Maternità, l’essenza di Dio
Riflessioni di Loris Cozzolino* autore della Pagina Facebook Ogni santo giorno
Nella seconda domenica di maggio, laicamente si celebra la festa della Mamma. La parola “mamma” è una delle parole più inflazionate del vocabolario: prima parola o quasi detta nella vita di ognuno di noi, è un incontro sillabico così semplice ed intuitivo da racchiudere in sé il balbettio del bambino che si appresta all’uso della parola. Termine indoeuropeo è pressoché uguale in tutte le lingue occidentali.
Questa è la parola, ma qual è l’essenza della maternità e cosa c’entra con Dio?
Da buoni pagani inconsapevoli (un millennio di cultura greco-romana non si cancella così!) tendiamo ad immaginare Dio come un vecchio barbuto un po’ accigliato pronto a scagliare folgori su colpevoli e peccatori mutuando l’immagine dall’antico Giove Padre.
In realtà leggendo le Scritture scorgiamo a poco a poco un Dio meno Padre e più Madre: sin dal primo istante della creazione, questo Dio Creatore genera con fatica il suo Verbo che vivifica l’universo tutto! In un atto d’amore “partorisce” ogni cosa e in quel “sia” cadenzato riecheggiano i respiri della partoriente e le sue contrazioni.
Isaia così descrive l’amore di Dio per l’umanità :
“Si dimentica forse una mamma del suo piccino,così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se questo accadesse, io non ti dimenticherò mai.”
E ancora in Matteo è lo stesso Gesù con una similitudine tenerissima a dire:
“Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!”
Dio non è padre giudicante e o peggio, padre-padrone ma è come una gallina sotto la pioggia che ripara i suoi pulcini con le sue ali esponendo se stessa alle intemperie.
In fin dei conti cos’è la maternità? È il puro atto biologico del concepire o partorire o è quell’essenza intrinseca di Dio che può essere di tutti gli esseri umani?
Allora tutti possono essere Mamma, tutti coloro che sono disposti ad un amore disinteressato e pieno di eternità verso tutta l’umanità.
Auguri allora a Dio, “più madre che padre” e auguri a tutte le mamme da quelle biologiche a quelli che sono divenute tali per vocazione e per amore, indipendentemente dal proprio stato e dal genere.
* Loris Cozzolino, classe 1986, archeologo paleocristiano, passione smodata per l’agiografia, l’esegesi biblica e la teologia di genere. Non rassegnato ad un’immagine di Chiesa legalistica e respingente, nella marginalità e nello “scarto” vede il Volto del Cristo di Dio. Il suo blog di agiografie lo trovate al link https://www.gionata.org/tag/ogni-santo-giorno/
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