L’opera d’arte del Sinodo. I cattolici di Filadelfia dipingono il sogno di una chiesa “inclusiva”
Articolo di Religion News Service pubblicato sul sito del settimanale cattolico AMERICA (Stati Uniti) il 2 dicembre 2022, liberamente tradotto da Andrea del gruppo Cristiani LGBT+ Sicilia
Un gruppo eterogeneo di persone si trova davanti a un’imponente chiesa: un giovane che indossa una maglietta con la scritta arcobaleno “Pride“. Un sacerdote donna[1] che indossa una stola rossa – il colore liturgico della Pentecoste, festa dello Spirito Santo, secondo il credo cristiano. “Siamo i giovani del futuro e il futuro è adesso!“, recita uno striscione che si leva dal gruppo.
Questa scena immaginaria rappresenta i sogni di molti cattolici: una Chiesa che accolga le persone LGBTQ, che permetta alle donne di essere ordinate e che dia ai giovani cattolici una piattaforma per le loro idee.
La scena appare in una serie digitale di opere d’arte create dai cattolici dell’arcidiocesi di Filadelfia nell’ambito del Sinodo vaticano sulla sinodalità, avviata da Papa Francesco per comprendere le nuove sfide e l’impegno della gerarchia cattolica nei confronti dei laici, in particolare dei giovani e degli emarginati di tutto il mondo.
L’opera d’arte digitale è nata dalla realizzazione di un progetto chiamato “La Sinodalità nell’istruzione superiore cattolica nell’arcidiocesi di Filadelfia”[2] che ha condotto 48 sessioni di ascolto la scorsa primavera ed estate in 14 college e campus di stampo cattolico nell’area di Filadelfia, tra cui le università di Villanova, La Salle e St. Joseph.
Le sessioni hanno coinvolto quasi 400 studenti e sono state guidate da un team di leadership di 40 persone il cui obiettivo, secondo la relazione di sintesi del Synodality in Catholic Higher Education in the Archdiocese of Philadelphia (SCHEAP) 2022, era quello di “suscitare negli studenti le gioie e gli ostacoli del cammino con la Chiesa, nonché le loro speranze per il futuro“.
L’arte ha svolto un ruolo centrale in questo lavoro. Becky “Bex” McIntyre, ex alunna della St. Joseph e muralista cresciuta a Filadelfia (“la capitale mondiale dei murales“, secondo alcuni), ha agito come “animatrice sinodale” per le sessioni di ascolto degli studenti. Le sue “note visive” hanno aiutato i partecipanti a chiarire e catalogare le loro idee.
“L’annotazione visiva è una nuova dimensione dell’ascolto, in cui le persone ascoltano e discernono tra loro“, ha detto McIntyre a Religion News Service. “Le parole sono una cosa, ma per le persone vedere ciò che condividono in immagini è importante per visualizzare la Chiesa di cui stiamo parlando“.
Durante una sessione di ascolto tra i campus con più di 50 studenti di tutte le 14 istituzioni, alla quale ha partecipato l’arcivescovo di Filadelfia Nelson Perez, McIntyre ha aiutato gli studenti ad assemblare un’installazione artistica interattiva sui loro viaggi[3] nella fede cattolica.
L’opera d’arte di McIntyre rappresenta molti dei sogni, dei dolori, delle preoccupazioni e delle speranze degli studenti per la Chiesa: l’ordinazione delle donne, l’inclusione delle persone LGBTQ, l’impegno per la diversità religiosa e ideologica, il perseguimento della giustizia razziale e una risposta collettiva alle crisi ecologiche.
“Tutte le parole e le immagini visibili nella relazione succitata provengono direttamente dagli studenti”, ha detto McIntyre. “Molti studenti hanno condiviso il loro sentimento di tensione“.
L’enfasi dello SCHEAP sull’arte, così come la portata e la completezza delle sue sessioni di ascolto, sono state riconosciute successivamente nel rapporto di sintesi che la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha inviato al Vaticano, riassumendo i risultati di tutte le diocesi statunitensi.
Maureen O’Connell, professoressa di etica cristiana all’Università La Salle, ha detto che la coalizione SCHEAP ha affrontato la questione attraverso una domanda precisa: “come possiamo invitare gli studenti a svolgere il loro ruolo di protagonisti in questa Chiesa?”. O’Connell, autore di un libro del 2012, “If These Walls Could Talk: Community Muralism and the Beauty of Justice“[4], ha affermato che le risposte artistiche a una domanda generano una “ambiguità produttiva” che aiuta nel discernimento.
“Le arti ci impediscono di rendere Dio troppo piccolo, comodo e familiare, il che nega in qualche modo il mistero e la grandezza di Dio; allo stesso tempo, l’arte ci offre una connessione emotiva, incarnata, sensoriale e un’esperienza del Divino“, ha detto O’Connell.
Ma quando il Sinodo vaticano ha pubblicato alcune delle opere d’arte emerse dalle sessioni dello SCHEAP, i tradizionalisti su Twitter si sono scatenati. “Cancellate questo e pentitevi”, ha detto un commentatore, che ha accusato i creatori di “strizzare l’occhio alla sodomia”. Altri hanno postato dipinti tradizionali di scene bibliche come esempi di vera arte cattolica.
