L’Olocausto nascosto. La persecuzione dei gay e delle lesbiche nella Germania nazista
Articolo di Megan Keir tratto dal sito del Department of History – University of California (Stati Uniti), liberamente tradotto da Jessica
“Dobbiamo sterminare queste persone, le loro radici e le loro ramificazioni… Non possiamo permettere che un simile pericolo minacci la nazione; gli omosessuali devono essere interamente eliminate.” Heydrich Himmler pronunciò questo discorso nel 1938 per far scattare la scintilla che portò in seguito all’intensificazione della già lunga storia di persecuzione subita dagli omosessuali nella Germania nazista.
La criminalizzazione degli omosessuali durante l’Olocausto, o quello che venne poi conosciuto come “omocausto”, si fonda su fatti ben lungi dall’essere concreti ed obiettivi, rendendo molto più difficile il ricercarli rispetto a svariati altri aspetti riguardanti il secondo conflitto mondiale; quello che il libro “Hidden Holocaust“ (L’Olocausto nascosto”, 1995) di Günter Grau afferma è che gli omosessuali furono perseguitati per quattro ragioni principali:
1. L’incapacità di produrre figli
2. La possibile “corruzione” dei giovani
3. La loro tendenza a fare gruppo insieme
4. Il pericolo che rappresentavano per la moralità del popolo tedesco
L’aspirazione più importante della Germania nazista era una società ariana pura. Per raggiungere questo scopo, ci si attendeva che tutti i possibili membri riproduttivi della società prestassero collaborazione alla continuazione del popolo Tedesco mettendo al mondo figli.
Per ragioni biologiche, gli omosessuali sono chiaramente incapaci di produrre assieme bambini e, secondo la legge tedesca, per questo potevano essere addirittura considerati dei criminali. Inoltre, l’omosessualità contraddiva l’ideologia nazista dell’uomo dominante e della donna sottomessa.
Per questo motivo, nei campi di concentramento, gli omosessuali erano spesso forzati a lavorare più faticosamente rispetto agli altri prigionieri, in uno sforzo di riguadagnare la loro virilità. In molti casi, specialmente negli anni prima la guerra e nei primi anni di battaglia, l’omosessualità era vista più come una malattia che un semplice crimine. Alcuni campi isolavano gli omosessuali nell’ordine di prevenire il contagio degli altri prigionieri.
I tentativi di curare gli omosessuali addirittura attraverso mezzi biologici o fisici risulta largamente dalla conoscenza che tutti i tedeschi dovevano lavorare insieme così da promuovere il regime nazista. Il trattamento degli omosessuali variava da campo a campo e non va riassunto in poche parole. I nazisti non facevano degli omosessuali delle vittime solo per la loro incapacità di far nascere futuri tedeschi, ma anche per la consapevolezza diffusa del loro effetto sui gioventù tedesca.
I nazisti sentivano che la gioventù della Germania poteva venire facilmente corrotta dall’omosessualità. Ogni maschio che forzasse un ragazzo sotto i quattordici anni in atti omosessuali affrontava la pena della castrazione, ogni maschio sopra i ventun’anni che facesse simili atti con un maschio sotto questa età poteva essere considerato un violentatore. La gioventù hitleriana era il principale veicolo utilizzato per prevenire l’omosessualità dalla giovane età.
“…siamo riusciti ad arrivare a realizzare che la maggior parte dei ragazzi interiormente supera questo malcostume in un breve periodo di tempo e guarda avanti diventando uomini sani e rispettabili.” “Per i ragazzi che non hanno ancora sviluppato una tendenza omosessuale questi rappresentano un danno – in tal caso come minimo un’esclusione dalla comunità per un po’ di tempo si renderà necessaria.”
Questo estratto di un saggio pubblicato in un giornale pedagogico della gioventù hitleriana mostra quale enfasi fosse posta sull’eterosessualità. I nazisti tenevano d’occhio con attenzione la gioventù tedesca del tempo e ogni segno di omosessualità portava all’espulsione e alla persecuzione.
