Manteniamo la B nella comunità LGBT
Articolo tratto dal sito Smart Gay Life (Stati Uniti), liberamente tradotto da Giacomo Vitali
Quante persone bisessuali conoscete? Agli eventi della comunità Lgbt sono accolte e chiamate a partecipare attivamente o rimangono ai margini? Mentre la visibilità e l’accettazione di gay e lesbiche sono ormai una realtà ben consolidata e la visibilità delle persone trans è, seppur lentamente, costantemente cresciuta nel corso degli ultimi anni, la comunità Lgbt non vanta certo un primato nell’accoglienza dei suoi membri bisessuali. Anzi, più le identità sessuali e di genere vengono poste sotto l’ombrello dell’acronimo LGBT, più i membri bisessuali della comunità Lgbt continuano a sperimentare emarginazione e, in alcuni casi, manifesta ostilità.
La Bifobia della comunità Lgbt
Lo scorso settembre la Task Force nazionale Lgbt ha pubblicato un articolo dal titolo “Addio Bisessuali, benvenuti Queer”, in cui un pezzo grosso del gruppo ha chiesto ai membri della comunità Lgbt di smetterla di usare il termine “bisessuale”. Per molti membri bisessuali della comunità questo gesto ha generato sviluppi preoccupanti: se la comunità Lgbt sta effettivamente rifiutando i bisessuali, dove mai potrebbero essere accettati? Mentre la Task Force ha rimosso prontamente il post offensivo, le sue successive scuse hanno lasciato freddi molti bisessuali.
La bifobia della comunità Lgbt è particolarmente dannosa perché i miti che essa perpetua sono simili al linguaggio che un tempo veniva usato dalla gente comune per emarginare gay e lesbiche:
Le persone bisessuali non esistono. Molte idee, come l’argomento, già “smontato”, secondo cui le persone diventano gay, l’idea che le persone bisessuali stanno “soltanto attraversando una fase” o non hanno “scelto da che parte stare” è un mito pericoloso perché nasce dall’idea odiosa per cui una persona sceglie la propria sessualità.
Le persone bisessuali sono per definizione inclini al tradimento, sessualmente avide e poliamorose. Ricordate il vecchio stereotipo sul fatto che le relazioni omosessuali non durano? O quello per cui gli uomini gay sono promiscui ed ossessionati dal sesso? Le discriminazioni contro i bisessuali, sia all’interno che all’esterno della comunità Lgbt, sono proprio gli stessi vecchi miti in un pacchetto diverso.
Le persone bisessuali sono attratte solo da persone con doppia identità di genere. C’è un grande punto critico all’interno della comunità Lgbt, il quale è stato in realtà l’elemento catalizzatore del saggio della Task Force Lgbt. Tuttavia molti attivisti bisessuali con ruolo di leadership hanno parlato di bisessualità come la capacità di essere attratti in diversi modi e con diversi gradi da persone con più di un sesso o identità di genere.
L’ostracismo della comunità Lgbt nei confronti dei bisessuali ferisce chiunque, che si tratti di persone gay, lesbiche o transgender perché deriva dalla stessa fonte dell’esclusione e dell’intolleranza manifestata dalla “narrazione” della maggioranza. Non si può dire “l’amore è amore” e intanto mantenere l’idea che un certo tipo di amore è più accettabile di altri.
La cancellazione dei bisessuali al di fuori della comunità LGBT
Anche al di fuori della comunità Lgbt le persone che si dichiarano bisessuali sono frequentemente ostracizzate, derise, o considerate “indecise” dal punto di vista della sessualità. Tra la gente comune sopravvivono molte idee, scientificamente smentite, che contribuiscono alla “cancellazione dei bisessuali” all’interno della società:
I bisessuali sono gay che non sono ancora scesi a patti con la loro identità sessuale. Proprio come a dire che i bisessuali non esistono, e presuppone un aut aut dove i bisessuali stanno compiendo soltanto il primo passo identificandosi come gay o come lesbiche.
Tutte le donne sono attratte da altre donne. Questa si deve all’effetto combinato della cultura del mercato e quella pop. La concezione per cui tutte le donne sono (o perlomeno possono essere) bisessuali è stata venduta alla gente comune per anni, perpetuando l’idea che la bisessualità non sia una vera identità sessuale, bensì un’identità “performativa”.
I bisessuali non sono in grado di impegnarsi in relazioni stabili. Quando Anna Paquin, una delle poche celebrità a dichiararsi pubblicamente bisessuale, si sposò con il coprotagonista del film True Blood, Stephen Moyer, molta gente si affrettò a concludere che questo la rendesse “normale”. Larry King le chiese addirittura se lei fosse una “bisessuale non praticante”. Fortunatamente Anna Paquin lo mise a tacere in maniera eloquente, spiegandogli che bisessualità e monogamia non si escludono reciprocamente.
Il fatto che i bisessuali debbano affrontare questo tipo di “ignoranza collettiva” della maggioranza della società conferma la tesi secondo la quale la comunità LGBT ha bisogno di mantenere ed accrescere i suoi sforzi per creare spazi in cui più identità sessuali siano accolte, anziché diventare spauracchi e vittime.
Creare uno spazio ad hoc per i bisessuali nella comunità Lgbt
Quanto si dice oggi sul gender e sulla sessualità – all’interno e al di fuori della comunità Lgbt – tocca sempre di più entrambi questi aspetti dell’identità, come se ricadessero su uno spettro, e questo è positivo per i bisessuali: se l’attrazione e l’identità possono variare da 100% gay da un lato a 100% etero dall’altro, allora ci dev’essere una via di mezzo. Includere i bisessuali nella comunità LGBT, insieme anche a queste nostre riflessioni, significa che stiamo riconoscendo e sostenendo questo spazio e che in futuro avremo la speranza di assistere ad una diminuzione dell’ostracismo “sociale” e della bifobia.
Testo originale: BISEXUALS: KEEPING THE B IN LGBT