Mi sento giudicata e non accolta in famiglia perché ho una relazione lesbica
Email inviataci da Valentina, risponde Alessandra Bialetti*, pedagogista sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Mi chiamo Valentina e ho 32 anni. Ho una relazione con una donna da un anno ma faccio tanta fatica a viverla serenamente e liberamente. Mi sento spesso fuori dal mondo, giudicata dal mondo e non accolta pienamente dai miei genitori. Non ho molti amici e vorrei far parte di un gruppo che condivida i miei valori e la mia fede. Grazie
La risposta…
Carissima Valentina, grazie di averci contattato e partiamo proprio dal titolo che hai scelto per la tua mail: desiderio di condivisione. Questo ti ha spinto e questo sicuramente ti aiuterà a trovare la via di una maggiore serenità. La più grande “fame” dei nostri tempi è proprio l’ascolto e il poter comunicare i nostri sentimenti ed emozioni, le nostre paure, dubbi, piccole certezze.
Il non sentirsi soli ma accompagnati, il poter essere visibili e accolti così come siamo. Un programma di vita che non sempre è facile da realizzare soprattutto quando si diventa consapevoli di un orientamento diverso da quello “canonico” e si fa fatica a integrarlo nella propria vita e nelle proprie relazioni.
In questo solco si innesta anche la tua esperienza che parla di difficoltà e sofferenza ma anche di una persona che è in cerca di una legittimazione diversa, di poter essere totalmente se stessa senza nascondimenti o finzioni. Ecco, il primo passo è proprio entrare in una piena accoglienza di ciò che senti di essere e della tua affettività che merita di essere vissuta in profondità. Si parte da sé prima ancora di giungere agli altri e questo passo si compierà quando sarai totalmente riappacificata con te e il tuo cammino. Sarà proprio il tuo progetto il dare dignità al tuo essere, al tuo modo di amare e di relazionarti alle persone care intorno a te prima ancora che al contesto sociale.
La famiglia è il luogo di relazioni più complesso in quanto scattano dinamiche di lealtà, sensi di colpa, paura di perdere i legami significativi, timore di arrecare dolore e di essere rifiutati. In nome di tutte queste complessità spesso ci si nasconde o ci si nega e la ferita inizia ad aprirsi. Ma non temere, è una fase molto importante che tutti passano per arrivare al famoso coming out fino a quando le relazioni si ridefiniranno e gli affetti torneranno a essere la risorsa principale per una vita serena. La rivelazione di sé, se da una parte fa respirare a pieni polmoni, dall’altra è l’inizio di un cammino che conosce momenti facili e momenti delicati.
Magari non tutti capiranno o vorranno capire, altri faranno fatica a vederti “diversa” e ad accogliere la nuova Valentina con la sua affettività. Ma tempo al tempo, anche le persone più care hanno bisogno di elaborare la nuova realtà, di scendere in se stessi, di confrontarsi con i giudizi e pregiudizi di cui tutti sono e siamo portatori per poi disegnare un nuovo modo di stare insieme. Ognuno ha bisogno dei suoi tempi e non si possono forzare.
Occorre pazienza sia con se stessi che con gli altri per giungere a una autenticità che sarà la nuova ricchezza su cui investire. Comprendo bene il tuo sentirti fuori dal mondo perché la realtà omosessuale è comunque una minoranza che fa paura in quanto non la si consoce fino in fondo e ben sappiamo che tutto ciò che sfugge al proprio controllo incute un reale terrore.
Quindi pienamente condivisibile il tuo senso di estraneità e la tua ricerca di compagni di viaggio con cui compiere il cammino non più in solitaria. In più hai il dono della fede che sembra, nelle parole ma soprattutto nei giudizi di molti, inconciliabile con un orientamento omoaffettivo.
Invece rapppresenta una risorsa: essere amati da un Dio che non guarda alle etichette, che non cataloga, che non divide in buoni e cattivi ma accoglie incondizionatamente la persona, la creatura cui ha dato vita, così come è senza pretese di cambiarla ma semplicemente di sostenerla e accompagnarla.
Sicuramente ti potrà essere utile camminare in “cordata” con altri che condividono la tua esperienza affettiva e di fede. Molti in Italia sono i gruppi di credenti lgbt che integrano la propria affettività e il percorso di fede, molti amici e pastori aperti all’ascolto, al sostegno, all’accompagnamento. Ti invito a cercare il gruppo cristiani LGBT a te più vicino e a prendere contatto con le varie realtà anche consultando il sito di Progetto Gionata ricco di esperienze e utili informazioni.
Sarebbe importante che, se anche la tua compagna condivide un cammino di fede, possiate essere insieme in questa nuova esperienza che vi possa far sentire accompagnate e non sole e isolate. Un amore che possa vivere senza temere il suo nome e possa riconoscersi nella storia di tanti altri amici e amiche.
Forza Valentina, il cammino non è solo in salita ma anche ricco di tante, tante ricchezze da scoprire.
Ti auguro di raggiungere presto la serenità che meriti e di realizzare quel desiderio di condivisione che alberga nel tuo cuore. Sarà sicuramente così. Se vuoi possiamo rimanere in contatto lungo il cammino.
Un abbraccio ricco di condivisione.
Alessandra
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche. Ha discusso la sua tesi Baccalaureato alla Pontificia Università Salesiana, Facoltà Scienze dell’educazione e della formazione salesiana sul tema “Genitori sempre. Omosessualità e genitorialità”. Il suo sito web è alessandrabialetti.wordpress.com