Matrimoni omosessuali, infuria la battaglia nella Chiesa Metodista Unita
Articolo di Michelle Boorstein pubblicato sul quotidiano The Washington Post (Stati Uniti) il 14 marzo 2015, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Per scongiurare un possibile scisma tra chi approva e chi vuole ostacolare il matrimonio omosessuale, la Chiesa Metodista Unita sta tentando di ricomporre tali differenze tramite un intimo processo di mediazione chiamato “risoluzioni eque”. Ma più di un anno di questi accordi, dal Michigan all’Alabama, mostra come in realtà questa riconciliazione sia elusiva.
I vescovi e i pastori hanno iniziato a cercare un’alternativa dopo lo spettacolo estremamente controverso del 2013 di una vertenza ecclesiastica con protagonista un pastore della Pennsylvania che ha officiato il matrimonio di suo figlio con un altro uomo. Fino ad allora almeno altri nove pastori metodisti – inclusi due in Virginia – che hanno celebrato matrimoni proibiti sono passati attraverso un processo di mediazione con i loro accusatori.
Ma non è chiaro se gli accordi risultanti, conosciuti come “risoluzioni eque”, – tesi, secondo la Chiesa, a realizzare “il lavoro di giustizia di Dio, la riconciliazione e il risanamento” – abbiamo fatto qualcosa per creare ponti nel disaccordo morale tra chi approva i matrimoni gay e chi non li vuole; mentre alcuni di loro le vedono come un segno di progresso, altri le trovano alienanti.
Il reverendo Frank Schaefer, trovato colpevole nella vertenza del 2013 ma reintegrato l’anno scorso dopo un appello, ha detto di essere “furioso” che i pastori vengano puniti tramite i processi delle “risoluzioni eque” ma riconosce che anche i conservatori sono insoddisfatti. Il loro valore principale, ha detto, sta nell’evitare vertenze dolorose e costose: “Queste sono solo soluzioni provvisorie per il qui e ora” ha detto Schaefer “stiamo brancolando tutti nel buio… abbiamo bisogno di avere soluzioni definitive per tenere unita la Chiesa ed evitare che cada a pezzi.”
Gli accordi attuali, che vengono negoziati individualmente dalle parti coinvolte, variano ampiamente. Il reverendo John Copenhaver di Winchester è stato sospeso per tre mesi prima che andasse in pensione. La reverenda Amanda Garber è stata sospesa per un mese senza stipendio dalla sua chiesa di Harrisonburg. Sebbene il vescovo Young Jin Cho abbia lodato le parti per la loro “pazienza, onestà e larghezza di vedute”, entrambi i pastori hanno rifiutato di definirla una “risoluzione equa”, dicendo che non portava ad alcuna ricomposizione. Le critiche al matrimonio omosessuale, dicono i pastori, non sono mai state sufficientemente penalizzate. In Michigan, un accordo di “risoluzione equa” ha comportato che due pastori creassero una “commissione di verità e riconciliazione” sull’esempio di quelle del Sud Africa e di Greensboro, che cercavano la ricomposizione razziale. Ad un pastore dell’Iowa è stato richiesto di scrivere un documento che descriva onestamente “la ferita inflitta” dal matrimonio da lui celebrato – un documento che includa anche il male che la Chiesa fa alle persone gay e lesbiche con questo divieto.
Sebbene oppositori e fautori del matrimonio omosessuale possono coesistere, questo è un argomento pressante per le istituzioni religiose in generale. Ma la Chiesa Metodista Unita – la seconda maggiore Chiesa protestante del Paese – si sta avvicinando alla sua assemblea quadriennale del 2016 e c’è la possibilità di una divisione sulla questione. Sono attesi voti sull’opportunità di cambiare il regolamento della Chiesa, il Libro delle Discipline, dove sta scritto “la pratica dell’omosessualità è incompatibile con l’insegnamento cristiano”. Vengono a galla diverse idee di compromesso. Alcuni si riferiscono alle “risoluzioni eque”, alle quali entrambe le parti devono aderire, come un ripiego primario prima della Conferenza Generale del 2016, quando le due parti inizieranno ad affrontarsi a muso duro. Nel frattempo, un vero compromesso appare sfuggente. Il reverendo Ed Rowe, che è andato recentemente in pensione dopo un periodo a Detroit, ha firmato una “risoluzione equa” in novembre nella quale “riconosce” di aver violato il Libro delle Discipline e che “altri avrebbero potuto sentirsi offesi” dalla celebrazione delle nozze di due gay della sua congregazione. Gli si chiede di dar vita a una “commissione di verità e riconciliazione” che ha l’obiettivo dichiarato di “ridurre la retorica dannosa della nostra Chiesa e le azioni nei confronti delle persone LGBTQ”.
