L’omofobia non esiste! Perciò pregare per le sue vittime è “una grande idiozia!”
Email di Patrizia Stella, risposta di Gianni Geraci del gruppo Guado di Milano
Chi impedisce a omosessuali o company di fare quello che vogliono?
Insomma c’è ormai tutta una società miscredente, relativista e atea, che continua però ad avere la spudoratezza di volersi chiamare “cattolica” – una società che favorisce da tempo sia l’omosessualità che la pedofilia che l’aborto che la pillola del giorno dopo alle dodicenni e via di questo passo e pertanto… perchè organizzare preghiere se già si sta ottenendo con abbondanza lo scopo per il quale voi volete ipocritamente immolarvi sull’altare del sacrificio?
Ormai è concesso di tutto e di peggio, senza che voi facciate gli eroi in difesa di coloro che fanno della trasgressione il loro stile di vita! Organizzare delle preghiere come se gli omosex fossero dei poveri martiri incompresi, bastonati e lapidati è una vera assurdità e una grande idiozia!
Ma per favore! Abbiate almeno il senso della realtà e cercate piuttosto di organizzare le vostre preghiere per altri motivi che non mancano, come ad esempio per tutte quelle vittime delle guerre passate e presenti, per quei bambini innocenti che vengono uccisi con l’aborto e che vengono anche violentati dai pedofili, per quei veri martiri cristiani che continuano a essere uccisi ogni giorno (Socci ne calcola 160.000 all’anno) nelle terre dove non esiste la democrazia come qui da noi, ma solo la legge ferrea della shari’ia islamica, per quei poveretti colpiti dal terremoto che hanno altre cose per la testa che pensare all’omofobia che non esiste!!
Semmai esiste il diritto di pensarla diversamente e stop. Ci volete togliere anche quello? Volete metterci un bavaglio sulla bocca e magari anche le manette? Sempre in nome della democrazia, logicamente!
Oggi nel mondo i cristiani pagano un pesante tributo all’intolleranza e alla discriminazione, sempre di più essi vengono attaccati, imprigionati, torturati e uccisi per il semplice fatto che vogliono credere in Gesù Cristo! E voi venite a parlare di preghiere contro l’omofobia???
Per favore, non vi chiedo di avere la fede in Gesù Cristo perchè quella l’avete persa per strada da molti anni, anche se pretendete di continuare ad essere chiamati cattolici, vi chiedo almeno di avere il senso della realtà, dell’oggettività e della giusta priorità da dare agli eventi che ci circondano e che stanno incombendo su di noi come spada di Damocle.
Se assieme alla fede in Cristo, avete perso anche il “Ben dell’Intelletto” a tal punto da non distinguere più dove stanno i veri problemi per cui battersi, è brutto segno perchè dice la Sacra Scrittura che “Dio ha tolto il senno a coloro che hanno voluto perderlo”.
Grazie dell’attenzione che vorrete prestarmi.
Verona, 22 maggio 2009
La risposta…
Dottoressa Stella, mi chiedo i motivi che stanno dietro a tanto suo astio. Mi fanno soffrire perché evidenziano una condizione spirituale in cui è definitivamente smarrito il senso profondo dell’annuncio evangelico, ovvero il superamento di qualunque forma di paura.
Vede, cara dottoressa Stella, da quello che lei scrive, si vede chiaramente che ha paura di quelli che, come noi, hanno deciso di organizzare delle veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia. E la sua paura é talmente grande che non le permette di vedere tutti quegli episodi di cronaca, piccoli e grandi, in cui gli omosessuali sono la vittima designata di una violenza di cui non sono responsabili.
Se vuole gliene richiamo qualcuno, ce ne sono tanti, sia in Italia che all’estero, soprattutto nei paesi islamici. Purtroppo capita ancora che le persone omosessuali siano picchiate, siano insultate, siano licenziate, siano messe a morte in tante parti del mondo.
E solo chi non ha capito niente del Vangelo può criticare chi decide di pregare per questi fratelli. Direi di più. Il Vangelo ci interpella con maggiore forza e non ci chiede soltanto di pregare, ma chi invita a fare qualche cosa di concreto per essere prossimo di chi è in difficoltà.
Probabilmente il levita e il sacerdote che hanno evitato di assistere il viandante assalito dai ladroni lungo la strada che da Gerusalemme conduce a Gerico, hanno ragionato come lei: hanno messo i propri pregiudizi e le proprie paure davanti all’esigenza elementare di andare incontro a chi era in una situazione di disagio.
Non so se lo sa, ma questi personaggi descritti da Gesù avevano, come lei, le loro buone ragioni per stare alla larga dal viandante ferito. Le loro preoccupazioni erano più elevate, i loro obiettivi erano quelli che di solito i benpensanti come lei approvano con un sorriso soddisfatto.
In più c’era il rispetto di quelle norme sulla purità che il Levitico elenca in maniera molto precisa e che imponevano agli ebrei osservanti di valutare con grande attenzione il contatto con qualunque personaggio sconosciuto: il ferito poteva essere morto e a quel punto avrebbe potuto compromettere la purezza stessa del sacerdote e del levita che sarebbero rimasti contaminati dal suo sangue.
Che ne dice cara signora? I motivi per nascondersi dietro alle parole li avevano anche loro.
Ma Gesù li condanna, come del resto condanna anche lei. Perché con il suo astio e la sua saccenza, cara la mia dottoressa Stella, ho paura che finirà diritta all’inferno in compagnia dei tanti che bazzicano quegli ambienti in cui l’ipocrisia domina incontrastata.
La pensi pure diversamente cara dottoressa Stella, ma non tiri fuori cose che non c’entrano niente con l’omosessualità, come l’aborto e la pillola del giorno dopo solo per non lasciarsi interpellare dalla sofferenza su cui le abbiamo proposto di riflettere.
La pensi pure diversamente cara dottoressa Stella, non mi pare che ci sia qualcuno che la perseguita per quello che dice.b Ma da fratello nella Fede glielo debbo dire con chiarezza: Si converta finchè è in tempo. Io pregherò per lei.
E alla prossima veglia per le vittime dell’omofobia leggerò la sua lettera e farò il suo nome, perché anche lei è una delle tante vittime di quella paura di cui parla la prima lettera di Giovanni quando recita: «Chi ha paura non è perfetto nell’amore».
Gianni Geraci del gruppo Guado di Milano