Papà sono gay! Il padre lo caccia, il prete vuole esorcizzarlo
Mamma disperata: il marito caccia il ragazzo di casa e minaccia di lasciarla. L’allarme è arrivato al telefono aperto gestito dall’Agedo umbra, l’Associazione di genitori e amici di omosessuali. “Ho scoperto che mio figlio è gay. Mio marito l’ha cacciato di casa e il prete ci ha spinto a rivolgerci ad un esorcista“.
A raccontare la sconcertante vicenda è il Comitato provinciale Arcigay di Perugia con un dettagliato comunicato stampa. La signora Nadia Negroni che gestisce la linea telefonica di supporto alle famiglie che davanti all’omosessualità dei propri figli si sentono smarrite, riceve una chiamata. Una donna disperata racconta l’incredibile vicenda.
Invece in quella famiglia del sud si scatena il putiferio. Il padre non sente ragione. L’idea che suo figlio sia “diverso“ non può essere sopportata. Non ci pensa sopra due volte e lo butta fuori di casa.
Comprensibile la disperazione della donna che tra l’altro, come racconta la Negroni, rischia di essere lasciata perché il marito la accusa anche di essere la causa dell’omosessualità del figlio. Scoppia in lacrime al telefono con l’operatrice umbra che cerca in tutte le maniere di tranquillizzarla e di spiegarle “…che non si tratta di una scelta“, che il ragazzo “…non ha alcuna colpa“, è la natura che ha deciso così.
Consiglia alla signora di leggere alcuni libri e di non ascoltare chi sostiene che il 17enne ha problemi oppure è addirittura vittima di una malattia. La mamma del giovane, probabilmente anche tranquillizzata, svela che quella che sta facendo all’Agedo non è la prima richiesta di aiuto.
Si è già rivolta – come racconta l’Arcigay nel comunicato stampa – al parroco, forse in cerca di una parola di conforto.
“Mi ha raccontato – aggiunge indignata Nadia Negroni – che lui le ha detto che il figlio era sicuramente posseduto da satana e che sarebbe stato necessario un esorcismo per rimettere le cose a posto“.
Parole dure per commentare la vicenda, nella speranza che comunque il protagonista della storia “…nel suo cammino possa incontrare persone intelligenti, capaci di riportarlo verso la famiglia solo dopo aver sostenuto la famiglia stessa“.
“Di richieste di aiuto – ammette Nadia Negroni – ne ricevo 3 o 4 al mese. Arrivano puntualmente da fuori regione, forse perché è più facile parlare sapendo che chi ti ascolta vive lontano centinaia di chilometri. Fino ad ora non si sono fatti avanti umbri, forse per vergogna o il timore di confidarsi con persone a loro vicine geograficamente”.
E racconta con soddisfazione una vicenda trattata proprio dall’Agedo: “Padre dirigente medico, madre insegnante e un figlio omosessuale da accettare.
Uno studente universitario a Perugia. Dopo telefonate, colloqui e consigli la situazione è cambiata radicalmente. All’ultimo Gay Pride è stata una gioia ricevere i ringraziamenti sia dei genitori che del ragazzo. Finalmente vivono un rapporto sereno”.