Mio figlio è gay. La testimonianza di una madre
Riflessioni di Christine pubblicate sul sito di MAG Jeunes LGBT (Francia), liberamente tradotte da Domenico Afiero
La butta reazione di alcuni genitori, quando vengono a conoscenza dell’omosessualità del figlio, non significa che siano omofobi e non accetteranno mai l’omosessualità del figlio.
Talvolta, si tratta di genitori che hanno dei pregiudizi, delle paure irrazionali e hanno avuto un certo tipo di educazione. Christine ci rammenta che il tempo e la ricerca d’informazioni sono fondamentali perché i genitori accettino l’idea di avere un figlio gay.
“Mi piace dare la mia testimonianza per i genitori, dir loro che io e mio marito abbiamo fatto fatica ad accettare l’omosessualità di nostro figlio a causa della nostra ignoranza, per le paure che vivevamo e per i pregiudizi. Prima, mi sentivo molto sola. Quando leggevo che alcune madri l’avevano accettata bene da subito, diversamente da me, credevo di essere una pessima madre.
Sono madre di due maschi, di cui uno gay. Mio figlio mi ha svelato la sua omosessualità 15 giorni dopo il suo sedicesimo compleanno. Nonostante i miei dubbi sul suo orientamento sessuale in vari momenti, sono stata sorpresa. E’ stato duro quel giorno!
Io e mio marito abbiamo avuto molta paura per il suo futuro. Non ero contro i gay, ma avevo molti pregiudizi, credevo che fosse gente che voleva ghettizzarsi, cioè persone diverse che scelgono una vita “a parte”.
Temevo che nostro figlio fosse rifiutato dal nostro entourage (parentale). Ero triste al pensiero che non avrebbe potuto avere figli né sposarsi. Abbiamo pensato che la sua omosessualità fosse dovuta a qualche delusione d’amore con qualche ragazza o perché volesse essere diverso, farsi notare .Abbiamo persino pensato che fosse una fase della sua adolescenza.
Poi, ho iniziato a capire informandomi attraverso internet e , appena ho preso coscienza dell’infondatezza dei pregiudizi che avevo, ho fatto di tutto per riuscire ad accettarlo.
Poi, ho visto che mio figlio era felice quando stava col compagno e , solo allora, mi sono resa conto che era una vera storia d’amore. Nostro figlio ci ha spiegato che non era attratto dalle ragazze, ma non le detestava neppure. All’amore, poi, non si comanda, vero?
Parlando con lui, poi, ho capito che non aveva scelto la sua omosessualità. Mi ha detto che se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito essere eterosessuale.
Lui è così e, come genitori, dobbiamo aiutarlo e sostenerlo. Mi ha detto che aveva sofferto quando aveva capito che non era attratto dalle ragazze. Credeva di essere diverso, anormale e ne ha sofferto sino ad accettarsi come gay.
Poi, sono capitata sul sito dell’associazione Contact e ho potuto appurare che le idee che mi ero fatto erano sbagliate e che l’omosessualità non è una scelta di vita.
Ho capito che i gay sono persone come noi, non si ghettizzano tutti, possono avere una vita “normale” e essere felici. E’ stato più difficile per mio marito che per me accettare nostro figlio. A mio marito c’è voluto più tempo per capire.
Nostro figlio è stato molto paziente. Ci sono stati momenti d’incomprensione, ma adesso si sono riconciliati. Io, poi, sono andata alle riunioni aperte dell’associazione Contact e mi sono sentita subito a mio agio, ascoltata, capita e meno sola.
Io e mio marito abbiamo cercato le cause e ci siamo colpevolizzati, pensando che fosse l’errore di uno di noi due. Poi ci siamo documentati, abbiamo capito che non è provato niente e che vi sono numerosi studi che si contraddicono.
Colpevolizzarci ci rendeva infelici e si rischiava di far colpevolizzare nostro figlio. E poi, perche’ sapere?Cosa sarebbe cambiato?Sapere non cambierà niente. Allora, dimentichiamo le ragioni e approfittiamo della vita. Nostro figlio è sereno e ciò è l’essenziale!
E’ felice nostro figlio nel vedere che non siamo cambiati verso di lui, apprezzandolo per la sua personalità, dandogli tutto il nostro amore e accettandolo così come è.
Quando abbiamo saputo,anche se ormai non ha più importanza, ci siamo comportati male nei suoi confronti, ma ciò che conta ora è che l’accettiamo così come è . Meglio tardi che mai!
Adesso , nostro figlio sta molto meglio sia nella mente che nel corpo, ha di nuovo fiducia in sé stesso e ha una maggiore autostima. Abbiamo ritrovato tutti insieme la gioia di stare un po’ insieme. Quello che ci auguriamo è che sia felice!”.
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Testo originale: Mon fils est gay: témoignage de Christine