La Madonna di Montevergine, la Candelora, i femminielli e i credenti omosessuali
Recensione di Innocenzo
Perché i femminielli napoletani cantano le lodi alla Madonna Schiavona? Com’è nato quest’antico rito di devozione che le persone omosessuali e transessuali celebrano da secoli al Santuario della Madonna di Montevergine (Avellino) il 2 febbraio di ogni anno? Queste sono alcune delle domande cui cerca di dare una risposta il libro di Monica Ceccarelli ‘Mamma Schiavona. La Madonna di Montevergine e la Candelora’ (editore Gramma, anno 2010), uno sguardo originale sulla religiosità e la devozione popolare di persone omosessuali e transessuali e il loro rapporto/conflitto con la religione ufficiale.
Attraverso una scrittura semplice e scorrevole l’autrice accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta del rito millenario della Candelora al santuario di Montevergine dove i femminielli prima, e le persone omosessuali e transessuali oggi, venerano da secoli la cosiddetta ‘Mamma Schiavona’, un’icona antichissima che ritrae la Madre di Dio.
Un rito arcaico che attraverso i secoli si svolge tra lo scandalo e la disapprovazione della gerarchia di turno, e che ripresenta così tutte le sue antiche contraddizioni.
Infatti, se i primi capitoli raccontano la genesi di questa devozione e la sua storia, nel capitolo intitolato ‘L’abate’ l’autrice non può fare a meno di prendere in esame i testi del Magistero della Chiesa Cattolica per capire su quali basi i vescovi si arrogano il diritto di cacciare le persone omosessuali dal santuario.
“Ma se è vero, come scrive William Shakespeare nell’Amleto, che ci sono più cose in cielo e in terra di quante possa averne sognate la filosofia di Orazio, probabilmente è anche vero che ci sono più cose del cielo in terra di quante possano prevederne i nostri teologi”.
L’autrice, infatti, dopo una suggestiva descrizione ‘partecipata’ dell’antichissimo rito della processione devozionale, animata da persone omosessuali e transessuali, punta ad analizzare la religiosità delle persone omosessuali di oggi attraverso il cammino del gruppo di cristiani omosessuali ‘Nuova Proposta’ di Roma, per scoprire quale filo rosso lega i cristiani omosessuali di oggi all’antica devozione popolare dei femminielli verso la loro ‘Mamma Schiavona’. E giunge alla conclusione che entrambe le manifestazioni di religiosità, non sono altro che il modo in cui le persone omosessuali hanno cercato e cercano di conciliare la loro fede attraverso “l’offerta della propria identità al Signore”.
Scrive l’autrice, nelle ultime battute della sua interessante e agile ricerca, che è proprio in questa offerta “che si può ritrovare l’anello che unisce la religiosità di Nuova Proposta, così sobria e concettuale, il cui pregare è rivolto solo alle tre Persone che costituiscono la Trinità: Dio, Cristo, Spirito Santo, e la religiosità chiassosa e dirompente dei femminielli, tutta rivolta alla Madonna, Mamma Schiavona, alla quale offrono se stessi, la loro identità, in modo più immediato, come chi sa, prima nella carne e nel cuore, di chi è figlio”.
Un assaggio dal Libro…
Nel 2008 la festa è caduta di sabato e, nonostante condizioni atmosferiche avverse, il numero dei partecipanti si è aggirato in circa duemila persone. Ovviamente solo in minima parte si trattava di persone transessuali e omosessuali, per il resto la folla era composta da fedeli perlopiù provenienti da Napoli.
Il gruppo più consistente di persone transessuali e omosessuali è arrivato anch’esso dal capoluogo di regione, con un pullman organizzato dall’associazione I-Ken, appena arrivato il gruppo, guidato dall’on. Vladimir Luxuria, si è recato in Chiesa per la devozione. La processione è entrata nel luogo di culto completamente buio, infatti i monaci avevano spento tutte le luci per impedire riprese video e fotografiche. Con il massimo rispetto e in profondo silenzio il gruppo ha percorso la navata della Chiesa per poi fermarsi di fronte all’immagine di Mamma Schiavona, tenendo in mano le candele accese che poi sono state offerte votivamente.
Una volta usciti dalla Chiesa si sono uniti al ballo e al canto dei vari cerchi di tammurriate, seguendo poi la salita della Scala Santa guidata da Marcello Colasurdo. Negli ultimi anni si è registrata una ripresa della partecipazione ai riti della Candelora da parte della comunità transessuale e omosessuale, in particolare dopo il 2002.
