Ma un prete non può andare al pride? Perché no?
Riflessioni di Massimo Battaglio
Sabato 2 luglio 2022 si è svolto il pride di Milano. Una manifestazione bellissima, oceanica, pacifica, piena di vita. E c’era anche un prete: don Marco Luca Bertani, giovane viceparroco della diocesi di Bergamo. Bel segnale, no?
Chi non ha capito o non ha voluto capire il bel segnale sono i soliti dei siti fondamentalisti, quei gruppi di persone il cui cristianesimo consiste nello scandalizzarsi per qualunque cosa non si allinei ai dettami legalisti di Costantino e Teodosio. Per loro, un prete a un pride è un emissario di satana (non sto inventando: hanno proprio commentato così) e va redarguito, punito, sospeso, magari arso vivo dopo essere stato cosparso di essenza di finocchio.
Così, le foto di don Marco Luca hanno cominciato a rimbalzare da una sacrestia virtuale all’altra e poi a diffondersi sui media mainsrteam. Nel frattempo, al vescovo di Bergamo sono iniziate ad arrivare “missive” irripetibili (di cui, evidentemente, non aveva bisogno).
Non citerò i nomi dei siti in questione se non dietro consistente pagamento ma mi pare invece simpatico condividere un’altra “missiva” che il suo e nostro amico Marco Narducci ha inviato a mons. Beschi via mail. Ecco il testo:
“Alla c.a. di Mons. Vescovo
Con la presente desidero esprimere pieno sostegno al rev. don Marco Luca Bertani che, con la sua presenza al Pride di Milano e di Bergamo, ha testimoniato che essere Chiesa significa in primo luogo stare a fianco a tutte le persone, in particolare a quanti lottano contro i pregiudizi, l’omofobia e la violenza, per una società più giusta, accogliente e inclusiva.
Ho appreso che su alcuni siti della multiforme galassia conservatrice (gli scribi e i farisei del XXI secolo…) hanno iniziato a prendere di mira don Marco, perché evidentemente mette in crisi una certa visione di “cristianesimo” di cui loro si sentono depositari privilegiati. Per tale ragione ho avvertito in coscienza la necessità di manifestargli la mia vicinanza e il mio totale supporto.
Fraternamente in Cristo, Marco Sergio Narducci”