Matrimonio gay in Campania: celebrato il “patto d’amore” tra due napoletani
Articolo del 3 giugno 2013 pubblicato su napolitoday.it
L’unione sancita dalla Chiesa Cristiana Ecumenica, Cattolica, Apostolica. Il sì davanti ad Aniello D’Angelo, ex diacono nella frazione di Palinuro del Comune di Centola e fondatore dell’ente di culto.
A Napoli un patto d’amore tra persone dello stesso sesso in Campania sancito dalla Chiesa Cristiana Ecumenica, Cattolica, Apostolica’, un ente di culto nato nel settembre dello scorso anno e che riunisce soprattutto fedeli omosessuali, conviventi, separati e divorziati esclusi dai sacramenti.
Protagonisti del ‘matrimonio’, una coppia omosessuale del napoletano di 40 e 39 anni, che ha deciso di pronunciare il fatidico “si” davanti ad Aniello D’Angelo, 50 anni, ex diacono nella frazione di Palinuro del Comune di Centola (Salerno) e fondatore dell’ente di culto.
La cerimonia del “patto d’amore”, che si è svolta nell’abitazione della coppia, è stata segnata dalla promessa e dallo scambio delle fedi davanti ad una piccola folla di parenti e amici che si sono ritrovati, al termine della funzione, in un ristorante di Napoli per il pranzo nuziale. “La celebrazione del patto di amore – commenta Aniello D’Angelo – segna un evento di portata storica, anche per la Campania. Ho la speranza che quanti soffrono in silenzio la discriminazione sociale e religiosa possano sentirsi accolti ed amati secondo il comando e l’esempio di Gesù, che non è venuto per condannare alcuno, ma per accogliere quanti vogliono seguirlo e vivere i propri sentimenti, nella propria condizione identitaria”.
“Comprendo ed ammiro i segni di apertura di Papa Francesco – ha aggiunto l’ex diacono – Purtroppo molti cristiani restano ai margini della vita ecclesiale. L’amore di Dio non può avere alcun limite umano e nessuno può e deve essere escluso e discriminato per la propria condizione di status sociale e di identità affettiva”.
“La cerimonia non ha, ovviamente, alcun valore giuridico, – evidenzia l’ex diacono – ma si tratta di un atto di fede e di un segnale importante per i tanti fedeli che vivono ancora oggi la condizione di esclusi dalla Chiesa cattolica”. Ex insegnante di Religione, Aniello D’Angelo chiese ed ottenne la riduzione allo stato laicale nel 2009 appellandosi direttamente all’allora pontefice Benedetto XVI.
All’origine della decisione, l’accusa di “secolarizzazione” della Chiesa, accusa che D’Angelo ribadì in un libro intitolato “Santa Ipocrisia”, inviato insieme con la richiesta di riduzione allo stato laicale proprio a Papa Benedetto. (Ansa)