La storia non deve ripetersi. Mai più crimini contro le persone LGBT
Riflessioni di Mark Leno, Scott Wiener e Rafael Mandelman pubblicate sul sito del quotidiano San Francisco Examiner (Stati Uniti) l’11 maggio 2017, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Negli anni ‘20 la Germania era uno dei luoghi più accoglienti del mondo moderno per le persone LGBT, che erano parte integrante della società berlinese con i loro teatri, i loro locali notturni, le società professionali e più di trenta periodici dedicati alla vita LGBT. Le persone transgender tedesche lottavano con successo per i loro diritti civili e nel 1931 a Berlino ebbe luogo la prima operazione chirurgica di riassegnamento del sesso. Nel 1933 i nazisti salirono al potere e tutti gli omosessuali noti vennero accerchiati, torturati e deportati nei campi assieme a sei milioni di ebrei ed altre minoranze: la maggior parte vi morì.
Gli ultimi dieci anni hanno visto dei progressi senza precedenti nei diritti civili per le persone LGBT. Il matrimonio omosessuale ora è legale in 22 Paesi, inclusi gli Stati Uniti: non avremmo mai pensato di vedere una cosa simile nel corso della nostra vita. Noi crediamo che l’arco della storia si tenda verso la giustizia, ma in quanto ebrei omosessuali sappiamo anche come l’arco a volte si torca all’indietro prima di andare avanti. Le nostre famiglie e la nostra comunità portano ancora il peso dell’Olocausto. Siamo cresciuti ascoltando i nostri famigliari, testimoni diretti degli orrori di uno Stato deciso a sterminare il suo popolo.
In questi mesi avrete sentito della brutale persecuzione degli uomini queer nella repubblica russa di Cecenia: centinaia di Ceceni sono stati arrestati dalle autorità, torturati e, in alcuni casi, uccisi. Il totalitarismo e il nazionalismo, i due flagelli gemelli dello scorso secolo, sono di nuovo sulla breccia e il caso della Cecenia lo dimostra molto chiaramente. I dittatori hanno sempre prosperato aizzando i paurosi contro i deboli. Nel 2013 il parlamento russo ha approvato all’unanimità una serie di leggi anti-gay e ha lanciato una campagna di abusi per distrarre i Russi dalla congiuntura economica sfavorevole.
E non accade solo in Russia: in molte zone dell’Africa e del Medio Oriente le persone LGBT vengono abitualmente giustiziate per il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere. I metodi sono i più diversi – in Iran vengono impiccate, in Somalia fucilate, nelle zone controllate dall’ISIS gettate giù dagli edifici – ma gli orribili risultati sono identici. Qui negli Stati Uniti le persone queer subiscono livelli scioccanti di violenza. Da quando Donald Trump è entrato alla Casa Bianca le segnalazioni di crimini d’odio contro Messicani, musulmani e membri delle comunità LGBT hanno subito un’impennata. Le donne trans, specialmente quelle di colore, sono terribilmente in pericolo qui negli Stati Uniti: quasi ogni mese assistiamo a omicidi brutali e troppo spesso irrisolti. L’anno scorso ha superato il 2015 come anno peggiore che si ricordi per le donne transgender e il 2017 promette di essere ancora peggiore.
Persino a San Francisco, che è probabilmente la città più queer e progressista degli Stati Uniti, le persone LGBT devono subire violenze e abusi. Secondo uno studio condotto dal Centro Comunitario LGBT di San Francisco, quasi il 70% per cento ha subito violenze fisiche, il 48% è stato vittima di violenze sessuali e l’81% è stato molestato perché LGBT.
Non possiamo rimanere in silenzio mentre la marea montante della violenza anti-LGBT ci minaccia tutti e tutte. Dobbiamo continuare a eleggere persone LGBT a ogni livello di governo per difendere i nostri diritti. Dobbiamo organizzarci contro le forze conservatrici e reazionarie che in tutto il mondo cercano di eliminarci. Dobbiamo far sì che le risorse arrivino alle persone più vulnerabili, come le persone trans, i giovani e gli immigrati. E dobbiamo levare alta la nostra voce rabbiosa ogni volta che un membro delle nostre comunità viene aggredito o ucciso: un crimine contro uno o una di noi sarà sempre un crimine contro tutti e tutte noi. La violenza contro le persone LGBT non può rimanere senza risposta. Non possiamo permettere che la storia si ripeta.
Testo originale: LGBT violence cannot go unanswered