Infatti in quell’anno si verificò la cacciata dei femminielli da parte dell’Abate Tarcisio Nazzaro il quale sembra abbia inveito sostenendo che “le vostre preghiere non sono gradite né a Dio né agli uomini!” ottenendo esattamente l’effetto opposto, la notizia di questo gesto intollerante finì su tutti i giornali, attirando prese di posizione da parte di tutte le associazioni che si battono per il riconoscimento dei diritti delle minoranze sessuali e contro l’omofobia. L’associazione I-Ken, laica ed afferente all’ARCI, cominciò ad attuare una serie di iniziative per rivitalizzare la partecipazione alla Candelora.
Inoltre ogni anno è maggiore il numero di giornalisti, antropologi e tesisti presenti, avendo colto l’importanza di registrare in presa diretta la metamorfosi di una tradizione popolare, che affonda le radici in un’ epoca pre-cristiana, trovando alimento nel corso delle epoche di maggiore condizionamento sociale da parte dell’Istituzione Ecclesiale, che sopravvive a stento nella fase di secolarizzazione della società italiana, per poi rinvigorirsi proprio nel momento in cui si tenta di negarla definitivamente.
In realtà le modalità utilizzate dalle persone transessuali ed omosessuali per esprimere la devozione non differiscono da quelle utilizzate dagli altri fedeli, espressioni della religiosità popolare anch’essa a mala pena tollerata dalla gerarchia ecclesiale.
[…] I fedeli presumibilmente non appartenenti ad identità sessuali di minoranza, non appaiono affatto infastiditi dalla presenza più o meno organizzata di persone transessuali e omosessuali. Sembrano piuttosto disturbati dalla presenza di giornalisti, fotografi e operatori video che inevitabilmente finiscono con l’intralciare e addirittura rompere il cerchio sacro della tammurriata.
La tensione traspare dai monaci, in passato l’abate Nazzaro osteggiava apertamente la devozione popolare, intesa anche nell’espressione dei canti della tradizione popolare. Nel 2007 padre Tarcisio Nazzaro è stato rimosso, e padre Riccardo si è assunto il ruolo di mediatore con il popolo dei tammorari, a cui concede di entrare in Chiesa, purché lascino fuori le tammorre.
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Indice di ‘Mamma Schiavona. La Madonna di Montevergine e la Candelora’
Introduzione
I PARTE
CAPITOLO PRIMO: METODOLOGIA DELLA RICERCA
CAPITOLO SECONDO: MAMMA SCHIAVONA
– Madonna di San Luca o di Montano d’Arezzo?
– Leggende e miti fondativi
– Miracoli e prodigi
– L’incendio
– Mamma Schiavona oggi
– Santo Nome di Maria e Presentazione di Gesù al Tempio Juta e Candelora
– Leggenda dei Feinininielli
– San Vitaliano vescovo, un travestimento ormai ignorato
CAPITOLO TERZO: IL FEMMINIELLO
– Matrimonio e Battesimo
– Figliata
– La devozione a Mamma Schiavona: un patronato non riconosciuto
– Candelora Day
CAPITOLO QUARTO: L’ABATE
– San Guglielmo: dall ‘eremo al monastero, la fondazione dell’abbazia
– La Giurìsdìzione Ecclesiastica
– La cacciata dei femnminielli
– Il Magistero dello Chiesa cattolica sulla “questione omosessuale”
– Persona Humana — Alcune questioni di etica sessuale (1975)
– Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali (1986)
– Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali (1992)
– Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali (2003)
– Il Magistero della Chiesa cattolica sul “transessualismo”
– Quale anatemna?
II PARTE
CAPITOLO QUINTO: 2 FEBBRAIO: TRA LITURGIA E RELIGIOSITÀ POPOLARE
– Osservazione partecipante
– I convegni
CAPITOLO SESTO: PERSONE CREDENTI OMOSESSUALI
– I gruppi
– Nuova Proposta: donne e uomini omosessuali cristiani.., prima di tutto persone
– Attività di Nuova Proposta
BIBLIOGRAFIA, SITOGRAFIA, FILMOGRAFIA
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Ceccarelli Monica, Mamma Schiavona. La Madonna di Montevergine e la Candelora. Religiosità e devozione popolare di persone omosessuali e transessuali, Gramma edizioni, 2010, 130 pagine; 10 illustrazioni a colori