“Mi piace la tua felicità”. Un cardinale scrive ad un ex sacerdote gay
Articolo di Maurice Monette* pubblicato sul blog Bondings 2.0 (Stati Uniti) il 25 giugno 2015, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Circa sedici mesi prima di morire il 17 aprile 2015 il cardinale conservatore di Chicago Francis George fece, in una lettera privata, alcune osservazioni sorprendentemente positive rivolte a un amico gay sulla sua relazione e sulla sua vita, oltre che sulla possibilità di un cambiamento della dottrina. Quello che segue è un estratto della lettera, datata 12 dicembre 2013, resa pubblica dal ricevente Maurice Monette. Un’immagine PDF della lettera è disponibile qui.
“Ero da lungo tempo amico e confratello del cardinale George prima di lasciare gli Oblati di Maria Immacolata e di sposare il mio compagno Jeff Jackson. Avevo mandato al cardinale una copia del mio libro, Confessions of a Gay Married Priest: A Spiritual Journey (Confessioni di un prete gay sposato: un viaggio spirituale, Amazon, 2013), e la sua reazione positiva alle mie memorie, che esplorano l’integrazione da me compiuta tra sessualità, spiritualità e relazione sentimentale, mi ha infuso speranza per la Chiesa Cattolica“.
“È stato molto gentile da parte tua pensare a me e mandarmi una copia delle tue memorie autobiografiche”; comincia così la lettera di una pagina, scritta su carta intestata dell’Arcidiocesi dal cardinale di Chicago Francis George. “Da diverso tempo non ci parliamo, ma attraverso il tuo libro ho conversato con te. Il giro delle frasi, il metodo di presentazione dell’argomentazione, rendono le tue pagine molto vive.”
La lettera che il cardinale mi ha spedito era il seguito della nostra ultima conversazione, avvenuta nel 1988 in un caffè all’aperto di Roma. Io e lui ci conoscevamo come professori e sacerdoti della stessa congregazione religiosa. Quella sera cenammo con un altro sacerdote che riprese il cardinale Francis George quando questi ci rivelò informazioni vaticane sui misfatti dei sandinisti in Nicaragua. Durante quella sera Francis affermò anche che i gay avrebbero dovuto essere eliminati dai seminari. Quella sera decisi che c’era ben poco spazio per me nella Chiesa.
Il seguito della lettera di Francis mi ha sorpreso: “Mi è piaciuto sentire il tono felice che è in sottofondo alla presentazione della tua vita. Mi è piaciuta anche la sensazione che hai risolto le tue cose senza amarezza e che sei libero di continuare il viaggio. Apprezzo profondamente tutto questo”. Francis ha colto il mio tono e il mio spirito, effetti secondari di ventisei anni di felice matrimonio con un uomo fantastico. Ma il mio tono mascherava la tristezza e il rimpianto per il fatto che la rigidità dottrinale della Chiesa degli anni ’80 non abbia mai lasciato spazio per un dialogo genuino sull’oppressione delle minoranze sessuali (la mia oppressione) o su quella di molti altri.
“Come hai detto tu stesso nella nota rivolta a me, il mio punto di vista sul cammino da prendere è diverso dal tuo.” Questo vuol dire minimizzare! Il cardinale George era uno strenuo oppositore del matrimonio omosessuale, che definì “una cosa che la natura stessa ci dice essere impossibile”, protestò per le parate del Gay Pride che sfilavano vicino ai luoghi di culto, arrivando ad affermare che i gay abusano della libertà di parola come il Ku-Klux-Klan (affermazione per la quale poi si scusò).
È stato quindi ancora più sorprendente per me trovare, nella notte in cui morì, speranza in queste parole della sua lettera: “Tuttavia sono d’accordo con te che dobbiamo continuare ad ascoltarci l’un l’altro invece di ingaggiare un dialogo tra sordi. Esistono molte categorie di spiegazione dell’esperienza umana e, come certo sai anche tu, non riesco a far combaciare tutte le tue azioni con il senso delle cose che io credo ci sia stato dato attraverso la Divina Rivelazione, pur sapendo che esiste uno sviluppo nell’interpretazione degli eventi e della dottrina”.
Mentre sempre più tribunali, parlamenti, elettori e gruppi religiosi in tutto il mondo sostengono i diritti civili e il matrimonio omosessuale, facendo fiorire anche la libertà religiosa, le parole del cardinale mi offrono una speranza che anche la gerarchia della Chiesa Cattolica si stia muovendo nella direzione della giustizia e dell’amore.
Prego perché Francis George sia morto in pace sapendo che il punto di vista da lui deliberato è apprezzato e che la sua disponibilità ad ascoltare e crescere è valorizzata e necessaria nella Chiesa Cattolica di oggi e in altre potenti istituzioni – e che sia morto confidando in un Dio giusto e amorevole.
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* Il libro di Maurice L. Monette “Confessions of a Gay Married Priest” (Confessioni di un prete gay sposato) ha vinto il 2013 Global Ebook Award per la migliore opera LGBT non di fiction e il 2014 Nautilus Award per “Il miglior libro per un mondo migliore”. Prima di lasciare il sacerdozio Monette ha pubblicato anche sette libri sulla leadership nella Chiesa. Potete scrivergli su GayMarriedPriest.com o su Facebook alla pagina Confessions of a Gay Married Priest.
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Testo originale: Another Side to Chicago’s Cardinal Francis George on LGBT Issues