“Maschio e femmina li creò”, dov’è la volontà di dialogo?
Riflessioni di Tina Beattie pubblicate sul blog TransCatholic (Stati Uniti) il 13 giugno 2019, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il Vaticano ha pubblicato la sua ultima riflessione sul genere: “Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione“. L’ho letta, e ho molte cose da dire.
Ci sono alcune buone intuizioni, e penso debba essere evidenziato un punto fondamentale: le questioni di genere, incluse le questioni transgender, devono essere aperte a un dialogo informato, intelligente e rispettoso. C’è intolleranza da ambedue le parti, e mi preoccupo molto quando il transgenderismo diventa occasione di censura e di esclusione negli ambienti accademici, e questo sia da parte dei conservatori che delle attiviste e attivisti transgender.
Per questo vorrei accogliere con rispetto un documento vaticano pieno di sfumature, bene informato e pastoralmente valido, che sia una risorsa per i teologi e gli educatori che auspicano un dialogo su queste tematiche. Il documento in effetti afferma che proprio questo è il suo scopo, e per la prima volta compie un’apparente distinzione tra “ideologia gender” e “teoria gender”: “Nell’intraprendere la via del dialogo sulla questione del gender nell’educazione è necessario tener presente la differenza tra l’ideologia del gender e le diverse ricerche sul gender portate avanti dalle scienze umane. […] Il primo atteggiamento di chi vuol porsi in dialogo è l’ascolto. Si tratta, anzitutto, di ascoltare e comprendere cosa è avvenuto negli ultimi decenni”.
In questo documento non vedo nessun tentativo di ascoltare e dialogare con le persone transgender, né di prendere in considerazione il dibattito scientifico, teologico e filosofico. Ogni ambiguità sessuale al di fuori della complementarietà essenzialista maschio/femmina viene presentata come il frutto di una scelta individuale, del disprezzo per il corpo e della cultura del relativismo.
Il desiderio di dialogo viene presentato solo dopo che i capisaldi del documento sono stati espressi in termini non ambigui. Il paragrafo 1 parla della crisi dell’educazione: “Il disorientamento antropologico che caratterizza diffusamente il clima culturale del nostro tempo ha certamente contribuito a destrutturare la famiglia con la tendenza a cancellare le differenze tra uomo e donna, considerate come semplici effetti di un condizionamento storico-culturale”.
Nonostante più avanti si compia il tentativo di distinguere tra “ideologia gender” e “teoria gender”, in apertura di documento le due cose vengono già confuse: “In questo contesto la missione educativa si trova di fronte alla sfida che « emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che ‘nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo’”; tutto questo, prima che venga menzionata la parola “dialogo”.
Maschio e femmina li creò è un pastrocchio di retorica pastorale spalmata sulla rigida dottrina essenzialista della differenza sessuale (ci si appella perfino agli antichi Greci per giustificarla!), dove baluginano intuizioni valide subito oscurate da affermazioni vuote e caricaturali sulla sessualità, il genere e le relazioni umane. Non si distingue nemmeno tra intersessualità e transgenderismo: “Il tentativo di superare la differenza costitutiva di maschio e femmina, come avviene nell’intersessualità o nel transgender, porta ad un’ambiguità maschile e femminile, che presuppone in maniera contraddittoria quella differenza sessuale che si intende negare o superare”.
L’intersessualità è un fatto biologico, non semplicemente “un’idea”, e non va confusa con il transgenderismo. Si discute molto sulla biologia del transgenderismo, che non è pienamente compresa, ma la realtà psicologica ed esistenziale [delle persone intersessuali e transgender] esige certamente un dialogo più aperto e riflessivo di quello offerto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Dialogo significa ascolto, ma non c’è ascolto nel documento: nessun riferimento agli studi teologici e scientifici sul genere, nessun riferimento all’esperienza delle persone transgender, nessun tentativo di aprire un dialogo con persone e idee che possano mettere in discussione il dogmatismo della Congregazione: infatti non viene citata nessuna fonte al di fuori del mondo autoreferenziale dei documenti papali e vaticani. È un mondo che dialoga solo con se stesso.
Quello che forse mi preoccupa di più è la riduzione di tutte le differenze umane a quella sessuale. Questo non è possibile: ogni essere umano è unico e diverso da tutti gli altri, e la differenza sessuale non è un marchio esclusivo che pone la sua ombra su tutte le nostre relazioni e interazioni. Comprendersi diversi dagli altri soltanto nei termini del dualismo sessuale è una visione povera e riduttiva del significato dell’esistenza umana.
Il documento dà il suo contributo nell’affossare la capacità della gerarchia cattolica di essere maestra autorevole e credibile di questioni morali. In mezzo al disastro morale del suo fallimento istituzionale, la Chiesa ha prodotto l’ennesimo ingarbugliato tentativo di imporre la sua rigida ideologia su tutti e tutte noi, squalificando il concetto stesso di dialogo e cercando di spazzare via realtà umane vaste e complesse bollandole come scelte individualiste e relativiste.
Già che ci siamo, la lingua ebraica utilizzata in Genesi, nei racconti della creazione, è complessa e sfaccettata nei termini che riguardano il sesso e il genere. Venendo alla nostra cristianità moderna, potremmo come minimo riconoscere che “maschio e femmina” non vuol dire “maschio o femmina”. Se in termini cristiani l’imago Dei è trinitaria, allora anche le nostre identità devono essere complessi intrecci di differenze.
Nota: vi prego di leggere attentamente il documento e di cominciare a dialogare con una realtà cattolica vicino a casa vostra.
Testo originale: TransCatholic dialogue with Vatican over “Male And Female He Created Them”