L’ospite inatteso (Luca 2, 41-51). Il disvelarsi in famiglia di un figlio gay
Relazione tenuta da Corrado e Michela Contini, genitori del gruppo Davide di Parma, al Convegno “Famiglia e Sinodo. Per una Pastorale delle fragilità” organizzato dell’Ufficio di Pastorale famigliare dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano (Tropea, 9-11 settembre 2022)
Grazie per averci invitato ad essere qui con voi a vivere questo momento sinodale di Chiesa, di Popolo di Dio che cammina insieme, che si ascolta e si sostiene a vicenda….
Come sposi e come genitori cristiani abbiamo sempre sentito la presenza del Signore accanto a noi sia nei momenti di gioia che nei momenti di difficoltà che 47 anni di vita insieme ci hanno fatto sperimentare.
Quando il nostro terzo figlio Simone ha manifestato la sua condizione omosessuale, lo abbiamo accolto e abbracciato. Abbiamo sentito di doverci affidare alla preghiera e alla Parola di Dio chiedendoci: “Cosa vuoi da noi Signore in questa realtà che ci chiami a vivere?”.
Il brano di Luca 2,41-51, il famoso brano di Gesù ritrovato tra i dottori del tempio, è stato uno di quei brani che ci ha davvero illuminato e rasserenato. Proponiamo anche a voi alcune riflessioni che nel corso di questi anni sono maturate in noi
“Senza che i genitori se ne accorgessero”
Questo versetto ci ha fatto capire come tutti i nostri figli, e Simone tra loro, ad un certo punto abbiano iniziato a fare scelte, a vivere realtà, diverse da quelle che avevamo pensato e questo passaggio spesso avviene sotto i nostri occhi senza che noi ce ne accorgiamo. Noi programmavamo percorsi, ipotizzavamo strade, che loro puntualmente non hanno imbroccato perché non erano le loro.
“Dopo tre giorni Lo trovarono nel tempio…”
Ci sono periodi difficili in cui noi genitori non capiamo i nostri figli, non riusciamo a comunicare con loro, siamo alla loro ricerca perché sembrano distanti, come persi. Sono periodi di buio in cui ci sentiamo in colpa, in cui pensiamo di aver sbagliato tutto e amici e parenti non sempre ci sono di aiuto.
“E tutti quelli che l’udirono erano pieni di stupore”.
Se riusciamo a guardare nostro figlio, nostra figlia con uno sguardo diverso per quello che sono realmente, rimarremmo stupiti perché sono stati creati da Dio come un prodigio. Se riusciamo a guardare in profondità nei loro cuori, nei loro sogni, anche noi rimarremmo stupiti di trovare quella scintilla d’amore che il Padre ha messo nei loro cuori, quel desiderio di felicità che rimane insopprimibile.
“Figlio perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.”
Cercavamo quel figlio che avevamo immaginato, di cui avevamo costruito il nostro film, e lui si manifesta diverso. Ci sentiamo come traditi. Le nostre aspettative, i nostri progetti sono infranti e questo genera difficoltà, angoscia. Ci sono venute incontro le parole di papa Francesco in Amoris Laetitia:
“È inevitabile che ogni figlio ci sorprenda con i progetti che scaturiscono dalla sua libertà, che rompa i nostri schemi, ed è bene che ciò accada. L’educazione comporta il compito di promuovere libertà responsabili…”. (Amoris Laetitia, n.262)
E poi il momento della verità, il momento in cui si svela il progetto che è scritto nel cuore dei nostri figli come in quello di Simone.
“Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”
Non sapete, non vi ricordate, che anche su di me il Signore ha pensato un progetto che è un progetto di gioia, di amore, un progetto che mi chiama alla scoperta di essere amato e di poter riamare…
Non vi ricordate che anche su di me il Padre elargisce la sua benedizione e dice “Ecco il figlio mio prediletto in cui ho posto il mio compiacimento!”
Non vi ricordate che anche per me sono scritte le parole del Salmo 139 “13 Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre. 14 Io ti celebrerò, perché sono stato fatto come un prodigio. Meravigliose sono le tue opere o Signore, e l’anima mia lo sa molto bene.”
“Ma essi non compresero”.
Tante volte noi non capiamo questo progetto, le parole, gli atteggiamenti, le scelte dei nostri figli… I messaggi che ci mandano sembrano quasi criptati per noi… Tante volte ci fidiamo delle nostre convinzioni delle nostre scelte e non capiamo il bene e il bello che c’è in loro. Quante volte ci siamo chiusi nei nostri schemi senza accorgerci del positivo, dei desideri, delle speranze che loro hanno. Quante volte abbiamo avuto paura di fronte al nuovo che si manifesta in loro… Ed è successo lo stesso anche per Maria e Giuseppe e questo ci ha confortato!
“Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.”
La realtà che Simone ci ha mostrato nella sua omosessualità, che noi non conoscevamo e che piano piano abbiamo scoperto è una realtà che ci ha fatto crescere nel nostro rapporto sia di sposi che di genitori che si confrontano, che discutono anche animatamente ma che accolgono la bellezza presente in lui.
