Mio figlio è gay! La conquista della felicità dopo tante lacrime
Testimonianza n.1 di Fernanda Ferreira, una madre con un figlio gay del Portogallo, tratta da Tell it out (Dillo fuori), libro di testimonianze di genitori con figli LGBT+ di tutta Europa realizzato da ENP – European Network of Parents of LGBTI+ Persons (Rete Europea di Genitori di Persone LGBTI+) con il supporto editoriale de La Tenda di Gionata ed il contributo del Consiglio d’Europa, edito nel 2020, pp.7-8, liberamente tradotto da Diana, revisione di Giovanna
“Papà, mamma… volevo solo dirvi che sono gay.” Il sospetto mi aveva perseguitato a lungo. All’inizio ero molto spaventata e triste, perché mio figlio Pedro era da tempo gravemente ammalato, depresso e si era isolato da tutti. Soffriva anche di attacchi di panico. In breve, la sua salute mentale stava calando.
Che fosse gay o ammalato, la mia preoccupazione e la mia priorità era occuparmi della sua salute mentale. Ero anche spaventata e triste perché dubitavo di essere in grado di aiutarlo. Dubitavo di essere abbastanza forte da occuparmi della salute di mio figlio, ma ero anche preoccupata all’idea di dover affrontare l’omofobia e il pregiudizio in casa mia.
Nonostante la mia totale ignoranza sull’omosessualità, la verità era che non me ne preoccupavo. Suo padre invece ne era devastato.
Ero spaventata dal mondo esterno, da come avrebbe reagito la società all’orientamento sessuale di mio figlio Pedro. Ero anche spaventata al pensiero di come avrebbe reagito la nostra famiglia allargata, mi domandavo se lo avrebbero disprezzato o gli avrebbero mancato di rispetto. Così, mentre mi occupavo della salute di Pedro con l’aiuto di dottori e cure ospedaliere, cercavo anche su Internet informazioni sull’omosessualità.
Ho anche scoperto tramite Internet che il pregiudizio e l’omofobia sono comuni in tutto il mondo. Per me è stato un colpo… Ero sbalordita dalle mie scoperte e sgomenta al pensiero che avrei dovuto nascondere la vera natura di mio figlio oppure affrontare uno “spaventoso” segreto di famiglia. Vivere nella menzogna. Sentivo che non avrei potuto farcela.
Alla fine ho visto una luce all’uscita dal tunnel. Una delle mie ricerche su Internet mi ha portato alla scoperta di AMPLOS, l’Associazione portoghese di genitori per la libertà dell’orientamento sessuale e identità di genere, nata solo un anno prima, che ho subito contattato.
Oggi mi sento molto più felice e serena. Ho conquistato la mia felicità dopo molte lacrime, perseveranza e speranza.
Dopo essere stato fermo per più di un anno, mio figio Pedro ha ricominciato gli studi, si è laureato ed ha completato il suo master.
L’associazione AMPLOS ha significato molto per me e la mia famiglia. Ho imparato a non aver paura di parlare liberamente di questo argomento.
Il padre di Pedro è diventato più ragionevole e a casa nostra non ci sono più segreti. Considero un privilegio avere un figlio gay, è stata e continua ad essere un’esperienza arricchente. Prima vedevo il mondo in bianco e nero, ora mi godo tutti i suoi colori.
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