“Mai nel nome di Dio”. I cristiani LGBT e la strage nella discoteca gay di Orlando
Comunicato del Progetto Gionata su fede e Omosessualità
Mentre scorrono le immagini terribili della strage nella discoteca gay di Orlando (Stati Uniti), mentre i media raccontano l’agghiacciante svolgimento della strage fatta con freddezza in nome dell’intolleranza ammantata con i precetti di Dio i cristini LGBT italiani si chiedono “perchè?”.“Mi si stringe lo stomaco e mi chiedo perchè… perchè tanto odio e tanta violenza in nome di Dio“, scrive un cristiano Lgbt al Progetto Gionata. Ma c’è una risposta a questo perchè? Proponiamo alcune riflessioni che sono scaturite da questa domanda.
Scrive l’associazione di cristiani LGBT Cammini di Speranza che “La strage di Orlando è l’ennesima orribile prova (se ce ne fosse stato bisogno) che l’omofobia esiste e che di omofobia si muore.
Non sono più giustificabili in alcun modo sia il tentennare della politica nel promuovere la lotta alla omotransfobia sia l’insana propaganda dei gruppi fondamentalisti che da anni rovinano le vite delle persone LGBTI, infangandole utilizzando strumentalmente gli argomenti della “lobby gay” e dell’”invasione gender”.
Scrive Mario, un gay cattolico di quasi 21 anni, in una lettera aperta a papa Francesco tutto il suo smarrimento perchè “l’attacco a Orlando, nel quale è parsa manifesta la violenza di chi si maschera dietro Dio per giustificare la propria omofobia (che Lei, mi duole dirlo, non ha menzionato nel suo messaggio sulla strage), è un problema che riguarda anche la Chiesa cattolica. … Quello che le chiedo con tutto il cuore, caro Papa (nonostante tutto), è che dia contenuto a quello che il catechismo chiama “ingiusta discriminazione” verso di noi, figlie e figli di Dio tanto quanto Lei, e forse perseguitati più di Lei.
Che impedisca, con qualcosa di chiaro, a preti come don Pusceddu di dire che meritiamo la morte, e che dobbiamo essere curati, perché è impossibile. Perché stragi come quella di Orlando potranno vantare l’indifferenza dei cristiani. … E chi è contrario a difendere la nostra vita, è un vero cristiano? Bisogna dar loro sempre più credito rispetto a quelli che hanno la pelle ferita per il loro odio?”.
Intanto i cristiani omosessuali e transessuali del gruppo kairos di Firenze comunicano che sabato 18 giugno alle ore 15, prima dell’inizio del corteo del Pride fiorentino, con gli amici del gruppo Nicodemo di Bisceglie, del Progetto Gionata, di Gabriel forum, del Fondo Samaria e del Progetto Giovani Cristiani lgbt terranno un momento di preghiera ecumenica per ricordare che nessuna violenza può essere Mai giustificata, nel nome di Dio e degli uomini…
“Inizieremo cosi il nostro cammino di testimonianza di Cristiani LGBT in questo Toscana Pride che sarà di festa, ma anche di memoria per chi non potrà essere più con noi. Percorreremo tutto il Toscana Pride con lo striscione Cristiani LGBT in cammino e distribuiremo dei colorati volantini, in italiano ed in inglese, su cui capeggerà l’esortazione biblica “chi potrà mai separarci dall’Amore di Dio” (Romani 8, 39s).
Capitanati dalla nostra giovanissima ottantenne suor Stefania Baldini porteremo nel colorato Pride fiorentino la testimonianza positiva del nostro cammino, l’accoglienza inclusiva delle nostre parrocchie e dei tanti preti e suore che ci accompagnano perché “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Galati 3,28), come abbiamo scritto in una lunga lettera che abbiamo inviato a tutti i Vescovi delle Diocesi Toscane.
Non è un cammino facile il nostro, ma noi saremo lì per testimoniarlo insieme ai tanti altri cristiani LGBT, che condivideranno con noi questo momento“.
Davanti alla strage di Orlando i cristiani Lgbt s’interrogano e interrogano anche l’indifferenza delle loro chiese. E tu cosa farai? Ascolterai la loro voce.