Mondi lontani. Il coming out in Africa e in Francia
Articolo di Armand Patou tratto dal sito dell’emittente TV5 Monde e pubblicato sul sito GayChristianAfrica il 22 ottobre 2019, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Combattere il tabù che circonda l’omosessualità: è ciò che si propone di fare la miniserie Coming out en France et en Afrique, composta da sei episodi di sette minuti ciascuno e il cui principale obiettivo è accompagnare i giovani gay e le giovani lesbiche al momento della rivelazione della propria omosessualità alle persone a loro care (coming out).
La miniserie verrà trasmessa sui social network, sul sito di TV5 Monde e sulla piattaforma France TV Slash a partire dal 27 maggio 2019, e sarà disponibile fino al 2022.
Trésor Ntore, 20 anni franco-burundese, è coautore della serie assieme a Hélène Seingier. Trésor è cresciuto tra Burundi, Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo prima di partire per la Francia per studiare a Rennes.
In Congo, dopo aver fatto il suo coming out all’età di 13 anni, è stato militante LGBT. Nella miniserie lo accompagna l’altra figura chiave, l’umorista Shirley Souagnon, una lesbica affermata la cui notorietà permette di “dare un po’ di voce in più alla serie, perché più persone possano sentirsi rappresentate” dice Trésor.
L’ostilità verso l’omosessualità non è sempre stata la norma in Africa, ma è in gran parte un lascito dell’età coloniale, spiega Trésor: “Molti tendono a dire che l’omosessualità l’hanno portata gli Occidentali, invece è l’omofobia che è stata esportata in Africa dal cristianesimo, che ci è stato imposto all’epoca della colonizzazione”.
Shirley Souagnon ci spiega che, prima di quel periodo, l’omosessualità esisteva già, e fa l’esempio di suo padre ”che si è reso conto che la sua omofobia era legata ad angosce provenienti dall’esterno, e che non era dentro di lui. Mio padre sapeva che, prima della colonizzazione e della schiavitù, esistevano dei popoli neri senza differenze di genere e di vari orientamenti sessuali. Ho la fortuna di avere un padre istruito, che al di là del fatto che è un credente musulmano, non dimentica da dove viene, e non dimentica chi è” dice nel terzo episodio della serie.
I sei episodi si svolgono a Parigi, Rennes, Lilla, ma anche ad Ouagadougou e a Bujumbura, e sono concepiti come testimonianze di giovani che raccontano i loro timori e le loro emozioni, ma anche la loro liberazione al momento del coming out: “Una cosa che molti dei personaggi hanno in comune è la sensazione di leggerezza dopo aver fatto il loro coming out”.
Ma fare coming out non è certo semplice: “Il peso della famiglia è molto, molto, molto importante, come anche il peso della società in cui ci evolviamo. Se una persona sente che la società non è abbastanza aperta, giustamente si chiede perché fare coming out” dice Trésor.
Ecco perché esistono molte associazioni che operano in Africa contro l’omofobia e per far evolvere gli atteggiamenti verso l’omosessualità di una parte della popolazione, come Afrique Arc-en-Ciel (Africa Arcobaleno, AAEC), che opera in Togo, dove essere omosessuali può costare dieci anni di carcere.
Testo originale: “Coming out en France et en Afrique”, une minisérie pour lever le tabou
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