Mia figlia ora è un ragazzo!
Testimonianza n.5 di Maria Augusta Santos, una madre Portoghese con un figlio trandgender, tratta da Tell it out (Dillo fuori), libro di testimonianze di genitori con figli LGBT+ di tutta Europa realizzato da ENP – European Network of Parents of LGBTI+ Persons (Rete Europea di Genitori di Persone LGBTI+) con il supporto editoriale de La Tenda di Gionata ed il contributo del Consiglio d’Europa, edito nel 2020, pp.15-16, liberamente tradotto da Diana, revisione di Giovanna
Mia figlia nacque quando avevo 35 anni. Una bambina bella, tranquilla, molto desiderata che è diventata una meravigliosa bambina che ha avuto un’adolescente piena e appagante. Mi sentivo realizzata sia come persona, sia come madre. La pubertà non trascorse senza le sue lotte, ma il quadro d’insieme era idilliaco come sempre – finché non lo fu più!
La telefonata dalla scuola fu inquietante: mia figlia era assente da una settimana, sebbene l’avessi vista tutte le mattine uscire di casa e prendere il bus della scuola come al solito… lasciai immediatamente l’ufficio e la trovai a casa a letto, dove era tornata tutte le mattine dopo avermi vista uscire di casa…
Sentivo il suo disagio, ma nessuna di noi riusciva a trovare le parole giuste. Facemmo lunghe discussioni, profonde, lei mi era sempre affezionata, ma qualcosa era cambiato. Decidemmo che avrebbe cominciato a vedere un terapista infantile e così fece. Nel frattempo, cominciò a rifiutare di indossare abiti femminili, voleva i capelli corti e rifiutava di depilarsi o truccarsi come le altre ragazze della sua età.
Una sera finalmente rivelò cosa la stava tormentando da così tanto tempo: sentiva di essere un ragazzo! Istintivamente sapevo che la cosa più importante era rassicurarla sul mio amore per lei e cercare informazioni su cosa significasse essere una personatransgender.
Mi occorreva del tempo per interiorizzare completamente questa confessione. Provai a combinare la mia reazione istintiva di aiutarla e di proteggerla con un po’ di buon senso. Ero io l’adulta e dovevo assicurarmi che non si trattasse di un capriccio o di una condizione psicologica/psichiatrica, prima che accadesse un cambiamento irreversibile. Due anni dopo la sua diagnosi fu confermata. Iniziò una terapia ormonale e in seguito l’operazione chirurgica per la transizione.
Mentirei se dicessi che a volte non mi manca la mia bambina, e sono ancora molto preoccupata per attacchi transfobici, per la difficoltà di trovare un lavoro stimolante e di avere una vita famigliare felice con qualcuno che la ami e la rispetti.
Ma è sempre quella persona meravigliosa e dotata che ho messo al mondo 24 anni fa e di cui, ogni giorno, ammiro per il suo coraggio, il suo spirito, i suoi successi.
Credo in lui e so che avrà tutta la felicità che merita, con la speranza che io ci sia ancora per testimoniarlo!
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