La McIntyre ha difeso i gruppi di discussione, affermando che non potevano essere compresi correttamente al di fuori della relazione scritta. “Questo è avvenuto nel contesto delle parole degli studenti”, ha detto, “e quello che speravo e pregavo era che le persone contrarie si ponessero in condizione di ascolto, dessero un po’ più di appoggio al processo sinodale e si ascoltassero a vicenda. Questo è ciò che si chiede“.
I sinodi sono stati associati a una riunione di vescovi, ma hanno una storia più lunga come momento di ascolto dei fedeli da parte dei leader cristiani. Nella visione di Francesco, centralità del Sinodo sarà quella di ascoltare soprattutto le comunità che spesso non hanno voce nella Chiesa. Sia i critici che i sostenitori hanno chiamato il Sinodo “Vaticano III”, considerandolo un veicolo per un cambiamento rivoluzionario e paragonandolo al Concilio Vaticano II della metà degli anni Sessanta, o Vaticano II.
Il Rev. Stephen DeLacy, vicario per la formazione alla fede dei giovani e dei giovani adulti dell’arcidiocesi di Filadelfia, ha detto che il sinodo può insegnare ai cattolici americani il valore della collaborazione e del dialogo nella cultura polarizzata del Paese.
“La divisione della nostra cultura non viene da Dio“, ha detto DeLacy. “Credo che i membri della Chiesa possano essere un potente catalizzatore per spostare la cultura intensamente competitiva, divisiva e polarizzata a una che porta al dialogo e alla comunione autentici”, ha detto DeLacy.
Se da un lato il sinodo mira a scoprire le questioni che stanno a cuore ai cattolici di tutto il mondo, sottolineano i sostenitori del sinodo, dall’altro il sinodo stesso non è certo un’inversione della struttura top-down[5] della Chiesa, come è stato ordinato dal Papa. Ascoltare i desideri dei laici è un obiettivo in sé; ogni cambiamento che ne deriverà sarà deciso, anche, dalla gerarchia.
“Siamo una Chiesa che crede nella rivelazione divina e con il sinodo globale stiamo rispondendo alle istruzioni gerarchiche della Chiesa che crediamo viva la verità rivelata di Cristo”, ha detto DeLacy.
I risultati delle sessioni di ascolto dell’arcidiocesi di Filadelfia rispecchiano molto di ciò che è stato raccolto nelle sintesi di altre diocesi negli Stati Uniti e altrove. La questione del ruolo delle donne nella Chiesa cattolica, a lungo considerata una preoccupazione soprattutto in Occidente, è apparsa nei rapporti della Conferenza episcopale nazionale di ogni continente, insieme alla perdita di fiducia nei leader della Chiesa a causa degli abusi sessuali del clero. Anche nei luoghi in cui l’omosessualità è ancora criminalizzata, le sintesi dei vescovi locali hanno mostrato sostegno per i cattolici LGBTQ.
Mentre il Sinodo passa alla fase “continentale“, in cui i rappresentanti dei sei continenti si riuniranno per studiare i risultati provenienti da tutto il mondo, il cardinale Mario Grech, segretario generale dell’Ufficio sinodale vaticano, ha detto che, sebbene le questioni sollevate siano controverse, ha professato fede nella potenza dello Spirito Santo che opera nella Chiesa globale. “Ci sono alcune resistenze, ma va bene così. Fatevi avanti! Camminiamo insieme“, ha detto Grech.
A Filadelfia, O’Connell ha detto che la reazione all’opera d’arte dell’arcidiocesi è una prova della necessità del sinodo. “L’invito è a capire come possiamo aggrapparci ai nostri sogni, ma non così strettamente da negare le speranze e i sogni degli altri, e questo è il prossimo passo critico del sinodo“, ha detto O’Connell.
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[1] Si potrebbe tradurre col termine sacerdotessa ma per pura scelta di traduzione si ritiene importante sottolineare il messaggio dell’articolo, che già dalle prime righe appare chiaro: in contrapposizione a quello che nella norma vede il ruolo del sacerdote essere ricoperto solamente da un uomo, il sogno di una chiesa senza frontiere è proprio quello che permetta di vedere finalmente anche le donne alla guida della chiesa.
[2] Verrà successivamente abbreviato con l’acronimo inglese SCHEAP, Synodality in Catholic Higher Education in the Archdiocese of Philadelphia.
[3] Termine inteso in modo figurato, metaforico.
[4] Tradotto: “Se questi muri potessero parlare: Il muralismo comunitario e la bellezza della giustizia”
[5] Termine settoriale, economico e finanziario. La definizione del dizionario Treccani così cita: Strategia gestionale che caratterizza modelli organizzativi di imprese o strutture tecnico-burocratiche nelle quali il flusso delle informazioni e delle decisioni si trasmette dal vertice alla base della gerarchia [amministrativa].
Testo originale: The artwork of the synod: Philadelphia art series depicts the dream of church of many Catholics