Mio padre è gay. Il mio cammino con lui
Mio padre è omosessuale. Questa è la storia di come l’ho scoperto, delle emozioni che ho provato in quel momento e di quelle che ho provato successivamente.
Vorrei poi condividere con voi alcuni aneddoti e finire con un po’ di leggero umorismo gay.
I miei genitori divorziarono quando avevo due anni. Ho qualche sbiadito ricordo di tutti noi che vivevamo nello stesso appartamento, ma sono per lo più immagini disconnesse tra di loro.
Tutto quello che so di mio padre l’ho praticamente imparato nel periodo post-divorzio.
Durante la mia infanzia, mio fratello ed io vivevamo con mia madre dal lunedì al venerdì, poichè andavamo a scuola. Trascorrevamo poi i fine settimana con mio padre.
E’ sempre stata una figura di spicco nella mia vita e in effetti non ho mai provato il trauma emotivo comunemente attribuito a crescere in una “famiglia divisa”.
Fu così che, in una luminosa giornata di sole, mio padre prese i suoi figlioli e li portò sulla spiaggia.
Normalmente, quando si va al mare, si cammina avanti e indietro per un pò in su o in giù verso la riva in cerca di un buon posto.
Quel giorno invece ci siamo diretti lateralmente tenendo l’acqua sulla sinistra e abbiamo camminato fino alla parte più remota della costa.
Non lo notai al momento, ma ci siamo diretti verso un punto dove non c’erano nuclei familiari, e certo non avevo proprio idea di come, quello che sarebbe successo dopo, avrebbe avuto peso su tutto il resto della mia vita.
La scelta di mio padre sulla destinazione di quel giorno, non aveva suscitato la mia curiosità a quel tempo, perchè lo abbiamo sempre considerato un po’ eccentrico. Era una cosa normale, come sempre.
Dopo un po’ di buona allegria marina, mio padre decise di stendersi a prendere il sole mentre i suoi figlioli giocavano sulla spiaggia.
Sembrava che papà si fosse addormentato. Comunque, mentre io e mio fratello eravamo occupati con la sabbia, siamo stati distratti da quello che accadeva su di un telo da spiaggia, relativamente vicino al nostro.
C’erano due giovanotti su quella salvietta. Uno era molto pallido, l’altro invece molto scuro di pelle.
Erano entrambi rasati. Uno era disteso sull’altro e si stavano baciando appassionatamente.
Io avevo dieci anni a quell’epoca e mio fratello ne aveva dodici. Quando si imbattono in situazioni come questa, molti ragazzi della nostra età avrebbero fatto esattamente quello che facemmo noi.
Abbiamo cominciato immediatamente ad esprimere la nostra repulsione dicendo: “Ehi! Guarda quei froci!!” e “Blach, che schifo!”.
Abbiamo continuato così per un po’ fino a che mio padre ci dimostrò che effettivamente non stava dormendo.
Era sempre sdraiato sulla schiena e senza guardare quello che i due ragazzi stavano facendo, aveva voltato la testa verso di noi e ci disse: “Ehi, ragazzi, non dovreste dire alla gente simili parole. Non conoscete quei ragazzi e state insultandoli senza neanche saper nulla su di loro”.
Mio fratello ed io eravano storditi. Fino ad allora non avevo mai sentito un uomo etero che difendeva gli omosessuali. Ero fuori di me dallo stupore.
Da quell’istante il mio cervello cominciò ad elaborare ogni informazione rilevante che avevo su mio padre e che fino a quel momento avevo archiviato.
Mio padre baciava tutti i suoi amici maschi sulla guancia, erano per lo più uomini celibi, amici senza moglie e figli; non parlava mai di sport o di macchine o di “farsi una ragazza”; il suo appartamento era meraviglioso e fantasticamente arredato; gli piaceva la musica, l’arte, il cibo e la cultura; condivideva il suo bilocale con un altro uomo e avevano una sola stanza da letto.
Oh… mio… Dio. Tutte le battute che i miei zii facevano, che io non comprendevo, sul fatto che avessimo due mamme eccetera, mi ritornarono in mente in quel momento.
Pian pianino sono uscito dal mio torpore, eravamo sulla strada di ritorno dalla spiaggia.
Io tenevo la mano di mio papà. Lo guardai e gli chiesi: “Papi, sei gay?” alla domanda mi rispose: “Sì, lo sono”.
Camminammo in silenzio per circa cinque minuti. Poi chi chiesi: “Joseph (il coinquilino di papà a quel tempo) è il tuo fidanzato?”
E lui rispose: “Sì, lo è”. Provai la sensazione che quell telo da spiaggia mi avesse scoperchiato l’intera vita.
