazione, incluse le varie espressioni creative umane. Questo salmo ci suggerisce di rompere il pensiero unilaterale sulla creatività di Dio. Forse possiamo includere nel discorso anche la sessualità umana.
Questo salmo sa dire cose molto violente: “Scompaiano i peccatori dalla terra e più non esistano gli empi” (Queste dure parole tratte dal versetto 35 sembrano essere state intenzionalmente omesse dalle letture di oggi). Eppure il Salmo 104 (103) dice anche alcune cose tra le più deliziose (e giocose): per esempio, il mare contiene sia le navi che il Leviatano “che hai plasmato perché in esso si diverta” (versetto 26). È importante per chi guida le comunità e le chiese LGBT tenere a mente che “lo Spirito di Dio è creativo e rinnovatore”. Questa è buona novella per i leader LGBT che possono sentirsi esauriti. È buona novella anche per le comunità e le chiese LGBT che hanno vissuto dei grossi e traumatici cambiamenti.
– Se il Salmo 104 (103) ci incoraggia a includere la nostra sessualità nelle conversazioni sull’amore creativo di Dio, quale differenza può fare questo nella nostra vita e nel nostro atteggiamento verso gli altri?
La paura ha tenuto più di una persona dietro porte chiuse, dentro nascondigli, tagliata fuori. Giovanni 20:19-23 contiene una traccia del tono antisemita dei Vangeli (“per timore dei Giudei”). Dopo aver preso nota di questo pregiudizio, concentriamoci sul fatto che l’unico rimedio alla paura è la pace, la pace che viene alitata in noi e attraverso noi da Gesù, che dona lo Spirito e perdona i peccati. Pasqua, Ascensione e Pentecoste sono riunite in un unico evento per l’autore del vangelo di Giovanni.
Gesù, in questo racconto, descrive la nostra missione in maniera significativa: “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (versetto 23). Questo ci suggerisce che dobbiamo porre molta cura nella nostra preghiera quando, nella preghiera del nostro Salvatore, diciamo “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. La paura trattiene i discepoli dietro una porta chiusa. È una vivida descrizione del “nascondiglio” delle persone LGBT. La buona novella di questo testo è che Gesù è in grado di irrompere nei nostri nascondigli e alitare la pace.
Giovanni 7:37-39 ci ha portato a riflettere che la gente aspira a una vita spirituale vivace e soddisfacente, e questo continuerà ad appagare il nostro bisogno di forza. Le comunità LGBT e le persone solidali con loro spesso si sentono vuote negli ambienti religiosi in cui giudizio e dolore sono piatti serviti nel nome di Gesù.
A Pentecoste ci viene ricordato che è Gesù, non le strutture o i rituali, la sorgente di una soddisfacente vita spirituale. Di più: dobbiamo ricordare che lo Spirito non può essere contenuto o confinato a noi soli, ma si riversa fuori di noi, talvolta anche nostro malgrado. Si imprime nella memoria il versetto 39: “infatti non c’era ancora lo Spirito”. È difficile immaginare il mondo e la vita senza lo Spirito.
– Quali sono le “porte chiuse” nella nostra vita attraverso le quali vorremmo vedere passare Gesù?
La nostra preghiera
Vieni Spirito Santo; illumina gli angoli bui del nostro vivere
perché tutti possano vedere con chiarezza Gesù,
il potere di Dio di fare ogni cosa nuova.
Vieni Spirito Santo; dai forza alla nostra risoluzione
di condividere la buona novella
perché tutti possano condividere la pace di Dio in Cristo Gesù.
Vieni Spirito Santo; fa’ di noi strumenti della tua pace
perché tutto il mondo possa conoscere
l’incomprensibile amore di Dio.
Nel potente nome di Gesù Cristo
Amen
* I passi biblici sono tratti dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI
Testo originale (PDF): Ash Wednesday, Lent and Easter through Pentecost Sunday Year A