Ma chi pulisce la tua casa? Perché l’amore è anche questo
Riflessioni di Caroline Mason* tratte da Whosoever (Stati Uniti), marzo/aprile 1998, libera traduzione di Elena P.
Mia madre ha lavorato con i bambini per molti anni. Una delle storie che raccontava era quella della casa di Chiunque. La storia è più o meno questa: c’era un uomo chiamato Chiunque a cui il Buon Re del Cielo donò una casa. Gli fu detto che doveva mantenerla pulita perché un giorno il Re avrebbe bussato alla sua porta e gli avrebbe fatto visita.
Poco tempo dopo essere entrato nella sua casa, un uomo bussò alla porta. Era grosso e brutto. Fumava un sigaro e teneva in mano una bottiglia di whiskey. Aveva uno sguardo arcigno.
Entrò spingendo la porta e oltrepassando Chiunque disse: “Hei, questo sì che è proprio un bel posto. Penso di fermarmi per un po”.
Mentre entrava lasciò cadere la cenere sul pavimento, versò il whiskey, lasciò impronte con i suoi stivali sporchi e sparse sporcizia dappertutto. Chiunque chiese all’uomo chi fosse e questi rispose che era le “Cattivi Abitudini”. “Bene”, disse Chiunque “Signor Cattive abitudini, non è mia intenzione essere scortese, ma lei non può rimanere. Il Re verrà proprio qui e io ho bisogno di pulire la casa che mi ha donato”.
“Molto male”, rispose il sig. Cattive Abitudini, con un sorriso beffardo. “Io rimango qui”. La casa andò di male in peggio finché suonò di nuovo il campanello.
Temendo che fosse il Re che veniva a visitarlo, Chiunque aprì la porta lentamente e vi trovò una giovane donna vestita bene e in modo classico, che presentava il suo biglietto da visita “ Impresa di pulizie della Signora Moralità”.
“Oh, sono così felice che sia qui”, “Ho bisogno di pulire la casa immediatamente”. “Nessun problema, metterò tutto in ordine in un battibaleno”.
Ma, non appena iniziò a spazzare, non faceva altro che smuovere la polvere. Ogni volta che raccoglieva un pezzo di carta. Il sig. Cattive Abitudini ne gettava un altro a terra. Alla fine Chiunque uscì fuori sui gradini della veranda e iniziò a piangere.
Mentre stava piangendo passò un uomo che gli disse ”Perché piangi?” Chiunque gli raccontò tutta la storia aggiungendo, alla fine “Per quanto ce l’abbia messa tutta non sono riuscito a mantenere la casa pulita per l’arrivo del Re”.
L’uomo sorrise e replicò: “questo non era compito tuo, bensì mio”. Mentre sorrideva, Chiunque riconobbe nell’uomo il suo Re. Il Re sospinse da parte Chiunque e entrò nella casa.
Non appena entrò, il sig. Cattive abitudini e la sig.ra Moralità fuggirono e, quando Chiunque si rimise in piedi, la casa era completamente pulita.
Mi piace questa storia perché troppo spesso siamo come Chiunque. Ci dimentichiamo di chi sia il compito di purificare le nostre vite.
La verità gloriosa del Vangelo è che, lo stesso Dio che ci chiede di essere virtuosi, è quello che ci dà la capacità di essere virtuosi come un dono gratuito.
Come John Fisher ha detto in un musical intitolato “The New Covenant” (Il Nuovo Patto), la Legge ci chiede tutto senza l’aiuto di Dio. In The New Covenant non ci chiede niente perché tutto viene da Dio.
Quando esaminiamo la parola “virtuosità” lo capiamo chiaramente. La parola “dikaiosuni” significa letteralmente “la condizione di essere accettabile a Dio”.
E’ la stessa identica parola che è tradotta come “giustificato”. La dottrina della “Giustificazione per mezzo della Fede” è la stessa della” virtuosità per mezzo della Fede”.
Noi non diventiamo, di fatto non possiamo, diventare virtuosi attraverso le nostre azioni. Infatti, la virtuosità non è qualcosa che noi facciamo, ma è qualcosa che noi siamo semplicemente per il fatto di essere cristiani.
Ora, questo non ci solleva dalla responsabilità di vivere una vita retta. Infatti questo rende la nostra responsabilità più importante di quello che pensiamo.
Guardiamola in questo modo: se uno è figlio di un contadino non ci si aspetta molto da lui in termini di signorilità, cortesia, portamento nobile, protocollo, ecc.
Ma se uno è figlio del Re, da lui ci si aspetta di più. Non si ha la possibilità di scegliere tra l’essere rozzo o volgare. Si è regali per nascita, ma si diventa nobili attraverso l’azione.
Tale è la situazione per un Cristiano. O si è Principe, o si è Principessa nel Regno di Dio. Le nostre azioni devono essere in armonia con la nostra posizione. Ne parleremo di più la prossima settimana.
Credo che possiamo veramente gioire della nostra virtuosità quando capiamo esattamente ciò che Paolo intende quando usa questa parola. E’ stato questo passaggio, nel dizionario di Thayer che mi ha spinto a ballare per tutta la casa.
Negli scritti di Paolo “dikaiosuni” ha un significato particolare, opposto a quello degli ebrei. Per capire questo significato devono essere presi in considerazione i seguenti fatti: gli ebrei, come popolo, ritenevano di assicurarsi il favore di Dio per mezzo di azioni conformi ai dettami della legge di Mosè e che, tale favore, derivasse da nostri meriti; in questo modo avrebbero raggiunto la salvezza eterna.
Ma ciò richiede una perfetta obbedienza a tutti i suoi precetti e minaccia la condanna a coloro che non rispettano tale obbedienza (Gal. 3.10-12).
Un’obbedienza di questo tipo nessuno l’ha rispettata (Rom 3.10), né gli ebrei, né i gentili poiché, per gli ultimi, la legge naturale di diritto scritta nelle loro anime prende il posto della Legge di Mosè (Romani 2.14).
Perciò Paolo proclama l’amore di Dio poiché, abbandonando Cristo, suo figlio, alla morte, come sacrificio per i peccati degli uomini, ha dimostrato la sua grazia e la sua benevolenza per l’uomo e in questo modo può sperare per la salvezza come se non avesse peccato.
Che parola meravigliosa “come se non avesse peccato”. Pensateci. Dio entra in relazione con voi attraverso la sua virtuosità, che vi ha donato come se non aveste mai peccato. Che meravigliosa grazia divina. La grazia umana perdona. Può persino dimenticare in qualche modo.
Ma la grazia divina perdona, dimentica e ritorna indietro nel tempo per rovesciare il processo del peccato stesso. Lavato nel sangue non significa semplicemente che il vecchio è spazzato via, significa che il vecchio è rimpiazzato da un uomo nuovo.
Ora, se questo non vi fa emozionare, allora non capite proprio quello che Dio ha fatto per voi. Sospetto che questa cosa vi faccia emozionare quando pensate da dove siete venuti, a cosa potevate essere e a ciò che siete ora per grazia di Dio. Sentitevi pure liberi di ballare, se ne avvertite il bisogno.
* Nota personale: quando preparavo questa lezione mi sono sentita così intimamente emozionata che ho iniziato a ballare per tutta la stanza.
Che gioia è stata sapere di essere stata giudicata virtuosa non attraverso i miei deboli sforzi, ma attraverso l’opera di Cristo sulla croce. Quello che non sono stata capace di fare con le mie azioni Dio lo ha fatto con la sua opera.
Testo originale: Who’s cleaning your house?