Mio marito mi ha confessato che è gay. Che cosa faccio?
Email inviataci da Giulia, risponde Alessandra Bialetti*, pedagogista sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Mi chiamo Giulia ed ho 59 anni, sono sposata dal 1990 quindi da quasi 27 anni. Il mio problema incomincia nel 2010, più precisamente il mio incubo, quando mio marito mi confessa di aver frequentato dei siti gay e di aver tentato degli approcci con ragazzi, uomini, di tipo omosessuale.
Mi confessa di essere attratto da questo tipo di rapporti forse dovuti a un approccio che lui ha avuto da ragazzo di tipo omosessuale, non so che pensare e cerco di aiutare mio marito ad uscire da questa cosa.
Tutto sembra filare normalmente fino al 2013 quando mi confessa di essersi innamorato di un ragazzo molto più giovane e, addirittura, prende la macchina e fa un viaggio allucinante fino a Perugia di notte. In quel momento, và considerato che avevo perso il lavoro ed ero veramente in crisi, se devo dirla tutta mi sentivo una m****. A tutt’oggi mi sento uno schifo, una donna mancata, una persona che non ha senso di esistere! Dopo quasi 27 anni di matrimonio questa è una situazione insopportabile, soprattutto come donna. Probabilmente accetterei di più se mi avesse tradito con una donna vera, io non ho attributi che possono competere con questa sua inclinazione!
Non so che dire e soprattutto non so con chi parlarne, vorrei sprofondare e, sicuramente, sto cercando di uccidermi. Credo ormai di essere e di potermi considerare un alcolista, non so come uscire da questa situazione.
Sto pensando seriamente di separarmi da mio marito, anche se questo mi preoccupa moltissimo. Sino al 2010 pensavo di aver trovato un marito, un amante, un amico, poi questa bugia incredibile mi ha ucciso nell’anima.
Non so a chi chiedere consiglio, non ne posso parlare con mia sorella o con altri parenti non capirebbero questa mia indecisione durata oltre 6 anni. Chiedo a voi un consiglio. Grazie.
La risposta…
Carissima Giulia, grazie di averci contattato e di aver condiviso con fiducia il tuo delicato percorso. Sicuramente ciò che stai vivendo non è facile e si percepisce quanto dolore ti procuri una realtà inaspettata rispetto alla quale ti senti impreparata. Credo che questo momento particolare possa e debba essere affrontato su più piani.
Uno è quello relativo al percorso di tuo marito che deve guardare profondamente in se stesso e capire cosa effettivamente sta cercando.
Il secondo riguarda la tua vita, il tuo stare o meno in questa situazione e la cura che devi rivolgere a te stessa per evitare di danneggiare il tuo percorso di crescita per qualcosa che, come orientamento di vita, spetta a tuo marito e del quale tu non sei responsabile o, addirittura, hai delle colpe.
Il terzo piano è quello della coppia che vive da anni una situazione di particolare difficoltà dopo aver condiviso un lungo cammino. Rispetto a questo dovreste cercare di capire che indirizzo dare al vostro rapporto e se riuscite, ancora oggi con la situazione cambiata, ad essere di supporto uno all’altra pur se ridefinendo la vostra relazione.
Può sembrarti una cosa impossibile ma alcune coppie hanno trovato il modo di continuare a starsi vicino nei rispettivi cammini pur sapendo che la relazione non potrà più essere la stessa. Non escludo che sia per te che per tuo marito possa essere utile un percorso di sostegno psicologico come anche poter condividere la vostra esperienza con altri che condividono lo stesso cammino.
A tal proposito, nel caso aveste figli, ti consiglio di contattare l’associazione Rete Genitori Rainbow che riunisce genitori omosessuali con figli da precedenti relazioni eterosessuali e che propone gruppi di auto-mutuo-aiuto per stare vicino alle persone che hanno difficoltà simili alle tue e vivono momenti di particolare pesantezza.
Comprendo perfettamente il tuo disorientamento quando parli di preferire un tradimento con una donna. E’ una reazione comune a chi vive questo tipo di esperienza perché non si hanno le “armi” per combattere un rivale così diverso da se stessi.
Ma credo che la via migliore sia quella di cercare un dialogo aperto e schietto con tuo marito, comprendere a che punto del suo cammino si trova, se abbia preso una via definitiva circa il suo orientamento e come perciò poter conciliare questo con una relazione che da sentimentale può diventare, una volta risolta la delusione, la rabbia e il dolore, un rapporto di vicinanza e supporto.
Ma questo richiede tempo quindi prenditi tutto ciò che ti è necessario per elaborare questa ferita che non dipende da tue mancanze od errori ma da un percorso di vita che tuo marito sta compiendo. C’è il tempo del dolore, della rabbia, dell’impotenza e della rassegnazione ma poi, piano piano, si può aprire una strada che renda ragione del tuo diritto di esistere e di un rapporto che comunque è stato significativo.
In questi casi la separazione può aprire la strada ad una nuova rinascita per entrambi e può diventare un momento di cura per se stessi e la propria vita quanto mai necessario soprattutto perché dici di essere ricorsa all’alcool e anche a pensieri pesanti per la tua incolumità.
Senz’altro la difficoltà di non poterne parlare aggrava ulteriormente la situazione ma, quando ti sentirai pronta, potrai individuare delle persone fidate cui rivolgerti o anche chiedere ascolto e aiuto alla famiglia che potrebbe compiere con te un percorso di chiarificazione e di sostegno. A volte sono le paure di non essere compresi a chiuderci in uno spazio di incomunicabilità e solitudine.
Mi auguro che tu possa decidere di chiedere un aiuto per te stessa mentre poi con tuo marito vi prendete cura del vostro rapporto.
Un abbraccio caro
Alessandra
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche. Il suo sito web è https://alessandrabialetti.wordpress.com/