Matthew Shepard, un giovane gay vittima della violenza dell’omofobia
Articolo di Chelsey Parrot-Sheffer pubblicato sul sito dell’Enciclopedia Britannica (Gran Bretagna), liberamente tradotto da Mastandrea Sabina
Matthew Shepard, per esteso Matthew Wayne Shepard, (nato il 1 dicembre 1976 a Casper, Wyoming, USA – morto il 12 ottobre 1998 a Fort Collins, Colorado) fu uno studente universitario gravemente picchiato a causa del suo orientamento sessuale, e lasciato morire nel 1998. Fu trovato e portato in ospedale, ma morì per le ferite riportate.
La sua morte, mostrando i rischi che gli omosessuali possono correre negli Stati Uniti, ebbe un ruolo fondamentale, nel 2009, per la modifica e l’approvazione della legge sui reati d’odio, che include le violenze commesse a causa dell’orientamento sessuale della vittima.
Il padre di Shepard era un ispettore di impianti petroliferi che lavorava in Arabia Saudita. Matthew frequentò le superiori a Casper, in Wyoming, e la Scuola Americana in Svizzera, prima di iscriversi all’Università del Wyoming a Laramie, dove studiava politica estera, lingue e scienze politiche.
Al campus non aveva nascosto la sua sessualità, e partecipava all’associazione per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) dell’università. Il 7 ottobre del 1998 Shepard fu avvicinato in un locale da due uomini, Aaron McKinney e Russel Henderson, che si fecero passare per gay così da indurlo ad andare via in macchina con loro. Lo portarono in una zona di campagna e lo legarono a una recinzione, e dopo un brutale pestaggio lo lasciarono morire al freddo.
Un ciclista lo trovò diciotto ore più tardi e fu portato di corsa nell’ospedale di Fort Collins dove arrivò ancora vivo, ma in coma. Morirà quattro giorni dopo, in ospedale. McKinney e Henderson furono condannati per omicidio.
La morte di Shepard attirò un grande attenzione, non solo nella piccola città di Laramie, con i suoi poco più di 30.000 abitanti, ma anche in tutto il Paese e nel mondo. Le leggi federali sui reati d’odio includessero i crimini basati sulla razza, sul colore della pelle, sulla religione e/o la nazione di origine, ma nessuna contemplava la sessualità o l’orientamento sessuale.
Nel 1998 il Wyoming era uno dei dieci Stati che non aveva leggi per i reati d’odio che proteggessero specifiche categorie di persone.
Il caso di Shepard fu citato dal Movimento per i diritti dei gay come un prova schiacciante del bisogno di nuove leggi federali sui crimini d’odio.
Nel 2007 fu approvata la Legge sulla prevenzione dei reati d’odio (in seguito chiamata Legge Matthew Shepard), che colmò queste lacune legislative.
Sebbene la legge fosse stata approvata dalla Camera dei Deputati degli Stati Uniti, fu rallentata a causa dell’ampia opposizione dei repubblicani, tra cui il presidente George W. Bush, che minacciò il veto. Una versione modificata della legge fu finalmente approvata sia dalla Camera che dal Senato nel 2009.
Quello stesso anno il Presidente Barack Obama firmò la normativa, ufficialmente nota come la Legge Matthew Shepard e James Byrd Jr., sulla prevenzione dei reati d’odio. Byrd era un afroamericano brutalmente ucciso da tre suprematisti bianchi nel 1998.
La Fondazione Matthew Shepard, creata in sua memoria dai genitori Dennis e Judy, ha come missione “sostituire l’odio con la comprensione, la compassione e l’accettazione” attraverso varie iniziative educative. Shepard è stato ricordato nello spettacolo teatrale “The Laramie Project”, una cronaca della sua morte composta da interviste ai residenti di Laramie, creata dal Tectonic Theater Project poco dopo la sua morte.
Shepard è stato anche il soggetto di due film per la TV: The Matthew Shepard Story e The Laramie Project (entrambi del 2002, il secondo è una versione dello spettacolo teatrale). Per timore che la sua tomba potesse essere vandalizzata, Shepard non fu sepolto fino al 2018, quando le sue ceneri furono sepolte nella Cattedrale di Washington.
Testo originale: Matthew Shepard