In accordo con le tendenze naziste, la gioventù hitleriana faceva il lavaggio del cervello agli altri ragazzi così da convincerli a sostenere i loro pregiudizi e politiche contro l’omosessualità. Non sono gli omosessuali rappresentavano una minaccia alla continuazione della Germania nazista, ma dava fastidio anche la loro tendenza di stare assieme e a fare gruppo.
Ogni assembramento di persone poteva essere visto come una forma di resistenza e quindi una minaccia al potere nazista, che si nutriva su di una mancanza di organizzazione della ribellione. Questo portò all’isolamento dei sopravvissuti ai campi, anche perché la maggior parte dei loro amici erano omosessuali come loro e quasi tutti erano periti nei campi o emigrati fuori dalla Germania.
L’omosessualità rimase a lungo illegale in Germania dopo la guerra, così che quelli che ritornarono alle famiglie non furono accettati. In seguito al secondo conflitto mondiale, tutto ciò che restava loro erano una famiglia insensibile e degli amici dispersi.
La principale ragione per cui l’omosessualità mantiene una connotazione negativa non solo nella Germania nazista, ma anche in gran parte del mondo è che si crede che si tratti di una condotta immorale di vita. I nazisti avevano coscienza che l’esistenza dell’omosessualità costituisse un pericolo per la moralità della loro cultura e dovesse quindi essere fermata. In genere, la paura degli omosessuali è legata alla loro persecuzione durante l’Olocausto.
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Il libro Hidden Holocaust
In accordo con il libro “Hidden Holocaust“ (L’Olocausto nascosto”) di Günter Grau, su questi quattro punti si costruisce il fondamento dei maltrattamenti agli omosessuali nella Germania nazista. Grau basa la sua teoria su un’ampia varietà di fonti, rendendola estremamente plausibile. “L’Olocausto nascosto” è più di una collezione organizzata di opinioni, è una narrazione.
Il commento all’inizio di ogni sezione provvede un’ulteriore descrizione del contenuto che andrà a seguire e aiuta nell’interpretazione del contesto e del succo di ogni fonte. “L’Olocausto nascosto” crea un accurato profilo degli eventi dell’Olocausto, grazie anche alla grande quantità di risorse che contiene. Ho trovato questo libro una buona sorgente per la ricerca perché accoglie descrizioni molto dettagliate di ogni aspetto legato al tema.
Grau organizza le fonti in modo da permettere ai ricercatori di trovare esattamente quello che stanno cercando: il libro contiene rimandi che assistono nella creazione di una propria opinione più che nell’assorbimento tramite la semplice lettura di un altrui interpretazione degli eventi successi.
Io credo che “L’Olocausto nascosto” di Grau comprenda una buona parte narrativa che informa i lettori di quanto si stanno apprestando a leggere, ma anche un insieme vario di note che permette loro di trarre una propria conclusione.
Pagine web sull’omocausto
Pink-triangle.org. Anche se l’informazione in questo sito è a volte elementare, indica i fatti cruciali legati all’omosessualità durante il periodo dell’Olocausto. L’ho utilizzato principalmente nell’ordine di raccogliere idee sui dettagli su cui concentrarmi nell’andare ad esplorare le fonti utilizzate da Grau. Mi ha aiutato definitivamente a creare una comprensione generale sull’argomento e a chiarire quali fossero i problemi di estrema importanza e, per contro, quali che potessero essere lasciati sullo sfondo.
‘Survivors of a forgotten holocaust’ (di Peter Tatchell). Le informazioni che hanno più valore in questo caso sono le citazioni. Ho trovato questa pagina web molto interessante a causa dell’annessione di un alto numero di citazioni, rendendola più personale delle due precedenti sorgenti d’informazione.
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Testo originale: Nidden Holocaust