Misericordia e matrimoni falliti (Matteo 19:3-12)
Riflessioni di don Fabio
“Perché la carità vera è sempre immeritata, incondizionata e gratuita!». Pertanto, «sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione». (Amoris laetitia, n.296)
Matteo 19:3-12: “Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio»”.
In un contesto maschilista come era la società di un tempo, e in alcune culture anche oggi, la donna era completamente sottomessa all’uomo, era un suo possesso. Gesù non cade nelle trappole tese dai suoi interlocutori, ma riporta tutto all’origine e richiama la creazione, l’atto in cui Dio crea l’umanità.
Oggi la società tende realmente a dividere le persone, quindi è inutile affermare, in linea di principio, che il matrimonio è indissolubile, quando non si sta insieme. Non possiamo continuare a fare proclami e affermazioni di principio, manifestazioni, family day, et similia…
C’è un grosso lavoro da fare, non solo di presa di coscienza, ma anche di creare situazioni vivibili. È vivibile oggi un matrimonio quando due sono stressati, stanno fuori mattina e sera, non c’è più dialogo, non c’è più intimità, si trovano solo per risolvere i problemi, e magari litigare?
Così come bisogna assolutamente aiutare per creare condizioni affinché il matrimonio duri, bisogna, altrettanto chiaramente e con delicatezza, riconoscere dove c’è fallimento.
In alcune situazioni non c’è più amore, e lo stare insieme è una tortura lenta, quotidiana, che disgrega l’intera persona e la sua dignità! Ecco perché il Papa invita ad usare misericordia con coloro che, con un matrimonio fallito alle spalle, hanno iniziato una nuova relazione, nella quale forse, magari, riescono ad essere se stessi! Non bisogna aggiungere, alla già tanta sofferenza che si è vissuta, la mancanza di misericordia!
Con affetto, Fabio!