L’uomo con il triangolo rosa, una testimonianza dell’Omocausto
Recensione di Rachael Binning pubblicata sul sito dell’Università della California, Santa Barbara (Stati Uniti), liberamente tradotta da Silvia Lanzi
L’uomo con il triangolo rosa (The Men With The Pink Triangle) è un avvincente racconto personale della macabra persecuzione che ha avuto luogo contro gli omosessuali durante la seconda guerra mondiale. Questo libro sottolinea il fatto che, sebbene gli omosessuali fossero trattati in modo orribile, come gli ebrei se non peggio, c’è una conoscenza superficiale degli abusi che gli omosessuali dovettero sopportare. Questo, in parte, è dovuto al fatto che, anche prima della guerra, l’omosessualità in Germania veniva considerata un crimine e anche oggi è considerata un argomento controverso, impedendo quindi ai sopravvissuti di condividere le loro storie.
Heinz Heger fa un racconto dettagliato e agghiacciante della sua esperienza in prigione e del campo di concentramento di Sachsenhausen in Germania. Heger è nato a Vienna nel gennaio del 1915 ed era uno studente universitario quando venne arrestato. Diversamente da molti omosessuali di quel periodo, aveva rivelato la propria omosessualità alla madre ed era stato comunque accettato in famiglia.
A causa del paragrafo 175 del codice penale Heger venne arrestato senza preavviso nel marzo 1939 e messo in una prigione dove rimase sei mesi con altri criminali. Sebbene gli fosse stato promesso di essere liberato, dopo sei mesi venne trasportato al campo di concentramento di Sachsenhausen. Più tardi venne trasferito nel campo di Flossenbürg, dove rimase fino alla liberazione da parte delle forze americane nell’aprile del 1945.
La maggior parte dell’autobiografia di Heger è dedicata alla descrizione delle terribili condizioni nelle quali i prigionieri furono costretti a sopravvivere e i metodi che lo stesso Heger utilizzò per farlo. Sebbene molti uomini, compreso Heger, fossero internati nei campi di concentramento a causa della loro omosessualità, questo non ha impedito ad altri, non condannati come omosessuali, di partecipare ad atti omosessuali. Infatti Heger fu in grado di sopravvivere diventando un “dolly-boy” per molti Kapò. In cambio di favori sessuali Heger ricevette razioni supplementari di cibo e protezione da trattamenti brutali e punizioni. Dal momento che Heger mantenne una buona reputazione nel campo, verso la fine della prigionia divenne il primo Kapò omosessuale e rimase in quella posizione fino a che il campo fu liberato.
Come anche in altri campi, mentre i nazisti arrivavano pericolosamente vicino alla disfatta iniziarono una “marcia della morte”, nella quale tutti i prigionieri marciavano a piedi per molte miglia in direzione di Dachau. Questa marcia era particolarmente orribile e molti uomini morirono di stenti. Un mattino, durante la marcia, i prigionieri si alzarono per scoprire che gli uomini delle SS li avevano abbandonati.
Heger e molti altri uomini colsero l’occasione di scappare e infine trovarono una fattoria dove furono accolti gentilmente e ricevettero cibo. Alla fine Heger tornò sano e salvo a casa, tristemente solo. Sua madre lo accolse, perché suo padre si era suicidato a causa degli abusi ricevuti perché suo figlio era omosessuale. Sebbene Heger fosse estremamente felice di essere a casa e fosse accettato dalla sua famiglia, la sua comunità non lo ricevette a braccia aperte. L’omosessualità era ancora guardata dall’alto in basso ed era considerata illegale. Per questo non ricevette alcun risarcimento per il periodo nel campo di concentramento, diversamente da altri sopravvissuti. Heger finisce il suo racconto con l’importante messaggio che molte vittime non dovrebbero essere dimenticate.
Questo libro è stata la mia prima introduzione al tema dell’omosessualità durante l’Olocausto. Sebbene l’introduzione di David Fernbach mostri molti importanti fatti sul trattamento degli omosessuali e le leggi contro di essi durante l’Olocausto, la maggior parte del libro non è dedicata ai fatti, ma piuttosto alla storia di Heger e agli abusi da lui subiti. Mi è chiaro il perché questo libro ha raggiunto uno status così elevato: perché rivela una parte dell’Olocausto che è stata discussa e oggetto di ricerche per molti anni.
Come Heger sottintende alla fine delle sue memorie, molte vittime omosessuali furono titubanti a raccontare le loro storie perché dopo la guerra l’omosessualità era ancora illegale e non accettata in molte società. A causa di ciò, si sa poco sul trattamento degli omosessuali durante questo periodo rispetto a ciò che si sa delle vittime ebree. Un punto sottolineato durante tutta la storia di Heger è il trattamento terrificante che gli omosessuali sopportarono. A quel tempo l’omosessualità era considerata da molti una malattia.
Per questo gli omosessuali erano isolati nelle loro cuccette, dove erano costretti a dormire tutto il tempo con le luci accese e con le mani che non dovevano mai essere sotto le coperte. Una volta, durante la prigionia di Heger, Himmler costinse anche gli omosessuali a dormire con donne zingare ed ebree per cercare di “curare” la loro “malattia”. Pubblicato per la prima volta nel 1972, il racconto personale di Heger è stato uno dei primi libri a raccontare gli orribili abusi patiti dagli omosessuali durante il regime nazista.
Lo United States Holocaust Memorial Museum
Lo United States Holocaust Memorial Museum, situato a Washington D.C., è uno primi istituti che si occupano dell’Olocausto ed è conosciuto in tutto il mondo per le sue vaste ricerche e per le sue mostre sull’Olocausto. Il sito web di questo museo è pieno di informazioni su molti aspetti dell’Olocausto, inclusa l’omosessualità. Digitando la parola chiave “homosexuality” nella casella di ricerca sulla pagina principale è facile trovare un numero infinito di siti e documenti su questo argomento. Il sito non include solamente fatti sul trattamento degli omosessuali in quel periodo ma anche molte storie personali ed eventi che si tengono al museo, correlati all’omosessualità.
Dopo aver letto parecchi siti web ho trovato che questo contiene la maggior parte delle informazioni sugli omosessuali durante l’Olocausto.
Il sito è organizzato chiaramente, ha abbondanza di informazioni ed è abbastanza interattivo. Mentre si guardano molte pagine informative si può cliccare sulle fotografie delle persone perseguitate durante l’Olocausto e leggere le loro storie. Questo sito è un eccellente supplemento a L’uomo con il triangolo rosa perché fornisce i fatti dietro la storia di Heger e da anche informazioni su molti altri omosessuali oggetto della persecuzione, come Heger.
Testo originale: The Men With The Pink Triangle (London, 1986)