Questa realtà ci ha fatto crescere anche nella fede senza mai dubitare che lui è prezioso agli occhi del Signore come un dono che ci è stato affidato perché ne avessimo cura, lo aiutassimo a crescere nella consapevolezza dei suoi talenti. Abbiamo capito che con Simone è come se il Signore ci avesse detto “Ecco mi fido di voi, ve lo affido come perla preziosa perché so che riuscirete, magari anche a fatica, a custodirla!”.
D’altra parte, è stato come partire per un viaggio, come un esodo verso una terra nuova, sconosciuta sino ad allora, fidandoci e affidandoci unicamente al Signore che sempre è andato ripetendoci: ”Coraggio, non temete, sono Io”.
In questo viaggio di scoperta, di riflessione, di preghiera, abbiamo sempre voluto tenere stretta con una mano la madre Chiesa e con l’altra, nostro figlio Simone senza voler abbandonare nessuno.
Abbiamo potuto sperimentavamo come nostro figlio non fosse intrinsecamente disordinato, ma una persona bella, aperta, capace di attenzione e di dono verso i suoi famigliari e verso chi lo conosceva. Pensiamo anche che nostro figlio non sia “destinato” alla castità, ma ad una scelta libera di poter vivere in pienezza un amore vero, l’esperienza di amare ed essere amato per come si è.
“Come possiamo dire di accogliere e amare una persona se non riteniamo bello e degno il suo amore?” Questa è la domanda lacerante che sempre Simone ci ha fatto!
Nei primi anni ci sono venuti in soccorso due documenti: il primo della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti “Sempre nostri figli” (1997) ed il secondo dal titolo “Pastorale nei confronti delle persone omosessuali” della Diocesi di Innsbruck (1998).
Poi un bel giorno Simone ci ha detto: “Ma cosa fate non tanto per me, ma per quelli come me che magari sono negati, allontanati, emarginati anche nelle Comunità cristiane?” Una domanda che non ci ha più lasciati in pace e ci ha fatto uscire dal nostro comodo guscio.
Abbiamo fondato nel 2015 in modo “avventuroso”, il gruppo “Davide” di Parma, il primo gruppo italiano di genitori cattolici con figli e figlie Lgbt, sostenuti in questo da quanto papa Francesco scriveva in quell’anno al n. 250 di Amoris Laetizia sulle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale.
Abbiamo sperimentato come le famiglie cristiane che vivono questa realtà subendo esse stesse incomprensioni e allontanamento dalle Comunità, quando vengono accompagnate e non lasciate sole, rinascono, ritrovano serenità e si ricostituiscono rapporti spezzati da anni: noi diciamo “Escono dall’armadio”.
Abbiamo cominciato con tanti altri genitori a girare per l’Italia incontrando gruppi di persone Lgbt, i loro genitori e i loro pastori e sono nati la Associazione La Tenda di Gionata e altri 10 gruppi di genitori cristiani raccolti oggi nella Rete italiana 3Volte Genitori.
Nel nostro cammino di ricerca siamo stati sostenuti e confortati da psicologi, filosofi, antropologi, medici, teologi, biblisti con incontri, con saggi e testi che ci hanno aperto una nuova visione su questa realtà vissuta non più solamente in un ambito di osservanza della legge bensì in un’ottica di fede di cristiani adulti, che con il discernimento della propria coscienza, vogliono seguire il Maestro.
Quest’anno abbiamo anche vissuto numerosi eventi sinodali sia locali che nazionali, come quello di oggi, dedicati all’incontro e all’ascolto profondo delle persone Lgbt, dei loro genitori e pastori. Anche a Parma abbiamo vissuto questa esperienza e nel Documento della nostra Diocesi che raccoglie la Sintesi dei Contributi dei Gruppi Sinodali è scritto al punto ASCOLTARE: “La presenza nella nostra comunità di persone Lgbtnon solo invita a un ascolto autentico, a superare atteggiamenti di chiusura e pregiudizi non accettabili, ma rappresenta anche una risorsa per tutta la comunità, un’occasione per crescere nell’approfondimento della fede. Ma perché questo sia possibile occorre una formazione adeguata a laici, consacrati e presbiteri: l’obiettivo è quello di giungere a una pastorale “con” e non solo “per” le persone Lgbt.” (Pag.5)
Con questo vogliamo dire che siamo alla ricerca del bene, del bello e del buono che ogni realtà, anche quelle “cosiddette fragili”, portano con sé per poter incontrare anche lì, proprio lì, il volto, la presenza di Gesù che sembra ripeterci “Finalmente siete arrivati, finalmente mi avete riconosciuto! Quanto tempo vi ho aspettato!”.
Questa è la ragione più intima della gioia che abbiamo sperimentato e che ci ha spinti a scrivere con altri il libro “Genitori Fortunati” (editrice Effatà, 2022). Vi abbracciamo tutti e tutte di cuore.