La lotta all’omofobia nel rapporto dell’Unione Europear i Diritti Fondamentali
Articolo del 20 maggio 2013 di Paolo Enrico Giacalone pubblicato su Rivista Europae
L’Unione Europea rappresenta, ormai da anni, un punto saldo nella lotta contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere all’interno dell’Europa e nel mondo.
L’appartenenza all’UE esige sia l’abrogazione di ogni legislazione anti-omosessualità sia di contrastare qualsiasi discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, così come stabilito dal Trattato di Amsterdam.
Non è un caso che nel 2007 in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate da leader politici polacchi che incitavano all’odio e alla discriminazione contro la comunità LGBT, l’UE abbia deciso di istituire ufficialmente per il 17 maggio la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHO, acronimo per International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia) sul suo territorio, ricordando che «l’Unione europea è innanzitutto una comunità di valori, in cui il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, l’uguaglianza e la non discriminazione sono fra i valori che più contano».
Proprio in concomitanza con l’IDAHO di quest’anno è stato rilasciato un rapporto, effettuato dall’Agenzia dell’Unione europea per i Diritti Fondamentali (FRA), che mostra come in Europa i membri della comunità LGBT subiscano ancora parecchie discriminazioni. Dati alla mano, infatti, risulta che negli ultimi cinque anni il 26% degli omosessuali ed il 35% dei transessuali europei abbia subito violenze o minacce.
Il 66% degli intervistati ha dichiarato di aver paura di mostrare la propria sessualità in pubblico tenendosi per mano col partner, mentre negli uomini gay e bisessuali la percentuale sale fino al 75%.
Il 19% ha inoltre dichiarato di essersi sentito discriminato a lavoro o nella ricerca di un lavoro, questo nonostante la protezione legale garantita dalle leggi europee.
Un dato allarmante rivelato da questo rapporto fa notare come la discriminazione inizi fin dalla scuola: 2 membri su 3 della comunità LGBT hanno asserito di aver nascosto la propria identità fra i banchi di scuola; il 67% ha avuto esperienze personali negative sotto forma di commenti o comportamenti discriminatori, mentre la percentuale sale ad una media del 91% quando è stato chiesto se avessero assistito a condotte di discriminazione nei confronti di un compagno identificato come LGBT.
In occasione della Conferenza dell’IDAHO, Viviane Reding, attuale Commissario Europeo per la Giustizia, i Diritti Fondamentali e la Cittadinanza, ha tenuto un discorso in cui ha ribadito la linea dell’UE contro le discriminazioni, definendo l’omofobia e la transfobia “una violazione della dignità umana” e “incompatibili con i valori e i principi su cui l’Unione Europea è fondata”.
Reding si è concentrata sul rapporto rilasciato il giorno stesso dalla FRA, rammaricandosi di quanto le violenze e e le discriminazioni siano ancora così diffuse in Europa e condannando con forza tutti gli incidenti di natura omofoba che sono avvenuti di recente, come le violenze fisiche che hanno segnato la Francia negli ultimi mesi, prima e dopo l’approvazione del progetto di legge “mariage pour tous”. Ha ribadito l’impegno della Commissione Europea per combattere l’omofobia e la transfobia, ricordando che si è già fatto molto, ma non ci si può fermare qui ed è necessario spingere le persone a denunciare atti di discriminazione, visto che il 60% degli LGBT ha dichiarato di non farlo perché crede che tanto non cambierà niente.
La legislazione da sola ovviamente non può bastare: per proteggere a pieno le persone LGBT dalla discriminazione e per promuovere l’eguaglianza la Commissione Europea e i governi dei singoli Stati Membri devono lavorare per sfidare gli stereotipi e cambiare gli atteggiamenti discriminatori.
ilga
Ai dati dell’Agenzia dell’Unione europea per i Diritti Fondamentali possiamo aggiungere anche la “Rainbow Europa Map” rilasciata ogni anno dall’ILGA, associazione in difesa dei diritti degli omosessuali.
Questa mappa descrive la situazione dei diritti umani delle persone LGBTI in Europa: viene infatti riportata in percentuali il rispetto delle persone omosessuali e ciascuna percentuale viene calcolata in base alla presenza di leggi che tutelino le persone LGBTI dalle violenze, le loro relazioni di coppia e la loro libertà d’espressione.
Ai gradini più bassi troviamo gravi violazioni dei diritti umani, mentre ai gradini più alti la piena uguaglianza e il rispetto degli omosessuali nella società. Fra gli Stati Membri i paesi che creano maggior preoccupazione sono Italia, Bulgaria e Cipro, in preoccupante ritardo rispetto al resto dell’UE.