L’omelia del vescovo Matarrese: offende i gay e insulta i fedeli
Articolo di Alessandro Speciale da Adista Notizie N°47 del 30 giugno 2007
Che sia chiaro, «i gay non possono essere considerati cristiani» ecco il succo di una lezione di catechismo impartita da mons. Giuseppe Matarrese, vescovo di Frascati, ad un gruppo di stupiti ragazzini in preparazione per la cresima di Montecompatri (Rm)
FRASCATI (RM) Singolare catechesi quella offerta, lo scorso 26 maggio, dal vescovo di Frascati, mons. Giuseppe Matarrese, ai ragazzi che si preparavano alla cresima nel Duomo di Montecompatri (Rm): illustrando le virtù della famiglia, il vescovo ha affermato – a quanto ha appreso Adista – che “i gay non possono essere considerati cristiani”. Parole in chiaro contrasto con il Magistero cattolico ma, fra quattro mura e davanti a un pubblico giovane e ben predisposto, ci si può permettere di parlare francamente e senza nascondimenti.
La sorpresa, per il vescovo, è però venuta da una delle ragazze presenti al ritiro, che ha avuto il coraggio di contestare la sua affermazione e di dire la propria: “Secondo me, non è giusto, perché i gay invece possono amarsi come un uomo e una donna”.
Mons. Matarrese non ha preso bene l’‘impudenza’ della ragazza. Visibilmente irritato, l’ha zittita dandole della “scema” mentre a una sua compagna, che aveva preso la parola per difenderla, ha bruscamente risposto: “Hai una capoccia vuota!”. E non bastava: mons. Matarrese pretendeva le scuse ufficiali del gruppo dei cresimandi per l’”irriverenza” delle due ragazze, minacciando l’esclusione dalla cresima; prete e catechiste si facevano portavoce della sua volontà e cercavano, nello sconcerto dei genitori, di convincerle ad accondiscendere. Ma la piccola ‘ribellione’ all’autorità del vescovo non finiva lì, dato che le scuse non sono arrivate.
L’indomani, malgrado le minacce, mons. Matarrese impartiva il sacramento della confermazione a tutto il gruppo dei giovani, nonché a quei pochi adulti che, presenti al ritiro, erano rimasti in silenzio. Durante l’omelia, però, il vescovo di Frascati non ha mancato di tornare sull’episodio del giorno prima: questa volta, però, si è rivolto ai genitori dei ragazzi, invitandoli caldamente a tenere d’occhio più da vicino i loro figli che, “evidentemente”, si erano “allontanati dalla retta via”.
Fratello di Antonio Matarrese, immarcescibile presidente della Lega Calcio, e di Vincenzo, presidente della squadra di calcio del Bari, il 73enne monsignore, con impeccabili credenziali ruiniane, non è nuovo a queste uscite. “Sono di destra. Che c’è di male a dire: ‘Votate Storace’?”, aveva dichiarato alla vigilia delle elezioni regionali del 2005, quando aveva organizzato per i 30 preti della sua diocesi un incontro con il governatore uscente.
Nella mia famiglia ho politici di spicco” che militano nel centro-destra, aveva aggiunto per spiegare la sua fede politica: il riferimento, oltre alla sorella sposata – a quanto riportano i giornali – con un senatore di Forza Italia, è anche al fratello Antonio, all’epoca membro della direzione nazionale dell’Udc, nonché segretario provinciale a Bari dello stesso partito.