Le convinzioni dei membri della Chiesa che sono contrari al matrimonio omosessuale sono meno importanti delle ferite che sopportano i gay e le lesbiche: “Ci deve essere una gerarchia dei danni” ha detto Rowe “le persone si sono sentite danneggiate dal fatto che il patto che volevano mantenere è stato violato, che le si paragoni ad un ragazzo diciassettenne nel banco che sta ascoltando il suo pastore mentre dice loro come andranno all’inferno. Mi interessa quello che sta mettendo in pericolo la vita della nostra gente”. Un motivo centrale è che il Libro delle Discipline a molti appare contraddittorio: bandisce esplicitamente i pastori che hanno relazioni omosessuali e i matrimoni gay, ma chiama anche la Chiesa a “dedicarsi, come se fosse Cristo, ad un ministero di ospitalità e compassione verso le persone di ogni orientamento sessuale”. Questo ha portato ad accordi vaghi su cosa significa onorare la dottrina.
Il reverendo Michael Tupper del Michigan, che ha officiato il matrimonio di sua figlia, concorda che ha “operato con i suoi colleghi ecclesiastici usando canali propri per cambiare il linguaggio discriminatorio e le clausole del nostro Libro delle Discipline”. Un perfetto accordo con il caso del vescovo in pensione Melvin Talbert che, celebrando un matrimonio in Alabama, ha detto: “Tutte le parti in questo processo di ‘risoluzione equa’ decidono di vivere secondo le nostre regole”. Il vescovo tedesco Rosemarie Wenner è stata presidente dei vescovi della denominazione all’epoca del caso Talber e le è stato chiesto da questo concilio di presentare una denuncia contro di lui. Ha detto che l’accordo che lei e il vescovo dell’area di Birmingham Debra Wallace-Padgett avevano firmato con Talbert non significava che qualcuno fosse d’accordo: “Non arriveremo mai ad un accordo univoco su come interpretare la Bibbia e guardare all’omosessualità. Così dovremo imparare a convivere con le differenze. Vedo segni di volontà di imparare per spirito di grazia e di rispetto reciproco”.
La Chiesa Metodista Unita sta diventando ancor più diversificata. Fondata nel 1968 a Dallas, le sue radici risalgono al 1700. Comunque, come molte altre denominazioni, la sua crescita attuale è in un mondo in continua evoluzione – particolarmente in Africa e nelle Filippine dove i metodisti uniti tendono a votare contro l’uguaglianza omosessuale. Alla Conferenza Generale dello scorso anno, il 58% dei delegati era degli Stati Uniti, il 30% dell’Africa, il 4,6% dell’Europa e il 6% delle Filippine.
In tutti i casi i ricorrenti sono i supervisori dei pastori – chiamati sovrintendenti – e i loro vescovi, non i membri ordinari. La maggior parte dei dettagli delle “risoluzioni eque” rimangono private, così è difficile valutare se i supervisori descrivono un profondo disagio per il matrimonio omosessuale o piuttosto, più semplicemente, stanno tentando di difendere il loro catechismo. La maggior parte dei denuncianti hanno rifiutato di commentare.
Non è chiaro con quanta cura venga sentita ogni parte durante il processo. Le “risoluzioni eque” stanno “facendo sentire le persone più distanti l’una dall’altra” ha affermato John Lomperis, un membro che patrocina il gruppo protestante ortodosso Institute on Religion and Democracy (Istituto Religione e Democrazia): “Se qualcuno dice ‘Non puoi fidarti che io mantenga la mia parola quando ho giurato di mantenere questi principii’ non vedo che cosa questo aggiunga al nostro ministero”. Lomperis ha detto che una manciata di casi sono ancora aperti. Ci sono decine di migliaia di pastori nella Chiesa, ha affermato, e solo pochi stanno violando apertamente le regole.
Amanda Garber, la pastora di Harrisonburg, ha accettato di sposare due della sua congregazione dopo aver rifiutato un’altra coppia nel 2012. Guardando un altro pastore che non sapeva che la coppia avesse tentato di sposarsi in precedenza ha detto, “Mi sono sentita enormemente codarda. So che è ben poca scusa per una pastora”. Mentre Cho definisce il loro accordo “risoluzione equa”, Amanda Garber lo chiama “soluzione di denuncia”. L’accordo, dice Garber, è che entrambe le parti riconoscano che c’è una spaccatura nella Chiesa sulla sessualità. Questo lo dice il suo sovraintendente, il reverendo Tommy Herndon, che ha archiviato la denuncia “per la sua convinzione che è necessario mantenere l’ordine e l’unità all’interno della Chiesa”.
Herndon non ha risposto a una richiesta di commento e l’ufficio di Cho ha riferito al Washington Post la sua decisione: “Abbiamo combattuto a lungo con il linguaggio – a lungo. Abbiamo combattuto per ascoltarci reciprocamente” ha detto Amanda Garber dell’affare della “risoluzione equa”: “Voglio solo lavorare per qualcosa che offra speranza e risanamento, e sono spiacente che questo non sia accaduto”.
Testo originale: Is it possible for Methodists to agree to disagree on gay marriage?