Non ricordo nulla di quello che successe quando tornammo al suo appartamento. Fedele al suo carattere, papà era pronto per la situazione.
Si sedette sul letto e accese un video. Dico fedele al suo carattere perche crescendo, ogni volta che avevo una domanda vera e propria, era solito consegnarmi un articoIo o un libro o un filmato, strettamente correlati all’argomento in questione.
Era fastidiosamente didattico. Comunque, aveva registrato un documentario sui genitori omosessuali dalla televisione. Era tremendamente scadente, ma era esattamente quello di cui avevo bisogno.
Avevo bisogno di sapere che non ero l’unico figlio a cui era accaduta quella faccenda e che mio padre non era un fenomeno da baraccone.
Beh, quando poi feci ritorno a casa di mia nonna circondato da tutti i miei zii e da mia madre, le cose cambiarono.
La tolleranza si trasformò in profonda riflessione, che poi divenne disgusto, che ha originato risentimento e rabba.
Mi dicevo che papà era sbagliato. Cominciai a studiare il modo di potergli dire che non lo volevo più come padre.
Ho praticamente divorziato da mio padre per una settimana fino a che non arrivò il tempo di doverlo rivedere nuovamente.
La volta successiva che dovevamo ritornare da lui, l’unico sentimento che provavo era un amore e un affetto profondo che non avevo mai provato per nessuno sulla terra. Non ho mai tentato di fargli quel discorso.
In effetti mi sentivo orribile per averlo anche solo considerato.
Il mio risentimento e la rabbia vennero immediamente reindirizzate contro tutti quelli che nella mia famiglia si erano presi gioco di lui proprio di fronte a noi, senza dirci cosa significavano quelle battute.
Mi sentii tradito dalla gente di cui avevo più fiducia. Sentivo mio padre più vicino che mai.
I diciannove anni successivi a questo incidente sono stati riempiti soltanto dalla gioia che arrivava da mio padre.
Sono veramente fortunato di aver vissuto la rara esperienza di avere un genitore omosessuale.
Mio padre è sempre stato presente per noi ed è stato un modello di come un padre dovrebbe essere dopo il divorzio.
Mi sono sempre detto che non lo avrei scambiato con nessun’altro, anche con una versione etero di se stesso. Il fatto che sia omosessuale aggiunge solo il meglio alla mia vita e non lo voglio in un’altra maniera.
Ricordo che una volta mi ha invitato alla “sfilata” con lui (la sfilata dell’orgoglio gay).
Ho accettato e l’ho raggiunto nel suo appartamento in centro. Non venne alla porta, mi urlò di entrare. Si stava cambiando o qualcosa del genere.
Comunque, entrai e mi disse: “Ho una cosa per te che devi indossare”. Pensai “Fico!” perchè il suo gusto negli abiti è eccezionale e sebbene abbia il doppio della mia età, i suoi vestiti sono sempre più alla moda dei miei.
Mi disse: “E’ sul divano”. Entrai in sala ed era lì … in piena luce; una cannottiera semplice, bianca, aderente appena uscita dalla confezione. Sopra con un PENNARELLO ARANCIO aveva scarabocchiato la frase “Sono orgoglioso del mio papà gay”.
La scritta non era centrata, era fatta alla buona. Doveva avere avuto una specie di delirio improvviso.
Papà entro nella stanza e mi disse: “Indossala”. Io gli risposi: “Papi, ti voglio bene, sono orgoglioso di te, ma non ho assolutamente intenzione di mettermi su quell’affare”.
Con la sua migliore voce da “Sono-il-tuo-papà-che-disapprova” mi disse solamente “Wesley!” Inutile dire che non indossai quella fottuta maglietta.
Così è. Ho un grande papà. So che c’è parecchia gente nel mondo che non sono d’accordo sui genitori omosessuali perchè pensano che non siano di buon esempio per i figli.
In prima battuta la sessualità non può essere etichettata come giusta o sbagliata, a meno che non faccia del male a qualcuno.
Per quanto riguarda l’ “esempio”, se ancora non l’hai capito, l’orientamento sessuale è qualcosa che non si può insegnare.
Da dove pensi che arrivino gli omosessuali?
Avere un padre gay mi ha insegnato ad essere accogliente, tollerante, flessibile e mentamente aperto.
Per tutti voi benpensanti “buoni Cristiani” che credono che Gesù voglia condannare la gente omosessuale, leggetevi Matteo 9:13, oppure 5:10.
Secondo Gesù Cristo, se perseguitate i gay a causa della giustizia, garantite loro il Paradiso. Quindi, grazie.
Comunque, mi piace dire a papà che arriva dalla costa nord di Faghdad [gioco di parole tra Baghdad e frocio-papà].
Penso sia divertente.
Testo originale: My Dad’s a Homo