Lungo il cammino. Oltre la retorica sul matrimonio e la famiglia
Testo della teologa suor Margaret Farley* tratto dal libro Just Love: A Framework for Christian Sexual Ethics, Continuum International Publishing Group (USA), agosto 2005, pagg. 254-255, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Ho già avuto modo di ripetere molte volte che la retorica sul matrimonio e la famiglia deve essere cauta e realistica, non deve volare troppo alto né essere troppo scettica. Per dirla in modo concreto, nessuno a questo mondo ha già raggiunto gli obiettivi del suo matrimonio o della sua famiglia. Siamo tutti in cammino. I problemi della monogamia, dell’esclusività sessuale e della stabilità si riassumono nel problema di imparare come far fiorire l’amore fedele e duraturo.
La storia di ogni promessa non sta solo nel suo principio e nella sua fine, ma soprattutto in quello che sta in mezzo. La nostra vita si distende nel tempo, non è vissuta tutta in una volta. Il tempo umano non assomiglia a un orologio, bensì agli anelli di un albero: è dentro di noi.
Perciò, nella nostra vita quotidiana, la scelta di ratificare le nostre promesse, gli sforzi per crescere nella semplice pazienza, nella gentilezza, nella presenza in tutte le sue forme, nel perdono e nel “poco a poco” dell’amore che accoglie possono essere parti e porzioni di ciò che sta nel mezzo della nostra vita, segnata non solo dal successo e dalla gioia, ma anche dal fallimento, dall’irritazione, dalla confusione e dal bisogno di una speranza radicale. Tutti gli stili di vita sono sotto il segno della Croce, ma tutti possono anche crescere nella sua luce.
* Suor Margaret A. Farley, nata il 15 aprile 1935, fa parte della congregazione americana delle Sisters of Mercy (Suore della Misericordia) ed è professoressa emerita di etica cristiana presso la Yale University Divinity School dove ha insegnato etica cristiana, dal 1971 al 2007, ed è stata anche presidente della Catholic Theological Society of America (Associazione Cattolica dei Teologi d’America). Il suo libro Just Love (2005), ha avuto numerose critiche e censure da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede per le opinioni morali espresse, considerate divergenti dal magistero cattolico, ma ha ricevuto invece ampio sostegno e approvazione dalla Leadership Conference of Women Religious (Conferenza delle Religiose degli Stati Uniti) e della Catholic Theological Society of America (Associazione Cattolica dei Teologi d’America).