Lo studio di Boswell sui riti medievali per l’unione di persone dello stesso sesso pone una domanda: ‘cosa solennizzavano’
Articolo di Peter Steinfels tratto dal The New York Times dell’11 giugno 1994, liberamente tradotto da Gianluca Ottavi
Se queste parole, tratte da un manoscritto conservato in Vaticano e datato 1147, fossero destinate a uno sposo e a una sposa, nessuno le troverebbe sorprendenti:
“Manda, benevolentissimo Signore, la grazia del Tuo Santo Spirito su questi Tuoi servi, che hai trovati degni di essere uniti non dalla natura ma dalla fede e da un santo spirito. Concedi loro la Tua grazia di amarsi l’un l’altro nella gioia senza nocumento od odio per tutti i giorni della loro vita”. Questa preghiera, nondimeno, fa parte di un rituale di unione di due uomini in una relazione affettiva solenne e personale, un rituale che, secondo John Boswell, professore emerito di storia all’università di Yale, “fungeva in passato da ‘cerimonia per matrimoni gay’.
Rovistando tra manoscritti medievali da Parigi a San Pietroburgo e dal Vaticano al monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai, ha individuato oltre 60 testi, datati tra l’ottavo e il sedicesimo secolo, di cerimonie cristiane di ciò che è stato variamente tradotto come “fratellanza spirituale”, “fratellanza adottiva” o, con l’espressione che il professor Boswell ritiene essere più neutra, “unione dello stesso sesso”.
Il libro in cui il professor Boswell presenta la propria tesi, intitolato Same-Sex Unions in Premodern Europe (Unioni dello stesso sesso nell’Europa pre-moderna), viene solo reso disponibile in libreria dalla casa editrice, la Villard Books.
Tuttavia questa sua tesi è già stata resa di dominio pubblico da Doonesbury (una striscia a fumetti disegnata da Garry Trudeau, famosa negli Stati Uniti e presente in quasi 1400 giornali e riviste nel mondo, tra cui l’Italia dove è pubblicata dalla rivista Linus e dal quotidiano l’Unità – n.d.t.).
Questa settimana il personaggio gay della sua striscia a fumetti, Mark, ha detto a un fondamentalista cristiano sposato che aveva cercato di rimorchiare che un professore di Yale aveva scritto un libro in cui si diceva che “per un millennio la chiesa aveva sancito rituali per matrimoni omosessuali”.
Il lettore che preferisca il libro alla versione esposta nella striscia a fumetti scoprirà un quadro più affascinante e al contempo più sconcertante.
È fuori di dubbio che il professor Boswell abbia trovato i documenti di cerimonie di consacrazione di coppie di uomini, cerimonie spesso contraddistinte da preghiere simili e, nel tempo, da gesti simbolici codificati: la giunzione delle mani destre allacciando le dita, la fasciatura delle mani con una stola, i baci, la ricezione della santa comunione, i festeggiamenti dopo la cerimonia.
Alcune di queste azioni rituali caratterizzavano anche i matrimoni eterosessuali, ma restano delle differenze nelle azioni e nelle parole tra le due cerimonie. Il libro del professor Boswell provocherà certamente un aspro dibattito circa cosa solennizzassero queste cerimonie con partner dello stesso sesso. A partire dalla diffusione del cristianesimo nel mondo antico fino al medioevo, culture cristiane diverse che andavano dalla Siria all’Irlanda sono state caratterizzate da vari vincoli sociali neppure vagamente paragonabili a quelli moderni.
Questo rituale, ad esempio, era una forma di adozione fraterna o qualcosa di simile alla fratellanza di sangue? Era una commemorazione di amicizia imperitura o un legame strettamente spirituale? In breve, fino a punto era l’equivalente del matrimonio eterosessuale, nel senso contemporaneo o medievale?
Nell’introduzione al libro e in un capitolo sul lessico dell’amore e del matrimonio in epoca antica e medievale, Boswell apre gli occhi di tutti coloro che pensano che oggi sia semplice per gli studiosi decodificare la terminologia sorta in contesti molto diversi, quando il matrimonio tra uomo e donna, almeno all’inizio, era una questione di alleanza fra famiglie, di proprietà e di discendenza piuttosto che di amore romantico. Egli scarta tutte le traduzioni e le interpretazioni alternative di tali cerimonie che precluderebbero una dimensione romantica ed erotica alle unione celebrate.
Il suo libro è un’opera imponente che contiene testi in greco, latino, antico slavo ecclesiastico, ebraico e arabo. In fin dei conti, tuttavia, rimane un problema. Prendendo in prestito le parole di Ralph Hexter, professore di studi classici e di letteratura comparata all’università del Colorado, “Non sappiamo cosa facessero a letto”.
Quello che facevano a letto, però, è una questione centrale se le scoperte di Boswell svolgeranno un ruolo nel dibattito sul riconoscimento legale o religioso delle unioni dello stesso sesso.
Il sospetto è che il libro riceverebbe un’accoglienza molto diversa se, invece di suggerire che queste unioni dello stesso sesso consistessero in relazioni omosessuali, egli avesse argomentato che dovessero essere del tutto scevre da ogni atto sessuale, a prescindere dalla profondità del legame affettivo dei partner o dal fatto che tale rigida castità venisse talvolta abbandonata dietro la parvenza di una “fratellanza individuale”.
Il professor Boswell ha ragione nel paventare che le obiezioni morali o viscerali all’omosessualità possano creare una straordinaria resistenza a qualsiasi interpretazione di tali unioni come condonanti un comportamento sessuale esplicito.
È altresì vero che le posizioni di coloro che sostengono i diritti gay, tra cui Boswell, possano rendere inclini ad accettare tali interpretazioni.
Tali posizioni hanno influenzato il libro di Boswell del 1980 Christianity, Social Tolerance and Homosexuality (Cristianesimo, tolleranza sociale e omosessualità, University of Chicago Press), che sosteneva che il cristianesimo non era originariamente e intrinsecamente ostile all’omosessualità?
Quel volume viene considerato conclusivo da molte persone che chiedono cambiamenti negli atteggiamenti sociali e religiosi verso l’omosessualità.
Tra gli studiosi è difficile anche solo ottenere un accordo su come il libro sia stato ricevuto tra le loro fila.
La corrente principale di medievisti e storici della Chiesa si è dichiarata d’accordo, ha detto il professor Hexter, amico di lunga data e collaboratore intellettuale del professor Boswell, che è gravemente ammalato ed è impossibilitato a rilasciare interviste.
Tuttavia James Brundage, professore di storia e diritto all’università del Kansas, ha affermato che la risposta era “interessata ma scettica, molto scettica”.
Il professor Brundage, autore di “Law, Sex and Christian Society in Medieval Europe” (Diritto, sesso e società cristiana nell’Europa medievale, University of Chicago Press), ha detto: “La reazione principale è stata che egli ha sollevato alcune questioni interessanti ma non ha provato la sua tesi”.
Il libro verrà esaminato con la serietà con cui è stato scritto? Non sono solo gli scettici a preoccuparsi per la tesi del professor Boswell, ma anche il professor Hexter che ha detto: “Vi sarà una raffica di dicerie, e persone che non leggeranno mai il libro le riporteranno affermando che egli abbia sostenuto che si trattasse di matrimoni gay”. ”Altri invece risponderanno che non è così e si limiteranno a respingere l’intera argomentazione”.
Testo originale: Beliefs; A study of medieval rituals in same-sex unions raises a question: what were they solemnizing?