L’omosessualita’ nei testi paolini
Riflessioni di Romeo Cavedo, in CredereOggi, anno XX, n.2, Marzo-aprile 2000, edizioni messaggero di Padova, p.42
Il fatto, quindi, che in 1Cor 6,9-10 e in 1Tm 1,10 (l’omosessualità) sia citata in un elenco di vizi non basta a bollarla come qualcosa di già distorto o peccaminoso come tendenza, prima ancora che dia origine a comportamenti di fatto contrari al volere di Dio.
E’ evidente che, se vale il principio che ogni attività sessuale al di fuori del matrimonio è peccato — cosa che l’Antico Testamento ancora ignorava – ne consegue che ogni atto, desiderio e pensiero omosessuale è peccato non di più e non di meno di come lo sono gli equivalenti nella sfera eterosessuale.
Ma nulla autorizza, sulla sola base dei testi citati, a vedere nella tendenza omosessuale o in un casto amore omosessuale qualcosa di già perverso in se stesso. Può darsi che gli autori lo pensassero ma solo a causa di loro valutazioni culturali prive di fondamento razionale e basate solo su pregiudizi e luoghi comuni.